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Dopo quindici anni in casa NBC, Dick Wolf sbarca alla CBS con un nuovo procedural drama: FBI.
L’idea di FBI nasce nel 2016, come spin-off di Law And Order: Special Victim Unit, ma la NBC rifiutò la proposta di Wolf. E dopo aver visto il pilot di FBI, non si può non essere d’accordo con il network che ha cestinato la serie. La CBS, invece, acquista la serie a settembre 2017 ed è così che, un anno dopo, va in onda il primo episodio, diretto da Niels Arden Oplev (regista, tra le altre cose, del primo episodio di Mr Robot) e scritto da Craig Turk.
Non c’è niente di palesemente sbagliato in FBI, il suo problema principale è il suo essere anonimo. A livello di forma, infatti, il pilot è un episodio ben costruito, con una buona regia e recitazione. E’ il contenuto che non è meritevole di lodi o attenzione in generale. Già sulla carta lo show non prometteva bene, perché non si sentiva granché il bisogno di un ennesimo procedural poliziesco. Dopo aver visto il pilot, l’impressione iniziale dello show viene decisamente confermata. Questo non significa che FBI sia uno show completamente da cestinare, ma in esso non sono presenti caratteristiche che possano farlo spiccare tra decine e decine di show simili. E’ semplicemente una serie come un’altra, che lo spettatore può tranquillamente vedere distrattamente, come sottofondo alle sue normali attività quotidiane. E’ questa l’impressione che dà questo primo episodio, che funge ovviamente da biglietto da visita dell’intero show, e che, in questo modo, non invoglia particolarmente lo spettatore a continuare a vedere la serie. Non avidamente, almeno.
La scelta degli attori, almeno quelli principali, sembra azzeccata. Missy Peregrym e Zeeko Zaki vestono bene i panni di Maggie Bell, agente speciale dell’FBI con un passato doloroso e un carattere forte e sensibile, e Omar Adom Zidan, ex agente sotto copertura. Il materiale per delineare i loro personaggi c’è, ma non viene ampiamente e dovutamente sfruttato, preferendo concentrare l’attenzione sul “caso della settimana”, che è senza infamia e senza lode per la banale risoluzione avvenuta con la cattura del cattivo di turno. L’unica nota positiva della vicenda è la scelta di ingaggiare Dallas Roberts nei panni del bomber, sempre molto abile nell’interpretare killer sociopatici.
In definitiva, i personaggi vengono presentati in modo troppo superficiale, lanciando casualmente qualche indizio sul loro passato tanto per dare al pubblico un’idea generale della loro storia personale e, questa scarna presentazione, rende molto difficile per il pubblico empatizzare con loro e affezionarsi, il che è estremamente deleterio per show del genere che, non potendo fare affidamento su una trama orizzontale potente, hanno bisogno di personaggi forti e carismatici per catturare l’attenzione degli spettatori e tenerli agganciati all’amo.
Lo scopo dello show sembra, invece, essere quello di intrattenere superficialmente lo spettatore, senza coinvolgerlo troppo; non sembra esserci nulla di più profondo dietro la sua natura di procedural drama ed è un peccato, considerando che il padre di questo show è Dick Wolf, creatore di procedural estremamente di successo come, appunto, Law And Order SVU. Ci si aspetterebbe ben altro da Wolf, di certo non una serie anonima e senza alcun tipo di mordente.
Quindi, se cercate uno show da guardare superficialmente, per rendere più piacevoli le altrimenti noiose attività quotidiane, come stirare le camicie o piegare il bucato, e soprattutto senza sentirvi in obbligo a seguirlo con religiosa regolarità, FBI è ciò che fa per voi. Se invece siete alla ricerca di una serie avvincente, con ottimi personaggi e una cura particolare dei dettagli, fareste meglio a cercare altrove.
Non c’è niente di palesemente sbagliato in FBI, il suo problema principale è il suo essere anonimo. A livello di forma, infatti, il pilot è un episodio ben costruito, con una buona regia e recitazione. E’ il contenuto che non è meritevole di lodi o attenzione in generale. Già sulla carta lo show non prometteva bene, perché non si sentiva granché il bisogno di un ennesimo procedural poliziesco. Dopo aver visto il pilot, l’impressione iniziale dello show viene decisamente confermata. Questo non significa che FBI sia uno show completamente da cestinare, ma in esso non sono presenti caratteristiche che possano farlo spiccare tra decine e decine di show simili. E’ semplicemente una serie come un’altra, che lo spettatore può tranquillamente vedere distrattamente, come sottofondo alle sue normali attività quotidiane. E’ questa l’impressione che dà questo primo episodio, che funge ovviamente da biglietto da visita dell’intero show, e che, in questo modo, non invoglia particolarmente lo spettatore a continuare a vedere la serie. Non avidamente, almeno.
La scelta degli attori, almeno quelli principali, sembra azzeccata. Missy Peregrym e Zeeko Zaki vestono bene i panni di Maggie Bell, agente speciale dell’FBI con un passato doloroso e un carattere forte e sensibile, e Omar Adom Zidan, ex agente sotto copertura. Il materiale per delineare i loro personaggi c’è, ma non viene ampiamente e dovutamente sfruttato, preferendo concentrare l’attenzione sul “caso della settimana”, che è senza infamia e senza lode per la banale risoluzione avvenuta con la cattura del cattivo di turno. L’unica nota positiva della vicenda è la scelta di ingaggiare Dallas Roberts nei panni del bomber, sempre molto abile nell’interpretare killer sociopatici.
In definitiva, i personaggi vengono presentati in modo troppo superficiale, lanciando casualmente qualche indizio sul loro passato tanto per dare al pubblico un’idea generale della loro storia personale e, questa scarna presentazione, rende molto difficile per il pubblico empatizzare con loro e affezionarsi, il che è estremamente deleterio per show del genere che, non potendo fare affidamento su una trama orizzontale potente, hanno bisogno di personaggi forti e carismatici per catturare l’attenzione degli spettatori e tenerli agganciati all’amo.
Lo scopo dello show sembra, invece, essere quello di intrattenere superficialmente lo spettatore, senza coinvolgerlo troppo; non sembra esserci nulla di più profondo dietro la sua natura di procedural drama ed è un peccato, considerando che il padre di questo show è Dick Wolf, creatore di procedural estremamente di successo come, appunto, Law And Order SVU. Ci si aspetterebbe ben altro da Wolf, di certo non una serie anonima e senza alcun tipo di mordente.
Quindi, se cercate uno show da guardare superficialmente, per rendere più piacevoli le altrimenti noiose attività quotidiane, come stirare le camicie o piegare il bucato, e soprattutto senza sentirvi in obbligo a seguirlo con religiosa regolarità, FBI è ciò che fa per voi. Se invece siete alla ricerca di una serie avvincente, con ottimi personaggi e una cura particolare dei dettagli, fareste meglio a cercare altrove.
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FBI è uno show senza infamia e senza lode. Non fa propriamente schifo, ma non ha nulla di innovativo o originale, è un procedural come tanti altri, da guardare senza impegno e soprattutto senza aspettative.
Pilot 1×01 | 10.08 milioni – 1.3 rating |
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Un tempo recensore di successo e ora passato a miglior vita per scelte discutibili, eccesso di binge-watching ed una certa insubordinazione.