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“Are you the Bay Harbor Butcher?”
Convivere con l’oscuro passeggero è un risvolto narrativo in cui Dexter si è già ampiamente dilettato: il personaggio, infatti, ha più volte esposto il complicato rapporto sia con accurati monologhi, sia con brevi e (a volte decontestualizzate) confessioni. Basterebbe anche solo pensare alla sequenza dell’episodio 2×03, “Una Scomoda Bugia”. Si tratta pur sempre di una convivenza forzata, quindi, a cui nemmeno Harry Morgan era riuscito a trovare una vera e propria soluzione se non l’ordinata esecuzione del tanto nominato codice. Un codice costruito attorno alla decisione di concedere a Dexter una valvola di sfogo, non un tentativo di cambiamento; un codice che pone Dexter come vittima consapevole del suo problema, della sua debolezza, della sua sete di sangue.
Tutta questa prefazione per il semplice fatto che Dexter, nel corso di questo episodio, si ritrova spalla a spalla con un “collega” serial killer intenzionato (così sembrerebbe) a far ritrovare i corpi delle persone da lui uccise e nascosti diversi anni prima. Un’intenzione che si rivelerà ben presto falsa visto e considerato che Wayne Randall, l’assassino in questione, ha inscenato il tutto per potersi godere gli ultimi giorni di sollievo terreno prima di gettarsi in maniera brutale sotto un camion, proprio di fronte a Dexter. Randall porta in scena una rassegnazione totale ed un’abdicazione alla vita che colpisce Dexter nel profondo: Wayne si è rassegnato all’impossibilità di espiare le proprie colpe ed è rammaricato per le occasioni sprecate o quelle non colte. Wayne, così come Dexter, si dimostra incapace di accettare la realtà, decidendo di uccidersi.
Il tecnico forense, ormai abituato al proprio stile di vita, non sembra voler accettare in alcun modo il nuovo codice impostogli da Debra. Una non accettazione della realtà che si ripercuote nella sua vita passata (con Rita), presente (con Louis e Debra) e sicuramente futura.
Ma Dexter non è una macchina perfetta, mostrando ancora una volta un lato umano spesso e volentieri lasciato nel dimenticatoio da parte degli sceneggiatori: dopo un rapido ed inusuale confronto con Louis in casa di quest’ultimo (evidentemente a Miami non si pongono troppi problemi sulle intromissioni di estranei in casa), Dexter decide che è arrivato il momento per il ragazzo di scomparire definitivamente dalla sua vita. Seguendo il proprio modus operandi, quindi, tutto sembra delinearsi nell’ennesimo omicidio perpetrato dall’Oscuro Passeggero. Eppure qualcosa, a livello mentale, sembra bloccarlo. Una telefonata a Debra ed un accorato confronto tra fratello e sorella sembra riuscire a racquetare l’animo turbato del serial killer, preso evidentemente in una sorta di fase di transizione momentanea molto simile a quella di Jules (Samuel L. Jackson) in Pulp Fiction quando risparmia la vita al personaggio interpretato da Tim Roth all’interno della tavola calda. Una fase di transizione verso un Dexter più umano? In sei stagioni di messa in onda anche questo frangente è stato più volte affrontato dalla serie senza esser riuscito ad avere un vero e proprio seguito narrativo ed il rischio, anche questa volta, è che il tutto non trovi mai un seguito.
Risulta interessante, comunque sia, il diverso approccio alla questione Oscuro Passeggero tra Debra ed Harry: il padre, complice anche una conoscenza del problema di Dexter da decisamente più tempo, aveva deciso di non eliminarlo (in quanto impossibile) bensì di incanalarlo in una valvola di sfogo socialmente utile; Debra, invece, punta con decisione alla disintossicazione di Dexter non realizzando quanto l’Oscuro Passeggero permei la vita del fratello e ne rappresenti parte integrante ormai da anni. Un controllo quotidiano e attento, quindi, non può in alcun modo essere sufficiente. Dexter lo sa; lo spettatore lo sa; sta a Debra, quindi, giungere alla realizzazione dell’impraticabilità di questa opzione.
