Designated Survivor 2×09 – Three-Letter DayTEMPO DI LETTURA 6 min

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Per i primi dodici episodi della prima stagione, “Designated Survivor” si è presentata come una serie fortemente incentrata sulla trama orizzontale; dalla morte di Peter MacLeish in poi, complice anche l’aumento del numero di episodi (scelta che, come sostenuto varie volte, è da ritenere sbagliata per uno show come questo), si è iniziato a dare sempre più importanza alla trama verticale, ossia ai classici casi del giorno. Se nella seconda metà della prima stagione questo tipo di trama risultava essere l’anello debole dei vari episodi, dato il forte interesse nel vedere gli sviluppi e la risoluzione delle vicende relative alla cospirazione capeggiata da Patrick Lloyd, in questa seconda stagione, complice una trama orizzontale molto debole e che spesso sembra non avere un’idea precisa sul che strada seguire, le varie vicende autoconclusive hanno spesso rappresentato la nota lieta delle puntate. Se non altro per i temi affrontati, (quasi) tutti molto interessanti, e molti dei quali meritevoli, forse, di un approfondimento maggiore (tra queste, non si può non ricordare la questione delle statue confederate, o della Turchia). Una serie tv presentataci, un anno e mezzo fa, nel modo ambizioso nel quale ci è stata presentata “Designated Survivor”, però, non può certo accontentarsi di alcune storie del giorno di buona fattura (ma, in ogni caso, nulla di eccezionale); lo step necessario, per tornare ad esprimersi su livelli quantomeno accettabili, era necessariamente quello di riprendere le redini delle storyline principali e dare loro una forte spinta propulsiva.
In questo episodio, finalmente, si sono visti dei passi in avanti in questo senso; è stata ripresa con forza, infatti, la vicenda del conto nella banca di Saint Lucia e l’indagine di John Foerstel. Questa accelerazione, oltre che per dare nuova linfa allo show (la settimana prossima sarà trasmesso il winter finale), era indispensabile anche dal punto di vista logistico. Come è noto da mesi, infatti, Natascha McElhone (la First Lady) lascerà lo show per dedicarsi a “The First”, serie tv di Hulu creata da Beau Willimon (House Of Cards) e con protagonista Sean Penn, e la scelta più logica sarebbe farla uscire di scena durante il midseason, così anche da lasciare gli spettatori con il solito cliffhanger di metà stagione.

 

Tom: “I can’t believe you just said that. You’re questioning my commitment as a husband because I won’t interfere in an investigation where we’ve done absolutely nothing wrong?
You’re a hell of a lawyer, Alex. But you are a lousy defendant” 

 

È alla luce di tutto ciò, dunque, che si deve leggere anche l’accesa discussione (probabilmente la prima dal pilot ad oggi) avvenuto tra i due coniugi presidenziali; questa lite, infatti, sembra mostrare ancora una volta un atteggiamento molto sospetto da parte di Alex; tutta la vicenda di Eric Little e della Icarus sembra già piuttosto strana di suo. Se a questo si aggiunge, inoltre, il conto in banca nell’isola di Santa Lucia, si ha la chiara sensazione di trovarsi davanti ad un bivio: questo groviglio piuttosto intricato, dunque, o è il frutto di una gigante cospirazione molto ben orchestrata, o ha alle sue spalle qualche personaggio di spicco che sta cercando di farlo passare per un complotto. La natura della serie, e le vicende della prima stagione (bisogna ancora scoprire i danni causati dall’incursione dall’hackeraggio di Lloyd, ma temiamo che quella sottotrama sia finita nel dimenticatoio), farebbero propendere per la prima ipotesi ma, alla luce del comportamento della First Lady e della sua imminente uscita, non si può certo escludere la seconda.
Nell’analizzare questa situazione, si deve obbligatoriamente tenere conto anche delle probabili modalità di uscita di questo personaggio: essendo, infatti, un addio definitivo, presumibilmente si sceglierà un modo che non possa lasciare porte aperte, ma che chiuda definitivamente la questione. La soluzione più ovvia parrebbe essere, naturalmente, la morte; l’unico timore che si può nutrire nei confronti di questa scelta è quello relativo al ripresentarsi di un caso analogo a quello di Eric Little, ossia di una persona che è l’unica a poter collegare vari pezzi del puzzle, ma che viene uccisa prima di poter rivelare qualcosa. Ancora una volta, dunque, quello che conta non è tanto ciò che si racconta (che, per carità, ha comunque una sua importanza), ma come lo si racconta.

