Comunicazione di servizio Fear The Walking Dead è una serie nelle cui recensioni scatta da sempre l’inevitabile paragone con la sua serie madre. Questo particolare (e la serie di commenti probabilmente ripetitivi che caratterizzano il resto delle recensioni) ha spinto la redazione di RecenSerie ad un nuovo sistema di stesura. Lo sparuto team di superstiti che ancora persevera nel recensire suddetta serie svolgerà un lavoro cooperativo. I lettori avranno modo di seguire un’interazione spesso negata dalla scrittura distaccata delle restanti recensioni. I tre recensori (Martin, Fabrizio, e Valerio) interagiranno tra loro, instaurando una dialettica che, con la forma del dialogo (anzi, del trialogo), punterà a commentare questa sesta stagione di Fear The Walking Dead. Ogni settimana uno dei tre recensori assumerà il ruolo di “intervistatore” stuzzicando gli altri due con tematiche e punti di interesse individuati durante la visione. Sarà un’estate molto lunga. L’estate è finita. Ora è ricominciata. Anno 2020: il Covid ha interrotto questa lunga sequela di idiozie sbarrate sul progredire delle stagioni. Fa anche un po’ freddino oggi.
Martin: Sono il solo che ha scoperto in questa puntata che June è praticamente un chirurgo?
Fabrizio: Ovviamente mi avessi chiesto “ti ricordi che mestiere fa June?” ti avrei risposto no. Ma dopo questa puntata sono riaffiorati dei ricordi in merito, e sono abbastanza sicuro che almeno un paio di puntate in passato fossero costruite proprio attorno alla sua professione – che dovrebbe essere infermiera – e al fatto che fosse la cosa più vicina ad un dottore in questo mondo post-apocalittico.
Valerio: Mah, stranamente io me lo ricordavo. Se qualcuno per strada mi avesse chiesto “che lavoro fa June?”, dopo “chi?”, avrei risposto “ah sì, qualcosa di medico”.
Martin: Di solito siamo abituati a dialoghi abbastanza futili ma questa volta sento che abbiamo raggiunto un nuovo traguardo con tutta una serie di frasi scontate (tipo June che dice che il tizio è sordo dopo l’esplosione o Luciana che afferma con una certa autorità che la gente non può fuggire perché non può camminare perché sennò lo avrebbero già fatto). Sono l’unico ad aver notato questo peggioramento?
Fabrizio: Non credo di essere in grado di notare miglioramenti/peggioramenti all’interno della serie. A mio avviso fa tutto quanto parte della medesima pila di letame fumante.
Valerio: Ormai non riesco veramente a stare attento a questi particolari. Guardo le immagini, leggo qualche sottotitolo e ne traggo le conclusioni su cosa sta più o meno succedendo.
Martin: C’è una sorta di amore/odio dei protagonisti verso Virginia o sbaglio? E, giusto per capire il vostro sentimento, avete esultato o pianto quando è stata morsa alla mano?
Fabrizio: Ho esultato ovviamente, odio Virginia. Personaggio inutile – lo ripeto ormai da settimane – e decisamente sacrificabile. Sono stato invece molto triste quando ho capito che June l’avrebbe salvata, quindi subito perché palesemente la donna non avrebbe mai avuto il coraggio di farla fuori risolvendo così i problemi di tutti.
Valerio: Ho stranamente esultato per il fatto che è stata scongiurata una fine totalmente anticlimatica per un villain che comunque vale ben poco.
Martin: Cosa ne pensate dell’idea geniale di continuare a sparare proiettili mentre piove petrolio?
Fabrizio: Dico solo: morte fiammeggiante!!!
Valerio: Ma sì, va bene tutto.
Martin: Ok quindi c’è una sorta di trama orizzontale ed il team “The End Is The Beginning” sembra essere il vero villain. O ho capito male io?
Fabrizio: Così parrebbe. Unica soluzione percorribile visto il poco carisma del villain stagionale originario. Speriamo solo che la frase non sia un monito per lo spettatore in merito a questa stagione di Fear, che immagino tutti quanti si augurino possa essere quella finale.
Valerio: Eh sì, sarà una specie di villain a lunga gittata utile per umanizzare Virginia in un’evoluzione sulla falsa riga di Negan. Cercando di trovare per lei uno spessore da un’altra angolazione, visto che per ora come villain non ha funzionato granché. Ovviamente le aspettative sono comunque bassissime.
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Ad un episodio dal midseason finale piove petrolio, non si ha la minima idea di cosa stia succedendo ma almeno c’è un po’ di casino. Comunque non sufficiente a salvare la puntata.
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Fondatore di Recenserie sin dalla sua fondazione, si dice che la sua età sia compresa tra i 29 ed i 39 anni. È una figura losca che va in giro con la maschera dei Bloody Beetroots, non crede nella democrazia, odia Instagram, non tollera le virgole fuori posto e adora il prosciutto crudo ed il grana. Spesso vomita quando è ubriaco.