Massimo: “When I was a boy I thought that happiness was a goal. So I ran as far as possible. But the farther I went, the farther my goal became. But I didn’t go towards happiness, I ended up in a cage that I had built myself.“
Come si poteva dedurre dalla conclusione del precedente, quest’episodio è tutto ambientato nel 2020, mentre il Covid infuria.
I filmati di repertorio aumentano nel pubblico la connessione con i personaggi rappresentati e le vicende narrate, perché si parla di situazioni capaci di lasciare un profondo segno nella vita di tutti.
Non meno emozionanti sono le riflessioni suscitate da quanto messo in scena. Passano, ad esempio, sequenze in cui si parla dei principi sauditi, giocatori di primo piano sullo scacchiere mondiale, forti del petrolio che possiedono e controllano. Impossibile non pensare agli attuali super rincari delle bollette.
LA CINA, PERICOLOSAMENTE VICINA
Perché il finale risulti soddisfacente per gli spettatori, i cinesi devono dimostrare di essere i cattivi della situazione. In realtà, ambedue le parti in causa, occidentale e orientale, hanno il loro lato oscuro.
Cheng Liwei, però, arriva adeguatamente vicino a rappresentare il villain di turno quando parla con Wu Zhi del fatto che “la vera libertà è andare avanti e vivere un giorno in più”. Suona quasi come un ricatto da gangster: “tu mi dai tutto” oppure “tu fai come dico io e in cambio avrai salva la vita”.
Sarebbe interessante se lo show non abbandonasse questi personaggi, per far vedere come la pandemia avrà certamente e profondamente inciso anche sulla loro società. Questo, però, dipenderà anche dalla realtà, ovvero dalle attuali relazioni fra Cina e Russia, cruciali per la soluzione della guerra in Ucraina.
POTERE AI PICCOLI (INVESTITORI)
Nadya è sempre molto opportuna. Come Massimo, anche lei torna alla ribalta dopo anni di latitanza per guidare un nutrito gruppo di giovani, piccoli investitori nella scalata alla NYL.
L’ardita operazione riesce, i cinesi sono estromessi dalla banca, tutto lascia ben sperare per un futuro della finanza più democratico, ma c’è un ma. Gestire i movimenti economici sposta gli equilibri geopolitici mondiali, quindi richiede specifiche competenze in diversi campi. Non si sa chi le possiede nel gruppo dei giovani amici social di Nadya, né in quale percentuale. Per fortuna, viene quasi da dire, Dominic Morgan è sempre ai piani alti (se non proprio al 13°), lui e quelli come lui non hanno alcuna intenzione di mollare e il prossimo round dello scontro è rimandato ad un futuro non lontano.
BILANCI FINANZIARI E BILANCI DI VITA
Oltre all’attualità politica e alla gestione dell’economia di altissimo livello, il tema del bilancio esistenziale emerge forte in tutta la storia. Lo fa sotto forma di bilancio di vita (quando una persona si chiede se ciò che fa lo soddisfa davvero) e di bilanciamento fra lavoro e vita privata.
Non per niente, Oliver finisce nuovo CEO (giovane e soprattutto di pelle nera) della NYL, ma perde la moglie a causa del Covid. Non riesce a riconciliarsi pienamente con lei e resta solo a badare a due figli. Qui bisogna applaudire la saggezza degli sceneggiatori: le scene di riconciliazione sul letto di morte riescono solo a Victor Hugo (già Balzac ci prova, ma non gli viene così bene). Meglio lasciar stare.
Massimo invece perde il lavoro, riesce a farsi scagionare dalle accuse a suo carico, ma riabbraccia Claire, la figlia sua e di Wu Zhi.
Tutto sommato, questo finale suona onesto e non troppo forzato.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Devils conclude degnamente questa sua seconda stagione e si prepara alla terza. Un nuovo ciclo di episodi è stato infatti ordinato per questa fiction, ormai diventata di lunga serialità. Gli sceneggiatori sono già al lavoro e hanno anticipato la loro intenzione di parlare dell’attuale situazione in Ucraina, con possibilità di modifiche in corso d’opera, come avvenuto per queste ultime puntate.
A questo proposito, capita a fagiolo l’introduzione dell’oligarca Anton, lasciato mentre si porta via Rebecca Farmer. Probabilmente, occorrerà attendere il 2024 per sapere se lo show avrà aggiunto al punto di forza della stretta attualità quello di una confezione meno semplicista in certi passaggi.
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Casalingoide piemontarda di mezza età, abita da sempre in campagna, ma non fatevi ingannare dai suoi modi stile Nonna Papera. Per lei recensire è come coltivare un orticello di prodotti bio (perché ci mette dentro tutto; le lezioni di inglese, greco e latino al liceo, i viaggi in giro per il mondo, i cartoni animati anni '70 - '80, l'oratorio, la fantascienza, anni di esperienza coi giornali locali, il suo spietato amore per James Spader ...) con finalità nutraceutica, perché guardare film e serie tv è cosa da fare con la stessa cura con cui si sceglie cosa mangiare (ad esempio, deve evitare di eccedere col prodotto italiano a cui è leggermente intollerante).