“I hate bottle-episodes. They’re wall-to-wall facial expression and emotional nuance. I might as well sit in the corner with a bucket on my head.”
(Abed in Community 2×08, “Cooperative Calligraphy”)
Abed potrà anche odiare i bottle-episode (episodi a basso costo girati per lo più in un interno, utili al dialogo e all’introspezione tra personaggi) ma Class non poteva aver bisogno di niente di meglio. Un approfondimento serio e corale sui personaggi e sul rapporto tra di loro, mischiato con una trama claustrofobica e oscura, più whovian che mai e per niente pretenziosa nella sua risoluzione. Prima di entrare nel merito, via con paragoni e accostamenti a precedenti stilistici simili nello sterminato universo narrativo di Doctor Who e affini.
“The Mind Robber”, serial del 1968, vede il secondo Dottore, interpretato da Patrick Troughton, costretto ad attivare un sistema di emergenza ed uscire dalla realtà con il suo Tardis. La sensazione di ignoto che avvolge l’esterno del celebre veicolo del Dottore rimanda alla claustrofobia che i protagonisti di Class avvertono, dopo essere stati catapultati all’interno (?) di una vera e propria prigione, fuori dal tempo e dallo spazio.
L’antagonista dell’episodio, il prigioniero rinchiuso all’interno dell’asteroide del meteorite, mantiene un’aura misteriosa fino alla fine. Non sappiamo chi sia, né mai lo sapremo, riuscendo in questo modo a mantenere fino alla fine il senso di pericolo e di ignoto che circonda i protagonisti nell’arco dei 42 minuti. Lo stesso avveniva in un altro celebre bottle-episode appartenente all’universo del celebre show britannico. In “Midnight”, con protagonista David Tennant, un equipaggio turistico rimane bloccato in una zona in cui è impossibile che vi sia anima viva. Ugualmente, però, iniziano a sentirsi dei colpi fuori dall’astronave e iniziano a verificarsi strani fenomeni che portano anche a contrasti interni all’equipaggio (toh…). Tra l’altro uno dei personaggi di quell’episodio datato 2008 era proprio il figlio di Patrick Troughton. Ma questo c’entra poco.
In ogni caso “Detained” riesce in quello che, fino a prova contraria, è il principio fondante di Class: unire interazioni da teen-drama (colorite da un linguaggio più adulto rispetto alla serie madre) con una fantascienza di matrice britannica. Ovviamente in questo episodio gli accostamenti e le metafore si sprecano. La lieve punizione scolastica che i ragazzi subiscono va a collocarsi accanto alla terribile pena che il misterioso alieno sconta dentro il meteorite. Contemporaneamente, la confessione di suddetto prigioniero, tanto importante in ciò che rimane nella sua esistenza, va a catalogarsi come metafora dei segreti e dei risentimenti interni ad un gruppo di adolescenti che solo in situazioni estreme riescono a tirare fuori ciò che hanno dentro. Allo stesso tempo, la presenza di Charlie e i suoi segreti vengono posti in evidenza proprio dal ruolo che il principe dei Rhodiani ha nell’economia della risoluzione interna all’episodio.
Come detto, un bottle-episode non richiede trame complesse e sviluppi arzigogolati (alla fine Walter White la uccideva la famosa mosca?), per questo motivo il gesto finale di Charlie è più che sufficiente per sciogliere la prigionia e non si possono lamentare buchi di trama o forzature di nessun tipo proprio perché l’episodio gioca sul non visto e sul non conosciuto. Certo, si potrebbero muovere obiezioni sulla frequenza con cui la faglia interna alla Coal Hill si apra e porti la popolazione scolastica (proprio quella popolazione scolastica, guarda caso gli adolescenti che hanno avuto modo di interagire con il Dottore) a vivere in condizioni estreme e sul filo del rasoio. Chi mastica Doctor Who saprà bene che la Terra è soggetta a invasioni aliene, è vero, ma non a cadenza settimanale. È vero: le puntate di Class si dovranno riempire in qualche modo. Ma lasciateci brontolare un po’.
Se la dimensione “da palcoscenico” di “Detained” esalta alcuni personaggi che negli episodi precedenti avrebbero meritato più spazio (Tanya e Charlie su tutti), possiamo avere una momentanea certezza riguardo la sguaiatezza del personaggio di April. Partita con tutte le credenziali in regola per un ruolo di quasi-protagonista nel primo episodio, il deludente doppio episodio che ha preceduto quello in esame ha fatto sprofondare la ragazza in una dimensione tra l’isterico e il bizzoso. E l’attrice non fa poi molto per migliorare la situazione. Ma saremo contenti di rimangiarci tutto nell’immediato futuro.
Plauso finale per lo sdoppiamento narrativo che avverrà con il prossimo episodio, incentrato su Miss Quill e sulla contemporaneità con questa claustrofobica disavventura. Non esattamente un doppio episodio, ma una efficace commistione tra trame orizzontali e verticali che si uniscono tra loro, garantendo da un lato varietà narrativa, dall’altro coerenza e legame nei pochi episodi costituenti questa prima stagione.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Brave-ish Heart 1×05 | ND milioni – ND rating |
Detained 1×06 | ND milioni – ND rating |
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Approda in RecenSerie nel tardo 2013 per giustificare la visione di uno spropositato numero di (inutili) serie iniziate a seguire senza criterio. Alla fine il motivo per cui recensisce è solo una sorta di mania del controllo. Continua a chiedersi se quando avrà una famiglia continuerà a occuparsi di questa pratica. Continua a chiedersi se avrà mai una famiglia occupandosi di questa pratica.
Gli piace Doctor Who.