Johnny Lawrence: “Ali. You’re right. It’s crazy how things change. For a long time, I didn’t have much direction in my life. But then, things got better. I met a kid who needed some help. So I got back into karate, became a sensei.
There were ups and downs. I even gave up for a while. But I can’t give up anymore. I have a long way to go to be a better man, a better father, a better teacher. But I can make a difference in these kids’ lives. It’s a tough world out there, and I can help them be ready for it. That’s what I’ve been up to. That’s who I am. I’m a sensei”.
Con King Cobra, la fortunata serie tv Cobra Kai entra nel vivo della sua parte finale. Dopo l’ottimismo con il quale si era chiuso il precedente episodio, si ha ora un importante punto di svolta.
UNO SPIRITO POCO SOCIAL
Ancora una volta Johnny Lawrence mostra il suo lato più sentimentale, anche se ben celato dietro una scorza durissima: infatti, le lacrime sono lì lì per uscire nelle sequenze che lo vedono insieme a Miguel, ormai quasi un figlio adottivo con il quale tenta di riscattarsi per il fallimento del suo ruolo paterno con Robby. Ad un’attenta riflessione, però, questo punto risulta disturbante (e anche in contraddizione con l’intento degli autori di far emergere un lato più profondo del sensei) se si tiene presente che Miguel non è suo figlio e che per l’appunto Robby, figlio naturale del protagonista, è stato abbandonato al suo destino in carcere.
La serie in questo pecca ancora una volta ma, probabilmente, si può sorvolare in questo caso specifico, trattandosi di un momento particolare sia per il personaggio di Johnny sia per quello di Miguel. In ogni caso, il ragazzo si offre subito per aiutare un impacciato Johnny a creare un suo profilo sui social per fare colpo su Ali Mills, fiamma giovanile del sensei, e quel che ne viene fuori sono commoventi momenti in cui si capisce che i giovani hanno sempre qualcosa da insegnare agli adulti. E ovviamente viceversa.
I LARUSSO ALL’OPERA
Altra situazione è quella dei coniugi LaRusso che, dopo il fortunato salvataggio della concessionaria in seguito al viaggio di Daniel a Okinawa, sono impegnati nella lotta contro il sensei Kreese. Infatti, la signora LaRusso decide di agire legalmente per farla finita una volta per tutte e riportare l’ordine nel quartiere.
Questa improvvisa evoluzione è sicuramente una nota di merito per un personaggio che fino a questo momento sembrava non essere esattamente minimamente interessato alla situazione.
ANCORA SU JOHN KREESE
Gli autori durante questa terza stagione si sono particolarmente concentrati sulla definizione del sensei Kreese. Come già in “Nature Vs. Nurture“, lo spettatore viene di nuovo catapultato nelle profondità della psiche di John Kreese e assiste alle origini del suo male: Vietnam, 1968.
Il capitano del battaglione convoca un giovanissimo Kreese, selezionato per le sue straordinarie capacità e per la sua dedizione alla causa, coinvolgendolo in una missione segreta e molto pericolosa nel nord del Vietnam. Il capitano sembra proprio colui che lo educherà, oltre alla violenza, anche al karate.
Questo aspetto connaturato della personalità di John si vede compiutamente in questo episodio, in cui, tramite una violenta selezione, il sensei riesce nel suo intento: incattivire ancora di più i ragazzi. Emblematico, a tal proposito, risulta il combattimento di Falco contro un suo vecchio bullo, in cui emerge tutta la disperazione (e ora anche la consapevolezza) della sua condizione e il desiderio di vendetta, fin dall’inizio presente, contro chi un tempo aveva un potere fin troppo grande su di lui.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Sempre piacevole è la visione di questo show che si sta evolvendo in termini di profondità dei personaggi in maniera sempre maggiore. Si spera in uno sviluppo successivo sempre migliore.
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La notte sognivaga passeggia nel cielo ed il gufo, che mai dice il vero, sussurra che sono in me draghi ch'infuocano approdi reali e assassini seriali, vaghi accenti d'odio feroce verso chiunque abbia una voce e un respiro di psicosfera che rende la mia indole quanto mai nera. Però sono simpatica, a volte.