Fargo 1×06 – Buridan’s AssTEMPO DI LETTURA 4 min

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Era solo questione di tempo prima che questa serie esplodesse definitivamente. Ma che esplodesse nel bene o nel male? Potreste chiedermi: “ma prima era peggio o era meglio?”. Anche questa potrebbe essere una domanda legittima. Sinceramente non me ne importa niente. L’unico elemento che ritengo di dover prendere in considerazione è l’impatto che ho avuto a fine episodio. Questo dovrebbe essere il fattore più importante. Si potrebbe discutere tanto sulle scelte di trama, su alcune trovate un po’ fantasiose o un po’ scadenti. Ma tutte le valutazioni in questa direzione lascerebbero il tempo che trovano, dirottandoci in discussioni al limite del filosofico. Preoccupiamoci del presente, degli effetti immediati che abbiamo avuto guardando l’episodio.
L’inizio ripropone un topos a cui siamo stati abituati negli episodi precedenti: il dettaglio (in questo caso i pesci) che piano piano svela il quadro generale, facendoci capire solo in un secondo momento il contesto che ci viene mostrato. Dopodiché iniziamo a notare con una certa dose di piacere, di come si sia fatta economia delle storylines, ridotte principalmente tre: Lester in ospedale, Lorne con l’istruttore e Molly insieme a Gus. Capiremo alla fine dell’episodio come la diminuzione delle storylines sarà semplicemente dovuta alla diminuzione dei personaggi. Anche perché alla fine il tutto precipita. E lo fa nella maniera più grottesca e assurda (anche troppo, dirà qualcuno) che avrebbe potuto.
Prendete George R.R. Martin e fategli scrivere un episodio di Breaking Bad, oppure inserite il personaggio di Walter White in Game Of Thrones, quest’episodio nella sua “abbondanza” mi ha fatto pensare a un mix del genere. E proprio come WW, il “buon” Lester rivela quella che è la sua vera natura. Perché non neghiamocelo, nell’immagine stereotipata dell’inetto frustrato, era abbastanza chiaro che quella emersa con la martellata fosse la sua vera personalità. La strategia che elabora ha un ché di fumettistico (lo scambio di persona) e un ché di crudele. Una crudeltà a cui poteva giungere solo una dormiente mente criminale, o forse addirittura diabolica. Nascondere la pistola nello zaino del nipote “urinomane” è stata la ciliegina sulla torta. Il tutto per poi tornarsene indisturbato nel letto di ospedale.
Ho poi riso di gusto quando si è fatto riferimento “al suicidio più assurdo che io abbia mai visto”. Per quanto tragica e inverosimile la situazione, è da non sottovalutare l’impatto comico lasciato trasparire da certe soluzioni. E’ ancora da capire quale è il progetto di Lorne. In questo momento è l’unica deriva difficilmente prevedibile, non che le altre siano scontate.
E forse Gus avrebbe dovuto proprio lavorare alle poste. Sin dall’inizio si faticava un po’ a inquadrarlo come poliziotto. Il suo errore contribuisce solo un po’ ad aumentare il caos che si è venuto a creare. Caos estremamente silenzioso. La bufera di neve crea un’atmosfera surreale, come surreale è l’insieme di circostanze a cui stiamo assistendo. E’ come se pure l’esplosione dei colpi di pistola, ben udibili, risultassero silenziosi, essendo tutto così ben avvolto dalla neve. Citando Battisti, si può riassumere tutta la fortissima sequenza che vede protagonisti i due poliziotti, i due sicari e Lorne, i quali hanno pochissima visibilità gli uni sugli altri, dicendo che “come la neve, non fa rumore”. Anche i nostri sensi rimangono ovattati e ci mettiamo un po’ a realizzare e a ordinare l’entità degli eventi.
Infine sullo sfondo abbiamo la chiusura del mini-ciclo mistico riguardante Stavros, il quale è l’unico (per quanto strano sia il contesto) a muoversi in maniera totalmente irrazionale. E riguardante il tragico spettacolo che si trova davanti, non così inverosimile poi, lascio parlare niente mento che Alfred Hitchcock: La verosimiglianza non mi interessa. […] Siamo logici: se si vuole analizzare e costruire tutto in termini di plausibilità e verosimiglianza, nessuna sceneggiatura che si basi sulla finzione resisterebbe a una simile analisi; a questo punto non resterebbe che una cosa da fare: dei documentari… Chiedere a uno che racconta delle storie di tener conto della verosimiglianza mi sembra tanto ridicolo come chiedere a un pittore figurativo di rappresentare le cose con esattezza.
Si potrebbe discutere sulla resa qualitativa della serie in raffronto ad altri esempi cinematografici. Ma sarebbe sbagliato. La serie televisiva, ha come sua grande crociata: quella di intrattenere, scadendo se possibile anche in momenti deboli che avranno poi solo il potere di evidenziare i momenti forti. E’ una dinamica totalmente diversa, rispetto alla purezza di due ore di film. Ma è anche questo il bello: con la serie tv in ogni cosa si è costretti a sporcarsi le mani. E così sarà un procedimento estremamente vincente prendere il potenziale di un film, che volenti e nolenti dopo un po’ finisce, e farlo esplodere letteralmente in piccole unità che andranno soltanto a costruire una struttura molto più grande e divisibile nel tempo.

PRO:

  • So this guy gave all his money and a kidney away and then he killed himself
  • La botta generale allo spettatore
  • La canzone nei titoli di coda
  • “Il suicidio più assurdo che io abbia mai visto”
  • Pesci vivi, destinati alla morte, all’inizio e pesci morti alla fine
  • Lester che diventa Satana
  • Martin Freeman che recita interi dialoghi senza aprire bocca, la sua non è bravura, è proprio un dono
CONTRO:
  • L’inettitudine di Gus è sembrata illogica e utile solo a buttare il tutto più nel caos, ma riguardo concetti di logica e verosimiglianza si è già detto

 

All’ora di pranzo, questo episodio mi ha fatto passare la fame.

 

The Six Ungraspables 1×05 1.60 milioni – 0.5 rating
Buridan’s Ass 1×06 1.79 milioni – 0.6 rating

 

VOTO EMMY

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Approda in RecenSerie nel tardo 2013 per giustificare la visione di uno spropositato numero di (inutili) serie iniziate a seguire senza criterio. Alla fine il motivo per cui recensisce è solo una sorta di mania del controllo. Continua a chiedersi se quando avrà una famiglia continuerà a occuparsi di questa pratica. Continua a chiedersi se avrà mai una famiglia occupandosi di questa pratica.
Gli piace Doctor Who.

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