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Sarebbe sbagliatissimo attribuire a Ghosted la caratteristica di serie “nostalgica”, ovvero serie che tenta di recuperare cliché e classicità varie di un certo tipo di tv o cinema di una volta. Stranger Things casomai potrebbe essere quell’esercizio di stile utile a confondere spettatori di un futuro remoto, riguardo l’epoca di realizzazione.
Ghosted prende sì spunto da schemi usati (e forse anche abusati) ma non lo fa certamente per un qualche tipo di nobile fine filologico. Ghosted è una serie pigra, non cerca la formula innovativa semplicemente perché probabilmente agli autori non va. Preferisce rischiare la cancellazione piuttosto che fare quello sforzo in più e tentare di inventare qualcosa di nuovo.
Come? Sembra che se ne stia parlando male? Tutto il contrario. Questa peculiarità (ovvero la mancanza di peculiarità) rappresenta il vero fiore all’occhiello di questa realizzazione targata Fox. Ma si è già parlato di come allo spettatore sia concesso fare clic al proprio cervello e abbandonarsi a 20 minuti di sano e puro cazzeggio.
La cosa impressionante è che le trame che vengono impostate sono così scarne e semplici che è possibile individuare all’interno dell’episodio momenti di demenziale attendismo, utile a far lievitare il minutaggio, contribuendo non poco ad un efficace quanto basico risultato comico. Alcuni esempi: lo scambio di battute tra Leroy e Max riguardo i film di Rambo, i video e le foto di Barry (forse il personaggio finora meno efficacemente sopra le righe, se si pensa che l’attore impersonava una delle figure più complesse della serie inglese Utopia…), i tentativi di abbraccio da parte di Barry nel finale.
La pigrizia di Ghosted è riscontrabile anche nella scelta del soggetto dell’episodio. Persone che svaniscono, invecchiando precocemente, ricchi signori con il dono dell’immortalità. La scelta sembra quella di creare il meno possibile fattori di disturbo verso gli scenari comici che Craig Robinson e Adam Scott possono perseguire. Da questo punto di vista è innegabile come per il primo vengano portati avanti dei progressi per quanto riguarda l’impatto comico, pur non riuscendo ancora a stare al passo con l’inevitabile ilarità suscitata dal secondo. Adam Scott si dimostra per ora forza trainante delle risate dello show.
La basicità della serie può essere considerata positivamente dal momento in cui vi è un piccolo particolare che fa pendere gli equilibri: la leggerissima e vaga trama orizzontale. Lo spettatore, rigorosamente a cervello spento, si rende conto che un vago disegno per l’andamento di Ghosted è previsto. Pensare a episodi auto-conclusivi, sconnessi l’uno con l’altro, avrebbe fatto pensare alla scelta di tirare a campare, con l’inevitabile rischio di cadere in un vortice di ripetitività, oltre che azzerando totalmente le possibilità di garantire longevità alla serie. La vicenda della moglie di Max, unito alla possibile love story Max-Annie, disegna un sottile filo che conferma il fatto che Ghosted stia andando da qualche parte.
Ghosted prende sì spunto da schemi usati (e forse anche abusati) ma non lo fa certamente per un qualche tipo di nobile fine filologico. Ghosted è una serie pigra, non cerca la formula innovativa semplicemente perché probabilmente agli autori non va. Preferisce rischiare la cancellazione piuttosto che fare quello sforzo in più e tentare di inventare qualcosa di nuovo.
Come? Sembra che se ne stia parlando male? Tutto il contrario. Questa peculiarità (ovvero la mancanza di peculiarità) rappresenta il vero fiore all’occhiello di questa realizzazione targata Fox. Ma si è già parlato di come allo spettatore sia concesso fare clic al proprio cervello e abbandonarsi a 20 minuti di sano e puro cazzeggio.
La cosa impressionante è che le trame che vengono impostate sono così scarne e semplici che è possibile individuare all’interno dell’episodio momenti di demenziale attendismo, utile a far lievitare il minutaggio, contribuendo non poco ad un efficace quanto basico risultato comico. Alcuni esempi: lo scambio di battute tra Leroy e Max riguardo i film di Rambo, i video e le foto di Barry (forse il personaggio finora meno efficacemente sopra le righe, se si pensa che l’attore impersonava una delle figure più complesse della serie inglese Utopia…), i tentativi di abbraccio da parte di Barry nel finale.
La pigrizia di Ghosted è riscontrabile anche nella scelta del soggetto dell’episodio. Persone che svaniscono, invecchiando precocemente, ricchi signori con il dono dell’immortalità. La scelta sembra quella di creare il meno possibile fattori di disturbo verso gli scenari comici che Craig Robinson e Adam Scott possono perseguire. Da questo punto di vista è innegabile come per il primo vengano portati avanti dei progressi per quanto riguarda l’impatto comico, pur non riuscendo ancora a stare al passo con l’inevitabile ilarità suscitata dal secondo. Adam Scott si dimostra per ora forza trainante delle risate dello show.
La basicità della serie può essere considerata positivamente dal momento in cui vi è un piccolo particolare che fa pendere gli equilibri: la leggerissima e vaga trama orizzontale. Lo spettatore, rigorosamente a cervello spento, si rende conto che un vago disegno per l’andamento di Ghosted è previsto. Pensare a episodi auto-conclusivi, sconnessi l’uno con l’altro, avrebbe fatto pensare alla scelta di tirare a campare, con l’inevitabile rischio di cadere in un vortice di ripetitività, oltre che azzerando totalmente le possibilità di garantire longevità alla serie. La vicenda della moglie di Max, unito alla possibile love story Max-Annie, disegna un sottile filo che conferma il fatto che Ghosted stia andando da qualche parte.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Una serie pigra, talmente pigra che sembra non voler a tutti i costi accattivare lo spettatore. E questo è un tipo di indipendenza a cui bisogna rendere merito.
Lockdown 1×04 | 2.71 milioni – 1.1 rating |
The Machine 1×05 | 2.33 milioni – 1.0 rating |
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Approda in RecenSerie nel tardo 2013 per giustificare la visione di uno spropositato numero di (inutili) serie iniziate a seguire senza criterio. Alla fine il motivo per cui recensisce è solo una sorta di mania del controllo. Continua a chiedersi se quando avrà una famiglia continuerà a occuparsi di questa pratica. Continua a chiedersi se avrà mai una famiglia occupandosi di questa pratica.
Gli piace Doctor Who.