Doctor Who 8×08 – Mummy On The Orient ExpressTEMPO DI LETTURA 5 min

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“That job could change a man.” “Yes it does! Frequently!”


Non ci sono dubbi sul fatto che il team creativo abbia voluto procedere su due binari paralleli che in quanto tali non si incontrano mai. La trama orizzontale e quella verticale procedono con due passi completamente differenti. Ovviamente per trama orizzontale è bene considerare anche tutta la più o meno interessante vicenda di Clara e Danny e non solo l’angolo misterioso che, si spera, verrà risolto a fine stagione. Perché queste considerazioni? Perché “Mummy On The Orient Express” tradisce alcune mancanze. Se viene contattato lo sceneggiatore Jamie Mathieson e gli si chiede di scrivere un episodio con protagonisti il Dottore e Clara, bisognerà poi tenere conto del fatto che questo episodio è stato collocato successivamente ad una sfuriata epocale da parte di una companion nei confronti del Time Lord. Inserire l’aspetto del “last hurrah” non è sbagliato o brutto, semplicemente va ad aggiustare e ad annullare una evoluzione (o involuzione, se consideriamo il carattere di Clara che da impossible girl spensierata ed eroica è diventata una persona insicura e fortemente indecisa) che almeno per un episodio poteva venir fatta germogliare. Vedere il Dottore da solo sull’Orient Express spaziale avrebbe forse evocato troppo “Voyage Of The Damned” (con tanto di pop star come guest, anche se in questo caso è stata un’apparizione meno imponente, per usare un eufemismo), però non avrebbe pregiudicato nulla. Invece, un’altra volta ancora, il non detto e il non visto fanno da ponte per condurci ad un episodio in cui lo status quo della stagione viene confermato.
Ed è per questo che la telefonata finale con Danny acquisisce una serie di valori particolari. E’ da “Deep Breath” che Clara è perplessa e non convintissima di questa nuova incarnazione e il progredire della sua vita privata arriva ad accrescere un certo tipo di indecisione. Rimanere una Wendy insieme a Peter Pan nell'”Isola-che-non-c’è” oppure crescere? Però Peter Pan non possedeva una macchina del tempo, il Dottore sì. Quindi perché non continuare un altro po’ con la doppia vita? Tutto ciò è buono per il mantenimento di una schematicità che ha sempre contraddistinto DW, male per ciò che non è successo tra il precedente episodio e questo. La fretta, la velocità di narrazione e forse una probabile decisione sull’ordine degli episodi, successiva alla scrittura degli stessi, ci porta ad assistere a vicende sempre staccate l’una dall’altra. Persino nella serie classica (che in 26 anni poche volte si è guardata indietro) capitava talvolta un avvicendarsi di episodi con forte soluzione di continuità.
Veniamo a ciò che verticalmente ci viene mostrato. Il grandissimo pregio di questo episodio (magari non riscontrabile nell’immediato) è quello di aggiungere aspetti sulla nuova personalità del Dottore, anche con una trama non propriamente originale/brillante. Con un’atmosfera parzialmente evocante Agatha Christie (non è la prima volta) vi è l’ennesimo incontro con una delle tante figure celebri nell’immaginario popolare. Figura che poi, neanche a dirlo, stona totalmente con l’atmosfera fantascientifica, salvo poi rivelare la sua natura extraterrestre e perfettamente spiegabile scientificamente. Prima della mummia, infatti, era già accaduto (andando a memoria) con il licantropo (“Tooth And Claw”), con i vampiri (“Vampires Of Venice”) e con i fantasmi (“Hide“), solo facendo riferimento alla nuova serie.
Rispondendo a Clara (e forse anche a qualche fan), il Dottore dimostra di essere quello che è sempre stato, salvando tutti quanti e arrivando quasi a sacrificarsi per Maisie. Lo fa in maniera più burbera e meno melensa, dimostrando una forte praticità oltre che una maggiore disillusione (quella lunga guerra a Trenzalore deve averlo scosso parecchio).
Da notare alcune particolarità. Per la seconda volta di seguito, un’atmosfera chiusa e claustrofobica, che fa da ambientazione alla quasi totalità dell’episodio, subisce una radicale apertura nel finale. Esteticamente riuscitissima infatti la sequenza sulla spiaggia sassosa (si può dire con una discreta certezza che il vezzo di questa incarnazione, sia quella di scrivere per terra o su lavagne), evocante alcuni scenari del Dottore di Tom Baker insieme a Romana (vedere la sequenza di apertura di “The Leisure Hive” del 1980). E a proposito di T.B.: capiamo che la signorilità di questo Dottore è ben diversa da quella di alcuni predecessori anche per l’elegantissima confezione delle ritrovate jelly babies. A dimostrazione di come nella creazione del personaggio si sia voluto guardare parecchio indietro, senza poi inventarsi niente di così sconvolgente per la mitologia della lunga serie.

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • “Are you my mummy?”
  • “Can I talk about the planets now?”
  • Il Dottore salva tutti e il suo cinismo è di facciata
  • Sequenza finale
  • Il personaggio di Perkins
  • Il mistero su chi ha reclutato tutti quanti
  • Riferimento alla telefonata già ricevuta riguardo una “dea egizia sull’Orient Express nello spazio” alla fine dell’episodio “The Big Bang”
  • Poca continuità tra un episodio e l’altro
  • Troppe cose non viste
  • Le dinamiche Clara/Danny già sanno di stantio, niente a paragone, per esempio, con uno scambio di battute tra il Dottore e Perkins
  • Lo scienziato simile ad Einstein

 

Come detto ad inizio recensione, questa stagione mantiene un insieme di lavori ben fatti e confezionati che seguono lo stile dell’episodio classico per eccellenza su dimensione procedurale. Ciò snerva, rende impazienti e irrita molti fan che vogliono ritorni e risposte. Soffermandoci però esclusivamente sulla fattura di episodi come questo, non si può rimanere così scontenti, anche soltanto per le suggestive scenografie e per la recitazione di Peter Capaldi e Jenna Coleman.

 

Kill The Moon 8×07 4.8 milioni – ND rating
Mummy On The Orient Express 8×08 5.0 milioni – ND rating

 

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Approda in RecenSerie nel tardo 2013 per giustificare la visione di uno spropositato numero di (inutili) serie iniziate a seguire senza criterio. Alla fine il motivo per cui recensisce è solo una sorta di mania del controllo. Continua a chiedersi se quando avrà una famiglia continuerà a occuparsi di questa pratica. Continua a chiedersi se avrà mai una famiglia occupandosi di questa pratica.
Gli piace Doctor Who.

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