Class 1×05 – Brave-ish HeartTEMPO DI LETTURA 4 min

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“Aiuto!”
(Il fan di Doctor Who mentre nota gli sviluppi di trama di “Brave-ish Heart”)


Doctor Who ha il tempo dalla sua, Class no. Non nel senso che il primo ha una lunga tradizione da cui attingere e un consolidato immaginario popolare su cui appoggiarsi, mentre il secondo è uno spin-off che ha ancora tutto da dimostrare. Più semplicemente, Doctor Who dalla sua, più che il tempo, ha il Tempo. I viaggi attraverso la quarta dimensione donano alla celebre serie inglese quel qualcosa in più in termini di complessità, nel proporre allo spettatore trame e risoluzioni di trame non immediate, bisognose di più riflessioni. Questo anche quando la struttura dell’episodio punta tutto sul verticale, senza grossi sforzi per risultare indimenticabile.
Class ha questo grosso problema, ovvero quello della mancanza – per ora – del fattore temporale. I personaggi sono cristallizzati in un noioso presente, in un cadenzato oscillare quotidiano, il tutto ambientato in uno dei templi dell’eterno ritorno: la scuola.
Forse proprio per questo motivo si è deciso, già al quinto episodio, di rivoltare le carte, di abbattere quegli spiragli di trama orizzontale, di prendere quegli embrioni di personaggio che si stavano provando a costruire e farne coriandoli da sparpagliare in giro. Nell’arco di un quantomai infelice doppio episodio, April ha perso la sua connessione con il Re degli Shadow Kin, la madre cammina, il padre di April è già ricomparso e salutato, April è diventata Re degli Shadow Kin, April non è più Re degli Shadow Kin, Ram ha perso tutta la malinconia che il suo personaggio sembrava portare (grazie a dei siparietti di quart’ordine), Charlie ha quasi sputtanato la sua arma (e sì che per vedere la forma del “Momento” abbiamo dovuto aspettare il cinquantesimo anniversario di Doctor Who), e così via. Abbattere così, tutti in una volta, elementi utilizzabili a lungo termine è segno che si sta navigando a vista. Class, per ora, si sta confermando solo come esperimento di genere con uno scenario prestigioso. Un teen-drama in un universo narrativo dove di teen c’è sempre stato relativamente poco.
Purtroppo, poi, così facendo si è andati incontro ad una serie di incongruenze stilistiche non da poco, da cui la citazione di inizio recensione di uno spettatore fedele ai caratteri della serie madre. Prendiamo Ram e April che camminano indisturbati in quella sorta di cantina aliena. In Doctor Who noi vediamo un navigato Time Lord e una/un companion che si fida ciecamente chiacchierare allegramente in un ambiente sconosciuto. Senza contare poi che il Tardis funge universalmente da traduttore universale e da cupola di ossigeno per i terrestri, in qualsiasi pianeta essi si trovino. La cosa potrà mai valere anche per due adolescenti a spasso in un luogo simile? Tralasciamo poi la resa “drammatica” del combattimento di April con il Re, con tanto di imbarazzante intromissione dei due padri.
Passando all’invasione di petali, innanzitutto viene da chiedersi perché mai si sia ritenuto di dover separare in maniera così netta due storyline che potevano essere utilizzate benissimo in due episodi diversi. Soprattutto se queste due linee narrative sono state effettivamente scomposte in due episodi diversi! Vabbè. Sta di fatto che l’unico punto di contatto è l’enorme, gigantesco, stratosferico deus ex-machina che porta April, Re in pectore degli Shadow Kin, a far fuori tutti i petalacci cattivi. Così, con uno schiocco di dita. Non che in Doctor Who non vi sia mai nessuna risoluzione “fiabesca” e improvvisa. Ci sono eccome. Vengono però sempre motivate con astruse spiegazioni fantascientifiche, che piacciano o meno agli spettatori. In questo caso la fantascienza scade nella magia, nel fantasy da due soldi (senza volersi addentrare nella raccolta di anime interne alla Teca di Charlie).
Considerando che i primi tre episodi hanno mostrato potenzialità e segnali positivi, anche se sempre nei limiti del trash, non ci sembra ancora il caso di demolire totalmente questo esperimento chiamato Class. Paradossalmente, passi falsi agli inizi è possibilissimo commetterli (coff coff “Father’s Day”), soprattutto se ci si è distaccati dalla formula del singolo episodio che sembrava funzionare in maniera più soddisfacente. Spiragli di luce vengono intravisti da Miss Quill, unico personaggio per ora convincente, dalla misteriosa nuova preside, portatrice attualmente dell’unica effettiva trama orizzontale, oltre che dal promo del prossimo episodio che lascia ben sperare.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Quill
  • Il mistero della preside e il riferimento all’UNIT
  • Andamento confusionario dell’episodio
  • April e Ram a spasso per il Vesuvio
  • Recitazione allegrotta
  • Due trame portate avanti in due episodi
  • Abbattimento, alla quinta puntata, di temi che potevano essere sfruttati di più

 

Ci limitiamo ancora ad uno schiaffetto ammonitore, seppure l’entità e il numero dei Thumbs Down richiederebbe valutazioni ben più drastiche, ma non vogliamo (ancora) etichettare Class come prodotto totalmente fallimentare.

 

Co-Owner Of A Lonely Heart 1×04 ND milioni – ND rating
Brave-ish Heart 1×05 ND milioni – ND rating

 

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Approda in RecenSerie nel tardo 2013 per giustificare la visione di uno spropositato numero di (inutili) serie iniziate a seguire senza criterio. Alla fine il motivo per cui recensisce è solo una sorta di mania del controllo. Continua a chiedersi se quando avrà una famiglia continuerà a occuparsi di questa pratica. Continua a chiedersi se avrà mai una famiglia occupandosi di questa pratica.
Gli piace Doctor Who.

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