 

Lyor: “Helen Adamson is the colony collapse disorder.”
Seth: “Okay, Animal Planet, you want to slow down and take me through it?”

 

Due episodi fa, mentre l’interessante vicenda turca veniva oscurata dalla discutibile risoluzione dell’omicidio di Charlotte Thorne e dalle vicende di Leo, si era lodata quantomeno la mancanza della “linea comica” (che, più che ad un drama statunitense, fa pensare a Boris) che vede come protagonista assoluto Lyor. Il suo personaggio, infatti, ci viene sempre descritto come estremamente intelligente, ma prove effettive e concrete di questa intelligenza collegate al ruolo che ricopre sono estremamente marginali rispetto ai teatrini durante i quali agisce come la versione stereotipata di character geniali ma bizzarri che sono da anni presenti in vari show (con fortune ben maggiori). Questa volta, invece, la comicità è tornata in auge, visto che a Lyor è stato affidato il compito di occuparsi, assieme a Seth, di un caso di morte improvvisa di api che si trasforma ben presto in un litigio coniugale. Anche in questo caso, le qualità di Lyor non sono usate in modo funzionale alla storia, bensì sono limitate alla semplice elencazione di conoscenze teoriche mnemoniche fini a se stesse.
Parlando in generale della trama verticale del giorno, l’idea che c’è dietro a “Three-Letter Day” è molto interessante, ma lo stesso non si può dire dei risultati ottenuti. La scelta di risolvere ben due delle tre vicende con un semplice movente di gelosia, infatti, sembra nascondere una scarsa fantasia da parte degli autori. Non tutto, però, è da buttare: il caso del condannato a morte di cui si occupano Aaron ed Emily è ben congegnato e i suoi sviluppi non si sono rivelati prevedibili come quelli delle altre due storyline. Quello che salta più all’occhio, inoltre, è che non si è scaduti, questa volta, in una risoluzione contraddistinta da troppa bontà e leggerezza d’animo (due cose che mal si addicono ad uno show politico).

 

Hannah: “Do we know who it was?”
Chuck: “No. But I triangulated the signal based on the cellphone towers. The call came from Fourth and H.”

 

Nel finale, un colpo di scena scuote anche le vicende di Hannah e Damien Rennett. Al di là di alcune scene che avrebbero potuto far intuire un coinvolgimento dell’agente inglese (ad esempio, la sua insistenza sull’accompagnarla a Santa Lucia è sembrata da subito un po’ troppo sospetta), l’elemento che inequivocabilmente faceva capire come qualcosa non andasse è un altro, e non si sa se considerarlo un buco narrativo o una semplice disattenzione di Hannah, che ha abbassato la guardia: Rennett, infatti, ha detto di essere stato assegnato all’ambasciata negli Stati Uniti (e già questa sarebbe una coincidenza quantomeno curiosa), e l’agente Wells non ha controllato affatto la veridicità di tutto ciò (strano, per una persona scrupolosa e attenta come lei); inoltre (anzi, soprattutto), quello che veramente fa alzare un sopracciglio è che Rennett, a lavoro, pare non andarci mai, essendo la maggior parte del tempo da Hannah. In ogni caso, sarà interessante approfondire il ruolo dell’agente inglese nella vicenda, anche e soprattutto per le possibilità relative ad un coinvolgimento di vari Paesi esteri (ed alleati) in tutta questa vicenda.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • La vicenda di Chandler Dern 
  • Sviluppi nella vicenda della Icarus 
  • Idea del Three-Letter Day 
  • La linea comica di Lyor 
  • La vicenda degli Adamson  
  • Lo sviluppo della vicenda della vedova Goff 
  • Alcune incongruenze 

 

A differenza di altre occasioni, questo episodio di “Designated Surivor” non è totalmente insufficiente. Sebbene la sufficienza non sia pienissima, merita comunque un “Save”, soprattutto nella speranza che il midseason riesca finalmente a far ingranare questa stagione.

 

Home 2×08 4.03 milioni – 0.7 rating
Three-Letter Day 2×09 3.87 milioni – 0.7 rating

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Romano, studente di scienze politiche, appassionato di serie tv crime. Più il mistero è intricato, meglio è. Cerco di dimenticare di essere anche tifoso della Roma.

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