Con la morte di Jakob le indagini di Astrid entrano nel vivo e se il primo episodio era risultato terribilmente introduttivo (del contesto) e poco specifico per il resto (personaggi e storia) questo secondo episodio (in Italia arrivato con il titolo “La ragazza è andata”) mostra i muscoli ed alza il tiro mettendo in campo diversi sviluppi e diversi “misteri” già risolti.
L’ISOLA E IL LIBRO
Due elementi avevano catturato l’attenzione nel precedente episodio: il primo era sicuramente l’isola, menzionata durante le interviste che fin da subito calamita l’attenzione dello spettatore; il secondo è il famigerato libro che viene richiesto con veemenza a Falke e che sempre durante le interviste viene citato.
Un libro ed un’isola, quindi. Ma cosa hanno in comune? Apparentemente nulla, ma Equinox si mostra una serie spregiudicata e diretta mostrando fin da subito le carte della propria mano: il libro è un manoscritto. più simile ad un diario in realtà, che Jakob dice di aver rubato (ma a chi?) e che sembrerebbe raccogliere al suo interno frasi di stregoneria, esoterismo e quanto si possa avvicinare a questi elementi.
L’isola invece è il luogo segnalato all’interno di una mappa tenuta nascosta all’interno del libro che sembrerebbe essere il luogo di una sorta di culto pagano. Ostara, infatti, citato nella canzone scritta da Falke e Jakob altro non è che uno degli otto sabbat pagani che si celebra il giorno dell’equinozio di primavera, nonché matrona della fertilità. Alcuni rimandi alle celebrazioni della festa di Ostara possono ancora oggi essere ritrovati all’interno della Pasqua cristiana (il nome tedesco, per esempio, il coniglio pasquale oppure il simbolo dell’uovo. I due interrogativi vengono quindi svelati ed ampiamente spiegati da Jakob che si mostra molto interessato all’argomento stregoneria (o wicca) costringendo con il suo forte carattere il resto del gruppo a seguirne le orme: Amelia per quanto si mostri fredda e dura non dimostra di avere una predisposizione alla leadership; Falke è un misero burattino che segue pedissequamente i propri amici; Astrid, forse la più ostica del gruppo, si innamora e porta avanti una relazione proprio con Jakob. Facile dedurre, quindi, che all’interno del gruppo ciò che dice quest’ultimo diventi legge ed obbligo. Curioso poi che proprio al ragazzo, nel futuro, si riservi una lapide con il simbolo da lui tanto ostracizzato.
RICORDI E REALTÀ
La costruzione della puntata viene portata progressivamente avanti con una costruzione interessante e utile a svelare via via sempre più segreti: i flashback svaniscono per fare spazio ad una narrazione a metà tra presente e passato, un intreccio elegante, ordinato e ben orchestrato. Basti richiamare all’attenzione la scena in cui Astrid entra a scuola nel suo vecchio paesino per cercare informazioni riguardo il professore della sorella, dove poco prima invece si intravedevano Amelia, Ida, Falke e Jakob scendere lungo le scale ed imboccare il corridoio. Passato e presente si mescolano, ma senza esserne intaccati minimamente.
LA MADRE E L’AUTISTA
Altri due personaggi entrano in scena in maniera più coinvolta: la madre di Astrid e l’autista del pullman che guidava la sera della scomparsa dei ragazzi.
La prima risulta completamente distaccata dalla realtà, ossessionata da Ida. Interessante la rappresentazione agli antipodi che viene fatta dei genitori delle ragazze: il padre, fin da subito rassegnato alla morte della ragazza (quasi arrendevole, verrebbe da pensare sappia qualcosa di più di quanto effettivamente dice); la madre, invece, ancora oggi non convinta, stralunata, ossessionata.
Il secondo personaggio, come detto, è l’autista del bus in stato mentale molto più che instabile e raramente a contatto con la realtà. In uno di quei pochi momenti sembrerebbe essere stato attirato dal volto del professore di Ida sulla fotografia che Astrid gli ha mostrato, ma è un altro dettaglio (nonché mini mistero) che Equinox lascia cadere all’interno dei propri episodi.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Un perfetto secondo episodio per Equinox che alza il tiro della storia, risolve alcuni piccoli misteri e ne introduce altri. La brevità della serie (sei episodi) ed il ritmo mantenuto a buon livello potrebbe determinare un’ottimo risultato finale.
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Conosciuto ai più come Aldo Raine detto L'Apache è vincitore del premio Oscar Luigi Scalfaro e più volte candidato al Golden Goal.
Avrebbe potuto cambiare il Mondo. Avrebbe potuto risollevare le sorti dell'umana stirpe. Avrebbe potuto risanare il debito pubblico. Ha preferito unirsi al team di RecenSerie per dar libero sfogo alle sue frustrazioni. L'unico uomo con la licenza polemica.