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Curon 1×01 – Il Lago NeroTEMPO DI LETTURA 4 min

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Quando ci si trova di fronte ad un prodotto seriale made in Italy, si ha sempre la tendenza ad attivare i sensi di ragno e mettere le mani avanti, in una sorta di scettica rassegnazione. L’Italia, difatti, ha spesso dimostrato di non saper creare serie tv di qualità, nonostante gli sforzi e, quindi, partire prevenuti viene naturale. Alcune  delle uniche, rare, eccezioni sono state Gomorra e Suburra: un ottimo cast, personaggi ben scritti, bella regia e buon ritmo hanno reso questi due prodotti degni di essere annoverati nell’Olimpo della serialità di qualità. Per il resto, il panorama nostrano del piccolo schermo lascia alquanto a desiderare, non essendo ancora riuscito a scrollarsi di dosso né il difetto di essere troppo italiano né la patina da soap opera. Non è, a quanto pare, una semplice questione di budget, dato che una produzione europea come Dark ha positivamente trionfato, malgrado fondi nettamente inferiori rispetto alla realtà statunitense. Proprio al thriller fantascientifico tedesco, è stata paragonata Curon, la nuova serie italiana disponibile su Netflix dal 10 giugno, alzando, così, le aspettative dello spettatore, ma deludendole subito fin dal primo episodio. Curon è stata ideata e sceneggiata da Ezio Abbate, Ivano Fachin, Giovanni Galassi e Tommaso Matano ed ambientata a Curon Venosta, un comune italiano del Trentino Alto Adige. La meta turistica più famosa di questa località è il campanile dell’antica chiesa che emerge dalle acque del lago di Resia, un bacino alpino artificiale che ha sommerso Curon nel 1950 (il paese venne poi ricostruito sul lato orientale della valle), facendo nascere molte leggende inquietanti. La più famosa di tutte è senz’altro quella legata alle campane: si narra, infatti, che di notte, si oda distintamente il loro rintocco, nonostante il campanile sia privo di campane dagli anni ’50.
Data l’ambientazione suggestiva ed il potenziale mystery offerto dal soggetto della serie, ci si auspicava una prima puntata di impatto scenografico, ma anche narrativo. La prima promessa è stato mantenuta, in quanto i paesaggi montani, le inquadrature del lago silenzioso ed un sapiente utilizzo di una fotografia fredda e cupa sono riusciti a rendere apprezzabile il prodotto, almeno da un punto di vista estetico. Non si può dire la stessa cosa di tutto il resto, purtroppo.
Il cast è costretto a barcamenarsi in una trama ancora in fase embrionale, ma che non si regge su una sceneggiatura stabile: i dialoghi sono pressoché inverosimili, il modo di parlare dei protagonisti è troppo caricaturale e forzato, le scene (o i colpi di scena) sono palesemente scopiazzati da film e serie tv e stonano all’interno dell’ambientazione italiana. Basti pensare a Mauro (Mimmo dei Cesaroni, ora cresciuto) che diventa protagonista di una sequenza alla Shining dei poveri, oppure sua sorella Daria, stereotipo dell’adolescente ribelle e finta trasandata, che fa a pugni dopo due minuti di ingresso a scuola. Ad impersonare Anna, la madre dei ragazzi, è stata chiamata l’ex dj Valeria Bilello che, nonostante una più che discreta carriera come attrice, risulta troppo studiata a tavolino. Il personaggio della Bilello ritorna a Curon Venosta, nell’albergo di famiglia, per cercare risposte ed affrontare gli incubi del suo passato e trascina con sé i gemelli Mauro e Daria. Che il paesino nasconda al suo interno oscuri segreti, lo si evince fin da subito, vedendolo disseminato di croci e ceri per “tenere lontane le ombre”, ma l’elemento paranormal-horror è solo abbozzato, anche se tende lo stesso a stuzzicare la curiosità del pubblico. Il primo episodio, quindi, scade troppo nel teen drama e nel voler emulare fino all’estremo comportamenti e situazioni tipiche delle produzioni d’oltre oceano, dimenticandosi di sviluppare meglio il proprio potenziale. Dopo Luna Nera e Summertime, si pensava che Netflix avesse capito gli errori ed aggiustato il tiro o forse la troppa italianità ha, di nuovo, rovinato tutto.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • La meraviglia degli scenari di montagna
  • Fotografia
  • Rompere il tabù della masturbazione femminile è sempre cosa buona e giusta
  • Attori non all’altezza
  • Sceneggiatura senza arte né parte. Almeno per adesso
  • Dialoghi a caso, scritti da gente a caso
  • Dopo i primi dieci minuti, il personaggio di Daria è diventato il più odiato di sempre
  • Tanto fumo e niente arrosto
  • Paragonare Curon a Dark è stato un autogol pazzesco

 

Il primo biglietto da visita di Curon non ha ottenuto il risultato sperato. Vi consigliamo di recuperare Dark e di attendere la terza stagione, in arrivo su Netflix il 27 giugno.

 

Il Lago Nero 1×01 ND milioni – ND rating

 

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Se volete entrare nelle sue grazie, non dovete offendere: Buffy The Vampire Slayer, Harry Potter, la Juventus. In alternativa, offritele un Long Island. La prima Milf di Recenserie, ma guai a chiamarla mammina pancina.

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