Tutta questa prefazione per il semplice fatto che Dexter, nel corso di questo episodio, si ritrova spalla a spalla con un “collega” serial killer intenzionato (così sembrerebbe) a far ritrovare i corpi delle persone da lui uccise e nascosti diversi anni prima. Un’intenzione che si rivelerà ben presto falsa visto e considerato che Wayne Randall, l’assassino in questione, ha inscenato il tutto per potersi godere gli ultimi giorni di sollievo terreno prima di gettarsi in maniera brutale sotto un camion, proprio di fronte a Dexter. Randall porta in scena una rassegnazione totale ed un’abdicazione alla vita che colpisce Dexter nel profondo: Wayne si è rassegnato all’impossibilità di espiare le proprie colpe ed è rammaricato per le occasioni sprecate o quelle non colte. Wayne, così come Dexter, si dimostra incapace di accettare la realtà, decidendo di uccidersi.
Il tecnico forense, ormai abituato al proprio stile di vita, non sembra voler accettare in alcun modo il nuovo codice impostogli da Debra. Una non accettazione della realtà che si ripercuote nella sua vita passata (con Rita), presente (con Louis e Debra) e sicuramente futura.
Ma Dexter non è una macchina perfetta, mostrando ancora una volta un lato umano spesso e volentieri lasciato nel dimenticatoio da parte degli sceneggiatori: dopo un rapido ed inusuale confronto con Louis in casa di quest’ultimo (evidentemente a Miami non si pongono troppi problemi sulle intromissioni di estranei in casa), Dexter decide che è arrivato il momento per il ragazzo di scomparire definitivamente dalla sua vita. Seguendo il proprio modus operandi, quindi, tutto sembra delinearsi nell’ennesimo omicidio perpetrato dall’Oscuro Passeggero. Eppure qualcosa, a livello mentale, sembra bloccarlo. Una telefonata a Debra ed un accorato confronto tra fratello e sorella sembra riuscire a racquetare l’animo turbato del serial killer, preso evidentemente in una sorta di fase di transizione momentanea molto simile a quella di Jules (Samuel L. Jackson) in Pulp Fiction quando risparmia la vita al personaggio interpretato da Tim Roth all’interno della tavola calda. Una fase di transizione verso un Dexter più umano? In sei stagioni di messa in onda anche questo frangente è stato più volte affrontato dalla serie senza esser riuscito ad avere un vero e proprio seguito narrativo ed il rischio, anche questa volta, è che il tutto non trovi mai un seguito.
Risulta interessante, comunque sia, il diverso approccio alla questione Oscuro Passeggero tra Debra ed Harry: il padre, complice anche una conoscenza del problema di Dexter da decisamente più tempo, aveva deciso di non eliminarlo (in quanto impossibile) bensì di incanalarlo in una valvola di sfogo socialmente utile; Debra, invece, punta con decisione alla disintossicazione di Dexter non realizzando quanto l’Oscuro Passeggero permei la vita del fratello e ne rappresenti parte integrante ormai da anni. Un controllo quotidiano e attento, quindi, non può in alcun modo essere sufficiente. Dexter lo sa; lo spettatore lo sa; sta a Debra, quindi, giungere alla realizzazione dell’impraticabilità di questa opzione.
PRO:
- Il caso della stagione procede, così come le indagini riguardo l’omicidio di Mike, ma…
- Dexter e Debra
- Louis vs Dexter: un faccia a faccia interessante
- Wayne Randall-Dexter Morgan e la non accettazione della realtà
CONTRO:
- …la vera debolezza, ad ora, è l’estraneità di Dexter dalla trama in sé. Fintato che Dexter sarà concentrato nel contenimento delle reazioni di Debra (e viceversa), lo spettatore presterà maggiore attenzione a questi passaggi, piuttosto che al caso vero e proprio
- Se uno estraneo ti entra in casa a Miami, beh, sembra non interessare nemmeno al proprietario
- Dexter ed i suoi dubbi: ennesimo cul-de-sac narrativo?
Puntata che risente ancora molto del carattere introduttivo della puntata precedente, con risvolti sia positivi, sia negativi. La speranza è che il tutto inizi a decollare presto, altrimenti la partenza convincente di questa settima stagione esaurirà ben presto la sua forza.
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Conosciuto ai più come Aldo Raine detto L'Apache è vincitore del premio Oscar Luigi Scalfaro e più volte candidato al Golden Goal.
Avrebbe potuto cambiare il Mondo. Avrebbe potuto risollevare le sorti dell'umana stirpe. Avrebbe potuto risanare il debito pubblico. Ha preferito unirsi al team di RecenSerie per dar libero sfogo alle sue frustrazioni. L'unico uomo con la licenza polemica.