Dark 1×04 – Doppelleben – Double LivesTEMPO DI LETTURA 4 min

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“Black holes are considered to be the hellmouths of the universe. Those who fall inside disappear. Forever. But where to? What lies behind a black hole? Along with things, do space and time also vanish there? Or would space and time be tied together and be part of an endless cycle? What if everything that came from the past were influenced by the future?”

Una puntata complessa da recensire “Double Lives”. Complessa per due motivi, essenzialmente: il positivo sviluppo della trama e l’introduzione di nuovi elementi da una parte, l’ancorarsi a questioni e problematiche statiche dall’altra. Come dice il titolo infatti, questa puntata si compone di due vite.
La trama, come detto, procede a suo modo spedita verso il districarsi (e l’intricarsi) dell’indagine relativa alla sparizione del giovane Mikkel con nuove scoperte da parte di Charlotte. Scoperte che danno adito agli sceneggiatori di svelare qualche piccolo retroscena (le passioni sessuali di Peter), ricollegarsi ad avvenimenti estemporanei di cui difficilmente è rimasta traccia nella mente dello spettatore (la chiamata di Peter a Charlotte nel momento della sparizione di Mikkel), ma soprattutto di gettare ulteriori misteri e dubbi con un alone spesso e cupo su alcuni dei personaggi in scena.
Parallelamente a ciò, anche Jonas continua con le sue ricerche seguendo la traccia lasciatagli dal padre sulla complicata mappa della caverna di Winden. Quell’interrogativo, “dov’è il passaggio?“, sembra risuonare come un monito, ma potrebbe condurre a due diverse spiegazioni: la prima relativa a Mikkel ed alla sua ubicazione temporale, la seconda relativa proprio al padre di Jonas ed alle motivazioni collegate al suo insano gesto di togliersi la vita.

“The beginning is the end and the end is the beginning.”

La puntata spende i minuti conclusivi per introdurre ulteriori enigmi, personaggi e altri interrogativi. Su tutti spicca ovviamente: “chi è Noah?
Posto in essere il suo collegamento con Charlotte (dice di conoscerla), è da comprendere se questo individuo giunga dal passato o se “Noah” rappresenti un soprannome per non rivelare la vera identità del personaggio. D’altra parte, c’è sempre da tenere in considerazione una cosa mentre si sta guardando Dark, ossia che la narrazione e lo scandirsi del tempo è da intendersi come una ciclicità di eventi e non invece come una vera linea temporale con punti fermi e stabili. Il passato influenza il futuro, così come il futuro influenza il passato: questo è il messaggio della serie e la chiave di lettura che permette di inquadrare la narrazione.
Nonostante tutti questi elementi di sviluppo, però, ad inizio recensione si faceva menzione di una staticità e pedantismo narrativo attorno ad alcuni elementi. Tra tutti, la sottotrama riguardante Ulrich e la sua imperitura ricerca del figlio; ma è da riportare anche la questione degli esperimenti che fino a qui sono stati solo velatamente presentati (e fatti immaginare allo spettatore con due diverse scene distanti tra loro) ma mai veramente introdotte ed approfondite degnamente. E’ indubbio che una puntata relativamente a questo sia presente nella stagione, tuttavia non sarebbe stata una cattiva scelta iniziare ad approfondire l’argomento ora piuttosto di una puntata tematica (così come lo è stato per la scorsa relativamente all’arco narrativo del 1986).
Dark si compone quindi di due caratteri narrativi: uno che lo sospinge verso lo sviluppo e la risoluzione, il secondo che lo tiene ancorato e che non lo lascia progredire. E nonostante qualitativamente la serie continui a rimanere a livelli medio/alti, questo attendismo narrativo (sotto determinati aspetti, è da ricordare) inizia a farsi sentire.
Il lavoro svolto in quanto a regia e sceneggiatura è di indubbio valore e non è quello l’elemento qui “criticato”. Ciò che non convince, al momento, è l’assenza all’orizzonte di una vera destinazione. E’ indubbio che ciò che conta è il viaggio “seriale” ed il modo attraverso il quale questa meta immaginaria venga raggiunta: caratterizzazione dei personaggi, riprese, musiche, scene e scelte narrative non sono qui messe in discussione. Tuttavia, una parvenza di idea andrebbe concessa allo spettatore per evitare di fargli provare una sensazione di spaesatezza cinematografica.

“Symmetry is a special kind of doubling. The repetition is mirrored along a central axis. So, the repetition begins at an imaginary center point and branches off in two opposing directions.”

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Noah
  • L’uomo mandato da Noah
  • Il vecchio Helge ed il suo collegamento con gli avvenimenti (passati e presenti)
  • Introduzione di episodio
  • Goethe ed il citazionismo ricercato della serie
  • Jonas e la caverna
  • Charlotte e Peter: un’altra coppia con problemi
  • Ulrich
  • Charlotte e Peter: un’altra coppia con problemi
  • Attendismo generale
  • Il continuo prendere e mollare degli sceneggiatori relativamente a sottotrame (esempio: 1986)
  • Parentesi teen (in)evitabile

 

Un Save dal sapore di “suo figlio potrebbe dare di più ma non si applica“.

 

Gestern und Heute 1×03 ND milioni – ND rating
Doppelleben 1×04 ND milioni – ND rating

 

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Conosciuto ai più come Aldo Raine detto L'Apache è vincitore del premio Oscar Luigi Scalfaro e più volte candidato al Golden Goal.
Avrebbe potuto cambiare il Mondo. Avrebbe potuto risollevare le sorti dell'umana stirpe. Avrebbe potuto risanare il debito pubblico. Ha preferito unirsi al team di RecenSerie per dar libero sfogo alle sue frustrazioni. L'unico uomo con la licenza polemica.

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