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A sorpresa e anche un po’ in sordina, dopo un silenzio che è perdurato praticamente quasi un anno, è arrivata la seconda stagione di Criminal: UK, una delle quattro versioni di Criminal (Criminal: Spain, Criminal: France, Criminal: Germany) rilasciate da Netflix l’anno scorso. Ed è una piacevole notizia visto e considerata la mancanza di informazioni a riguardo, interrotte improvvisamente con l’annuncio di quattro nuovi episodi, quindi uno in più rispetto alla scorsa stagione. Ovviamente, così come è arrivata a sorpresa questa stagione, magari Netflix rilascerà anche altri episodi per i vari Criminal: Spain, Criminal: France, Criminal: Germany ma, ad ora, non si ha alcuna informazione a riguardo.
Questa seconda stagione di Criminal: UK sembra non voler cambiare il proprio DNA, non ci si dovrà quindi aspettare un’improvvisa attenzione sulla trama orizzontale che era, è e molto probabilmente rimarrà completamente assente dalla serie. Una caratteristica alquanto peculiare e che ovviamente preclude una certa profondità emotiva ma, al tempo stesso, permette ai due showrunner George Kay e Jim Field Smith, ritornati anche per questa stagione nei rispettivi ruoli di sceneggiatore e regista di ogni episodio, di affrontare una nuova trama verticale senza porsi particolari scrupoli. Tra le varie versioni di Criminal, la UK era sembrata senza dubbio quella più strutturata, vuoi anche per la presenza di una serie di attori di tutto rispetto che ne avevano elevato il livello (David Tennant in “Edgar” e Hayley Atwell in “Stacey“), quindi per questi nuovi episodi si è reiterato lo stesso metodo: trama verticale non lineare in modo da tenere viva l’attenzione e guest star di livello per garantirsi un po’ di visibilità. I nuovi sospettati sonoGiovanni Neve Kit Harrington, Rajesh Koothrappali Kunal Nayyar, Sharon Horgan e in questa puntata si comincia con l’ottima Sophie Okonedo.
Come si diceva, mancando di una vera e propria trama orizzontale, Criminal deve per forza ovviare spingendo su trame verticali di forte impatto che sorprendano e, soprattutto, tengano viva l’attenzione. Cosa non proprio facile visto che tutta “l’azione” è all’interno della sala dove vengono effettuati gli interrogatori e dietro il famigerato specchio. Per “Julia” quindi si opta per un approccio abbastanza casuale e tutto si trasforma all’improvviso grazie ad un dettaglio in più che è sfuggito all’improvviso e che ha capovolto l’episodio da metà in poi. Sempre nell’ottica di mantenere la narrazione fresca visto che comunque la tendenza è quella di riflettere il minutaggio anche nella narrazione (quindi 40 minuti di un episodio sono spesso trasposti in circa 1 ora nell’episodio), in “Julia” si assiste al primo salto temporale degno di nota della serie. Solo una nottata, ma comunque resa molto pesante, nel senso buono del termine, da un’ottima regia che conferma l’attenzione al dettaglio.
Nonostante non sia stata utilizzata per la sponsorizzazione in pompa magna della serie come accaduto per Harrington e Nayyar, Sophie Okonedo offre una performance veramente degna di nota sia nella prima che nella seconda parte della puntata. Il gioco di sguardi tra l’accusata e la Detective Constable Vanessa Warren è quasi meritevole di un premio perché l’intensità che si percepisce, specie nei minuti finali, buca subito lo schermo non lasciando adito a commenti negativi. Anzi. Nonostante ad un certo punto si capisca abbastanza chiaramente in che modo si evolverà l’episodio, la visione scorre piacevolmente, senza tempi morti e con dialoghi sempre molto vividi che non lasciano spazio a pause. Ed è probabilmente questo ciò a cui Criminal ambisce, stavolta con successo.
Questa seconda stagione di Criminal: UK sembra non voler cambiare il proprio DNA, non ci si dovrà quindi aspettare un’improvvisa attenzione sulla trama orizzontale che era, è e molto probabilmente rimarrà completamente assente dalla serie. Una caratteristica alquanto peculiare e che ovviamente preclude una certa profondità emotiva ma, al tempo stesso, permette ai due showrunner George Kay e Jim Field Smith, ritornati anche per questa stagione nei rispettivi ruoli di sceneggiatore e regista di ogni episodio, di affrontare una nuova trama verticale senza porsi particolari scrupoli. Tra le varie versioni di Criminal, la UK era sembrata senza dubbio quella più strutturata, vuoi anche per la presenza di una serie di attori di tutto rispetto che ne avevano elevato il livello (David Tennant in “Edgar” e Hayley Atwell in “Stacey“), quindi per questi nuovi episodi si è reiterato lo stesso metodo: trama verticale non lineare in modo da tenere viva l’attenzione e guest star di livello per garantirsi un po’ di visibilità. I nuovi sospettati sono
Come si diceva, mancando di una vera e propria trama orizzontale, Criminal deve per forza ovviare spingendo su trame verticali di forte impatto che sorprendano e, soprattutto, tengano viva l’attenzione. Cosa non proprio facile visto che tutta “l’azione” è all’interno della sala dove vengono effettuati gli interrogatori e dietro il famigerato specchio. Per “Julia” quindi si opta per un approccio abbastanza casuale e tutto si trasforma all’improvviso grazie ad un dettaglio in più che è sfuggito all’improvviso e che ha capovolto l’episodio da metà in poi. Sempre nell’ottica di mantenere la narrazione fresca visto che comunque la tendenza è quella di riflettere il minutaggio anche nella narrazione (quindi 40 minuti di un episodio sono spesso trasposti in circa 1 ora nell’episodio), in “Julia” si assiste al primo salto temporale degno di nota della serie. Solo una nottata, ma comunque resa molto pesante, nel senso buono del termine, da un’ottima regia che conferma l’attenzione al dettaglio.
Nonostante non sia stata utilizzata per la sponsorizzazione in pompa magna della serie come accaduto per Harrington e Nayyar, Sophie Okonedo offre una performance veramente degna di nota sia nella prima che nella seconda parte della puntata. Il gioco di sguardi tra l’accusata e la Detective Constable Vanessa Warren è quasi meritevole di un premio perché l’intensità che si percepisce, specie nei minuti finali, buca subito lo schermo non lasciando adito a commenti negativi. Anzi. Nonostante ad un certo punto si capisca abbastanza chiaramente in che modo si evolverà l’episodio, la visione scorre piacevolmente, senza tempi morti e con dialoghi sempre molto vividi che non lasciano spazio a pause. Ed è probabilmente questo ciò a cui Criminal ambisce, stavolta con successo.
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Un ottimo ritorno per un prodotto che è stato piuttosto sottovalutato dagli spettatori e dalla critica. Forse “Julia” potrà riportare un po’ di attenzione su questa seria ingiustamente ignorata.
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Fondatore di Recenserie sin dalla sua fondazione, si dice che la sua età sia compresa tra i 29 ed i 39 anni. È una figura losca che va in giro con la maschera dei Bloody Beetroots, non crede nella democrazia, odia Instagram, non tollera le virgole fuori posto e adora il prosciutto crudo ed il grana. Spesso vomita quando è ubriaco.