Dogs Of Berlin 1×04 – HeimspielTEMPO DI LETTURA 4 min

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Dogs Of Berlin rappresenta un prodotto che si segue per inerzia, perché in fondo durante il periodo natalizio, parallelamente ai numerosi recuperi di serie tv precedentemente programmati, c’è ben poco da vedere per quanto concerne la serialità. Appurato ciò, dopo aver superato in scioltezza quattro puntate di zero assoluto (non il gruppo musicale, ma si sta parlando di contenuti), ci si chiede quanto questa nuova sere tv di Netflix meritasse di trovare spazio sulla piattaforma: personaggi piatti, scene al limite del ridicolo (le voci che sente Kurt che occorrono più che altro allo spettatore per ricordarsi determinati dialoghi), fazioni di cui non si capisce la vera morale e lo spirito di gruppo, un caso poliziesco minimamente approfondito (in quasi quattro ore di messa in scena) ed uno stuolo di personaggi secondari completamente inutili in ogni frangente.
La vera fortuna per un prodotto di questo tipo, come appuntato in precedenza, è stata sicuramente la tempistica: la sua uscita nel mese più sguarnito e più libero (dicembre) rappresenta una manna dal cielo per una serie tv che fosse capitata, per esempio, ad aprile non avrebbe ricevuto la benché minima attenzione. Giustamente visto che prodotti come The Handmaid’s Tale e Westworld ancora trovavano spazio all’interno dei palinsesti in quel periodo.
Insomma, l’unica nota positiva di questa serie è collegata ad un fattore a lei esterna (le tempistiche di uscita)? Sarebbe alquanto inesatto attaccare alla cieca Dogs Of Berlin senza far notare quanto, comunque, la serie riesca a non annoiare. Un elemento che oggi come oggi, con le singole puntate delle serie tv sempre più lunghe e diluite per raggiungere spesso e volentieri l’ora di messa in onda, non è affatto da sottovalutare. Il comparto action ed un personaggio principale come Kurt sicuramente aiutano nel compito: l’animo diviso tra luci ed ombre del giovane detective della omicidi rappresenta, fino ad ora, l’unico vero punto di interesse della storia. Il suo continuo scontrarsi con la sfortuna e con il verificarsi della legge di Murphy sono i punti di maggior interesse dell’episodio: vedere il poliziotto doversi adoperare in fretta e furia per non esporsi e non farsi di conseguenza scoprire rappresenta il momento migliore della puntata che decide, si spera vivamente per pura utilità futura, di dedicare un’intera sottotrama (abbastanza corposa) al giovane calciatore che con l’errore dal dischetto ha condannato la Germania la sera precedente. Un giovane che ci viene mostrato chiaramente collegato alla stella della nazionale trovata morta nei giorni precedenti e di cui sentiremo ancora parlare all’interno della serie, ma che per ora fa mero riempitivo.
Desaparecidos pure il grazioso cane sputa dita ritrovato nel corso del primo episodio e malauguratamente diventato centro di interesse (forse più per il titolo della serie che lo rievocava che per altro).
Altro elemento di dubbio gusto e di cui si fatica a comprenderne appieno la posizione è sicuramente la moglie di Kurt. E’ percepibile la volontà degli sceneggiatori di concedere una tridimensionalità al detective, permettendo allo spettatore di valutarne il background famigliare, ma dopo la violenza della seconda puntata, la donna si ritrova a dover fronteggiare un gruppo di criminali che cerca di estorcerle il pizzo. Se non si trattasse di una serie con soggetto principale un gruppo di poliziotti intenti a risolvere un caso verrebbe da chiedersi se in Germania esista la polizia dal momento che nessuno sembra prenderla troppo in considerazione. Nemmeno dopo essersi fatta malmenare a morte e fatta distruggere il negozio. Ed in tutto ciò, Kurt continua ad esserne personaggio inconsapevole per non si sa bene quale strano motivo.
Quattro episodi superati e sei ancora all’orizzonte. Tanto vale armarsi di un po’ di pazienza (e di un paradenti visto la quantità di molari ed incisivi persi dai personaggi in scena) e continuare con la visione.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • E’ pur sempre Natale, qualche serie tv bisognerà pure guardarla, no?
  • Focus sul giovane giocatore di calcio per ora abbastanza inutile
  • Dinamiche tra i personaggi
  • Le voci percepite da Kurt che altro non sono che degli aiuti per lo spettatore per ricordare situazioni e dialoghi ben precisi
  • Trama abbastanza scialba

 

Un voto dettato più dal periodo in cui si sta guardando Dogs Of Berlin che dalla qualità in sé della serie. Un prodotto da cui si aspettava qualcosa di nettamente diverso rispetto a quanto finora mostrato.

 

Begegnung 1×03 ND milioni – ND rating
Heimspiel 1×04 ND milioni – ND rating

 

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Conosciuto ai più come Aldo Raine detto L'Apache è vincitore del premio Oscar Luigi Scalfaro e più volte candidato al Golden Goal.
Avrebbe potuto cambiare il Mondo. Avrebbe potuto risollevare le sorti dell'umana stirpe. Avrebbe potuto risanare il debito pubblico. Ha preferito unirsi al team di RecenSerie per dar libero sfogo alle sue frustrazioni. L'unico uomo con la licenza polemica.

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