Equinox sembra costruita su un duplice utilizzo di velocità e ritmo: il primo e questo terzo episodio sembrano quasi voler tergiversare attorno alla storia introducendo nuovi fattori, abbozzando personaggi, creando nuovi misteri. Il secondo episodio (e si può presupporre anche il quarto), invece, è stato votato alla spiegazione e all’esposizione di tutti quegli elementi carichi di mistero (l’isola, il libro, ecc.). Una decisione consapevole, quindi, che però finisce col non convincere pienamente in questi episodi (quelli “introduttivi”) peccando soprattutto dal punto di vista del mero coinvolgimento spettatoriale.
FLASHBACK E VISIONI
Le visioni di Astrid, alternate a delle specie di sedute spiritiche, aiutano a comprendere come mai la madre, appena rivista la figlia, avesse chiesto con espressione non proprio convinta se fosse guarita. Ma si tratta di uno dei pochi elementi di ricollegamento rispetto a quanto avvenuto nei passati episodi.
Molto più scarni risultano invece i flashback, anche se la loro contrapposizione al presente continua a renderli un elemento di sicuro effetto: il passato di Ida (mostrato dagli occhi di Astrid) è quasi melenso, carico di gioia e votato all’amore; il presente invece è tetro (anche meteorologicamente parlando), incerto, apatico.
ESOTERISMO O…?
I prossimi episodi saranno utili nel comprendere quanto Equinox strizzi l’occhio all’esoterismo e quanto desiderio invece ci sia in fase di scrittura nel voler trovare una spiegazione metafisica per quanto avvenuto (la scomparsa). Nei precedenti episodi il libro aveva dato il La a diversi elementi magici: il libro di Jakob, il culto di Ostara e la setta a lei collegata. Eppure è solo in questo terzo episodio che tutto diventa più tangibile, più concreto: il campeggio che il gruppo di quattro amici organizza sull’isola si conclude con la loro consapevole partecipazione ad una celebrazione (rivolta ad Ostara, così si deduce tra simboli e richiami) pagana. Il fatto che Ida fosse stata identificata (dal gioco di Jakob) come la persona che sarebbe stata sacrificata, non fa sicuramente presagire nulla di buono, eppure le tempistiche della sparizione sono altre quindi andrà approfondito quali risvolti avrà questo rito sui quattro ragazzi.
Il ritrovamento del professore, fino alla scorsa puntata elemento principale della storia, nonché punto centrale per una possibile risoluzione, si rivela essere di ben poco conto visto che esattamente come era stato con l’autista, il tutto si riduce ad una misera conversazione con Astrid. Niente di più. Una ricomparsa, salvo futuri sviluppi, decisamente sottotono e che affievolisce la narrazione ora più che mai in necessità di un nuovo mistero a cui appigliarsi.
“Quel simbolo è stato un po’ un’ossessione per me come storico. Non sappiamo molto, ma sappiamo qualcosa. […] Ha solo 300 anni, ma il ritrovamento più antico è di una caverna nella Francia del sud e hanno stabilito che risalga a 35.000 anni prima di Cristo. Appartiene a un culto animista delle divinità, esistito per migliaia di anni. Sono state trovate tracce in tutta Europa ed è evidente che, qui in Danimarca, giocò un ruolo importante e una figura molto importante di questa mitologia è questo tizio. Viene chiamato Lepusman. L’uomo lepre. È stato trovato sull’isola di Enehøje, giù a Nakskov, nel 1953, e si stima che abbia 14.000 anni.[…] Il ciclo della vita. Il cerchio è un anno. Qui c’è l’equinozio di primavera, il solstizio d’estate, l’equinozio d’autunno e il solstizio d’inverno. Sono stati punti cardine in tutta la storia dell’umanità. Ma per loro, il più importante era a primavera. In quel giorno, pensavano che la porta verso l’altro mondo si sarebbe aperta, e che allora gli dei sarebbero apparsi reclamando ciò che era loro. E questo, tutto quanto, è tenuto insieme da Ostara. È la dea che ha dovuto sacrificarsi, per far rinascere la vita.”
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Un ritmo blando, poco coinvolgente ma che a suo modo risolve alcuni dubbi e ne pone (anche se pochi) altri: Equinox a metà stagione si ritrova già nella posizione di dover fare il salto di qualità, altrimenti il rischio è quello di ritrovarsi di fronte ad un prodotto senza capo né coda.
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Conosciuto ai più come Aldo Raine detto L'Apache è vincitore del premio Oscar Luigi Scalfaro e più volte candidato al Golden Goal.
Avrebbe potuto cambiare il Mondo. Avrebbe potuto risollevare le sorti dell'umana stirpe. Avrebbe potuto risanare il debito pubblico. Ha preferito unirsi al team di RecenSerie per dar libero sfogo alle sue frustrazioni. L'unico uomo con la licenza polemica.