From 3×03 – Mouse TrapTEMPO DI LETTURA 4 min

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4.1
(9)

From 3x03 recensione

Il terzo episodio di From si chiude con un il colpo di scena che non ci aspetta e che riesce a risollevare il livello della puntata, altrimenti solamente sufficiente. Bravo John Griffin, l’hai fatta grossa!
Il risveglio di Tabitha e del padre di Victor in un’ambulanza, bloccata da un albero caduto in mezzo alla strada, è un plot twist del tutto inaspettato, specialmente considerando che il pubblico poteva immaginarsi Tabitha nel “mondo reale” ancora per diversi episodi. Invece il suo immediato ritorno nel villaggio apre a nuove possibilità narrative che, onestamente, non erano state considerate (oltre che portare dei nuovi paramedici nel villaggio, cosa che non fa mai male visto la mole di feriti e morti che continuano ad esserci). Questo evento ribalta molte teorie sviluppatesi finora e rimodella le aspettative del pubblico sia sulla serie che su Victor e sul suo legame con il misterioso “Boy In White”, che a questo punto sembra avere come scopo finale il ricongiungimento tra padre e figlio.
Detto ciò, non si può negare un certo rischio che Griffin si sta prendendo visto che la serie si sta affidando un po’ troppo a questi colpi di scena sullo scoccare della fine per mantenere l’attenzione, lasciando gli altri aspetti narrativi in secondo piano per il resto della puntata. È arrivato il momento di spingere un po’ di più sullo sviluppo della trama, senza aspettare i finali di puntata per alimentare l’interesse.

SÌ OK, MA ORA ANDIAMO AVANTI


Dal punto di vista delle dinamiche personali, l’episodio offre alcuni spunti intriganti, anche se si continua a percepire un limite piuttosto fastidioso: i character continuano forzatamente a non condividere le proprie allucinazioni/esperienze tra loro. A parte frenare la costruzione di una strategia di sopravvivenza comune, e pur capendo che è un modo per rallentare lo sviluppo narrativo, non si può non constatare come tutto sia sempre un po’ forzato. Vedasi il caso di Jim che riceve una telefonata “dall’aldilà” ma non dice niente a Boyd; lo stesso vale per quest’ultimo che continua a parlare con il fantasma di Padre Khatri come se fosse tutto normale.
Nonostante ciò, si intravedono piccoli progressi, specialmente con la gravidanza di Fatima e il desiderio di riscatto far sgorgare sangue di Boyd. Per quanto riguarda la prima, si può apprezzare il tentativo degli sceneggiatori di giustificare scientificamente la fame morbosa di verdure andate a male di Fatima, facendo intendere che si tratti di un effetto collaterale della gravidanza. Per quanto riguarda Boyd invece, il cambio tattica per catturare uno dei mostri è un piano che ha certe somiglianze con gli eventi della scorsa stagione, esattamente di metà annata, e promette finalmente un’accelerazione del ritmo che non potrà che giovare alla stagione.

C’È PUZZA DI CHARACTER SECONDARIO PRONTO A MORIRE


A chiudere, dulcis in fundo, c’è una piccola analisi che arriva da decenni di esperienza televisiva di chi scrive queste righe perché, come spesso accade nelle serie tv, quando un personaggio marginale guadagna improvvisamente più spazio sullo schermo, il suo destino è spesso segnato.
La spedizione per cercare cibo di Jade, Kenny, Kristi e di un personaggio che chiameremo “vecchio lamentoso” puzza moltissimo di trappola. È verosimile che il vecchio lamentoso faccia una brutta fine durante la notte passata nelle capanne, il che potrebbe offrire ai mostri un’occasione per attaccare e dare alla prossima puntata un po’ di sana azione, che non guasta mai. Tuttavia questo sviluppo è piuttosto prevedibile e non sembra aggiungere molto di nuovo alla stagione, alimentando la sensazione che lo show stia seguendo alcuni schemi ripetitivi semplicemente perché ci sono dieci episodi da riempire.
Ovviamente si sarà più che lieti se si verrà smentiti.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Il tronco sulla strada: touchè, questo non lo aveva previsto nessuno
  • I preparativi di Boyd
  • La giustificazione “scientifica” della fame di verdure marce
  • Alcuni momenti un po’ banali
  • I soliti personaggi che non comunicano niente l’uno all’altro (vedasi Jim con Boyd)
  • Ritmo un po’ blando

 

Mouse Trap” è un episodio che si distingue principalmente per il plot twist finale, che risolleva l’interesse e apre a nuovi scenari inaspettati. Tuttavia, la serie ha bisogno di accelerare il ritmo e offrire una trama più coinvolgente durante l’intero episodio, piuttosto che affidarsi sempre ai finali per mantenere viva l’attenzione dello spettatore. Le dinamiche tra i personaggi principali continuano a evolversi, ma restano frenate da una comunicazione limitata e da una sceneggiatura che fatica a integrare completamente i vari spunti narrativi. Nonostante ciò, la cattura di un mostro potrebbe offrire una svolta interessante e movimentare le prossime puntate.

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Fondatore di Recenserie sin dalla sua fondazione, si dice che la sua età sia compresa tra i 29 ed i 39 anni. È una figura losca che va in giro con la maschera dei Bloody Beetroots, non crede nella democrazia, odia Instagram, non tollera le virgole fuori posto e adora il prosciutto crudo ed il grana. Spesso vomita quando è ubriaco.

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