Godfather Of Harlem 1×04 – I Am The GreatestTEMPO DI LETTURA 4 min

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Godfather of Harlem 1x04 RecensioneNuova puntata e nuovo regista per Godfather Of Harlem, show targato Epix/Star. Stavolta dietro al timone c’è Guillermo Navarro, regista di alcuni episodi di Narcos e Luke Cage, ma soprattutto direttore della fotografia di film del calibro di Jackie Brown di Quentin Tarantino. La fotografia, infatti, viene messa in risalto in un episodio di pausa, dove la trama orizzontale si concede un ampio respiro. Questo rallentamento nella narrazione fortunatamente non finisce per turbare lo spettatore, grazie all’ingresso in scena del mitico Cassius Clay.
Il pugile, interpretato da un sufficiente Deric Augustine, dà la possibilità agli autori di soffermarsi sul legame tra gli eventi storici noti e la malavita di Harlem. Il tutto è come sempre condito dall’ottima recitazione dei protagonisti, una scenografia convincente e una colonna sonora mai inadeguata.

CASSIUS CLAY VS SONNY LISTON


Già dal titolo dell’episodio, “I Am The Greatest”, è chiaro il riferimento allo storico campione dei pesi massimi Muhammad Alì. La puntata riprende temi già narrati nel film Una Notte A Miami… di Regina King, di cui si consiglia la visione per approfondire il rapporto tra Clay e Malcolm X. In particolare è importante vedere come il giovane pugile venga convocato da Malcolm X, quando Cassius Clay era già convertito all’islam. Tutti e tre gli uomini potenti di questa serie – Malcolm, Gigante e Johnson – hanno infatti interessi altissimi relativi al match famosissimo tra The Greatest e Doug Jones.
Gigante ha registrato la confessione di Clay e intende diffonderla per fare scacco matto alla Nation of Islam, garantendo una supremazia contro gli alleati del suo clan rivale. D’altro canto Malcolm X sa di avere un potenziale “sponsor” estremamente attraente per la sua religione e, soprattutto, per il suo attivismo. Infine c’è Bumpy Johnson, che intende trarre profitto dal match truccandolo, ma sarà l’unico a cedere alla volontà di Cassius, riconoscendo l’importanza che potrà avere quel giovane campione per la storia del suo popolo.
Da segnalare, inoltre, l’ottima regia dietro la sequenza del combattimento, alternando immagini di repertorio a scene girate in bianco e nero. Peccato per il combattimento (quello girato) tra Jones e Clay, poco credibile che stona nel contesto.

I SEGRETI DI GIGANTE


Proprio nella recensione della scorsa puntata, “Our Day Will Come”, veniva richiesta una maggior presenza del villain Vincent Gigante. Fortunatamente Brancato ed Eckstein, quasi come per magia, decidono di accontentare tale istanza, concedendo un ampio minutaggio al personaggio di Vincent D’Onofrio.
Il boss del ramo italiano del clan Genovese è sicuramente in difficoltà. Dal ritorno di Bumpy Johnson dal carcere ha perso terreno ad Harlem, un tempo suo monopolio in spaccio di eroina. L’occasione del match dei pesi massimi sarebbe da cogliere al volo, ma perde la sfida a distanza ancora una volta contro il padrino di Forest Whitaker. Interessante da vedere come a bordo ring per un combattimento di tale portata siano presenti numerosissimi gangster, seduti accanto agli uomini politici più importanti dell’epoca.
Un’altra svolta di trama importante risiede in un segreto che il boss cova da anni. È lui lo sconosciuto assassino, responsabile della morte del figlio di Joe Bonanno. Tale segreto, capace di scatenare una guerra sanguinosa tra la famiglia Genovese e la famiglia Bonanno, è purtroppo in pericolo. A Vincent Gigante non resta che armarsi di martello e zappa per dissotterrare letteralmente i suoi demoni.

INTRECCI AMOROSI


Altra tema ricorrente dell’episodio è il tradimento. Gli interessi personali e i legami sentimentali sono stati sin da subito una costante in Godfather Of Harlem. Inoltre la famiglia Johnson, ancora sconvolta dall’uragano Elise, continua a scricchiolare sempre più perdendo quella stabilità mostrata nel pilot. I coniugi Johnson si lasciano andare a numerose scappatelle, che si portano avanti anche da tanto tempo, e chissà che prima o poi questi nodi vengano a galla.
Infine la storyline dedicata a Stella e Teddy continua a non convincere. Bastano dei biscotti per far riappacificare i due giovani piccioncini. Le canzoni di Teddy, che fungono da soundtrack, sono l’unico motivo di interesse in una storia che non rapisce adeguatamente lo spettatore. Purtroppo rimane una delle poche note stonate in un ottimo complesso.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Regia del combattimento
  • Fotografia e scenografia
  • Tanto Vincent D’Onofrio, in versione “Kingpin”
  • La colonna sonore, sempre impeccabile
  • Gli stunt del combattimento
  • Attore di Cassius Clay con poco spessore
  • Stella e Teddy già fanno pace?

 

Godfather Of Harlem si prende una dovuta pausa, regalando però una bella pagina di storia, intrecciandola con i personaggi chiave dello show. Inoltre iniziano a nascere attriti negli equilibri stabiliti nelle prime tre puntate.

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Giovane musicista e cineasta famoso tra le pareti di casa sua. Si sta addestrando nell'uso della Forza, ma in realtà gli basterebbe spostare un vaso come Massimo Troisi. Se volete farlo contento regalategli dei Lego, se volete farlo arrabbiare toccategli Sergio Leone. Inizia a recensire per dare sfogo alla sua valvola di critico, anche se nessuno glielo aveva chiesto.

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