Class 1×08 – The LostTEMPO DI LETTURA 5 min

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“Finalmente un genocidio.”
(Il fan di Doctor Who che ha ormai perso la sua bussola morale)


Compito assai importante di un season finale, tra i tanti, è quello di tirare le somme sulla stagione trascorsa. Possiamo avere di fronte la serie più orizzontale di sempre, dove i finali di stagione sono solo dei pit stop prima della ripresa, comunque lo spettatore dovrà avere chiara la percezione della chiusura di un capitolo, ben definibile da determinate caratteristiche stilistiche e di sceneggiatura.
Class fa questo? Diciamo di sì. Andando ad estrarre il succo di “The Lost” abbiamo un soddisfacente impasto tra gli elementi conduttori dei precedenti 7 episodi: i rapporti tra i ragazzi, l’arma di Charlie, gli Shadow Kin, i misteriosi Direttori (punto di contatto, questi, con l’eventuale prossima stagione).
Il ritmo di “The Lost” rimanda al tipo di scrittura attualmente in voga in quel di Doctor Who, ossia la non diretta continuità con l’episodio precedente grazie ad un insieme di situazioni diverse montate tra loro in rapida successione che devono far supporre allo spettatore lo stato in cui i personaggi versano. Basti pensare alla struttura narrativa di “Hell Bent“, bruciando il cliffhanger di “Heaven Sent” (per poi riprenderlo dopo), raffrontandolo con lo sbalzo temporale successivo allo svenimento di Quill, caduta in un lungo letargo. I dissapori nati tra i protagonisti in “Detained” hanno così modo di maturare e perdurare per un po’ di tempo (si è data così un’utilità narrativa anche ad un bottle episode). E, proprio come in Doctor Who (rimandiamo in questo caso, per un esempio, al doppio finale dell’ottava stagione), gli eventi iniziano a precipitare rapidamente.
Sicuramente da apprezzare la rapida eliminazione di due genitori, figure nei teen drama sempre abbastanza pesanti (chi parla è il fan senza bussola morale di cui sopra). Meno apprezzabile il continuo monologo urlato di Ram che va avanti da quasi tutta la stagione. Se Class ci ha lasciato sensazioni buone e meno buone, l’isteria dei protagonisti andrà sicuramente catalogata nella seconda categoria.
Altro problema di questo season finale è in realtà un falso problema. Sta di fatto che vedere materializzarsi la possibilità che possano esserci due morti eccellenti alla fine della stagione, lascia una profonda amarezza quando queste due non si verificano. Ricordiamo che in Torchwood i personaggi principali vanno morendo con disinvoltura nel corso delle varie stagioni. Per quanto riguarda Charlie, la spiegazione morale fila (dovrà convivere con la consapevolezza di un genocidio, ricorda qualcuno?), fila meno dal punto di vista logico-fantascientifico. Ma confidiamo che in futuro vi sia una spiegazione razionale della sua salvezza in extremis. Ancora più ardentemente speriamo nella spiegazione razionale della trasmigrazione di corpi di April che va a “trashizzare” non di poco il cliffhanger di fine episodio e stagione. Sicuramente sarebbe stato assai soddisfacente chiudere con i weeping angels, come enorme strizzata d’occhio ai fan e come ferma volontà di rimanere vicini al mondo della serie madre. Da questo punto di vista suscitano una crescente curiosità proprio i misteriosi Direttori comparsi nel finale. Girava l’ipotesi, ai tempi di “The End Of Time” (speciale natalizio prima della quinta stagione di DW), che gli angeli fossero un risultato di una punizione dei Time Lords. Ogni speculazione in tal senso è concessa. O, semplicemente, se qualcuno ci avesse capito qualcosa in più è libero di commentare e illuminare.
Ma è giunto il momento di tirare le somme di questa stagione appena giunta al termine.
Class va apprezzato per il tentativo di ri-espandere l’universo di Doctor Who, sempre più dispersivo e con meno riferimenti per il pubblico. L’epoca di Russell T. Davies aveva garantito alcuni punti di riferimento, pur in uno show che fa della varietà temporale e spaziale il suo punto di forza. Class sfrutta quello che è stato l’unico luogo più o meno ricorrente del DW contemporaneo: la Coal Hill. A questo andrebbe aggiunto che la scuola è anche il primo vero palcoscenico che diede vita alla serie la bellezza di 53 anni fa. Forse doveroso dedicargli dello spazio.
Dove Class ha sbagliato è stato nel tentativo forzato di cambiare linguaggio (come fece Torchwood all’epoca) tirando fuori non pochi momenti caricaturali e fini a se stessi. Ma soprattutto, la distribuzione degli 8 episodi ha destato non poche perplessità. Nessuno avrebbe avuto da ridire qualora gli 8 episodi avessero rappresentato trame verticali a sé stanti. Oppure un’unica trama orizzontale. L’impianto (a dir la verità ben riuscito) degli ultimi tre episodi, collegati tra loro, non fa altro che sminuire i primi episodi in cui vi è un singolo caso verticale. L’inserimento di un doppio episodio, evidentemente destinato all’approfondimento di alcuni personaggi, merita un velo pietoso da stendere in quanto a riuscita interpretativa e scenica.
Non sarà una serie che si consiglierà, almeno per ora, ma sarebbe disonesto non considerare le potenzialità che potrebbero essere sviluppate in futuro, magari cercando dei collegamenti con fatti e persone della serie madre, affinando il linguaggio teen che tanto caro sembra essere agli ideatori di questo spin-off.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Vengono tirati i fili di tutta la stagione
  • Quill si conferma personaggio assai riuscito
  • Weeping Angels!
  • Un genocidio nel dettaglio
  • Qualche genitore inutile fatto fuori
  • Si poteva osare con la morte di qualche personaggio principale
  • Tutto sommato la storia che si è prospettata non ha stuzzicato chissà che fantasia

 

Riconosciamo le potenzialità di una serie come Class. Tuttavia questa stagione ha avuto più bassi che alti e, alla luce di un finale tutto sommato soddisfacente, ci sentiamo di tenerci bassi nella valutazione, anche come auspicio di un futuro più radioso.

 

The Metaphysical Engine, Or What Quill Did 1×07 ND milioni – ND rating
The Lost 1×08 ND milioni – ND rating

 

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Approda in RecenSerie nel tardo 2013 per giustificare la visione di uno spropositato numero di (inutili) serie iniziate a seguire senza criterio. Alla fine il motivo per cui recensisce è solo una sorta di mania del controllo. Continua a chiedersi se quando avrà una famiglia continuerà a occuparsi di questa pratica. Continua a chiedersi se avrà mai una famiglia occupandosi di questa pratica.
Gli piace Doctor Who.

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