Giunge al termine della sua prima stagione la serie più sottovalutata di Star, la nuova sezione di Disney+. Lo show di Chris Brancato e Paul Eckstein si è rivelato una piacevolissima sorpresa. Dato il calibro di attori in gioco era difficile aspettarsi altro, ma i vari comparti tecnici, dalla regia, alla scenografia, passando per la colonna sonora, riescono a tenere altissimo il livello mentre vengono narrate le gesta del gangster Ellsworth “Bumpy” Johnson.
“Chickens Come Home to Roost” è, prevedibilmente, un finale abbastanza aperto. Si chiudono parecchi conti in sospeso, alcuni personaggi si evolvono definitivamente, mentre altri spiragli vengono lasciati aperti, in attesa di sapere di più in una già annunciata seconda stagione. Bumpy tronca definitivamente i rapporti con i Genovese, Malcolm lascia la NOI e giunge al termine anche la love story tra Teddy e Stella.
BUMPY CONTRO TUTTI
La scena iniziale è un perfetto esercizio di stile del genere gangster movie. A dire il vero, l’intero episodio si presterebbe benissimo a una visione cinematografica, dato il forbito linguaggio visivo e le scelte ricercate in cabina di regia. In sostanza, è in atto un vero faccia a faccia tra tutti i boss della famiglia Genovese. Chin ha persuaso tutti gli italiani per aizzarli contro il nemico dalla pelle diversa, che, dal canto suo, abbandona la famiglia per abbracciare finalmente la causa sociale nera.
Bumpy si allea quindi con il congressista Adam Clayton Powell. Il protagonista, interpretato da Forest Whitaker, è un personaggio cambiato. L’attentato nel finale di “Masters of War” ha cambiato profondamente Johnson e il suo modo di vedere l’attività criminale e i diritti civili. Finalmente il padrino di Harlem è un personaggio buono, non più un killer spietato ma un uomo con una sua etica e morale. Dovrà comunque affrontare le ripercussioni della sua scelta, temendo vendette e rappresaglie, come quella avvenuta in casa sua che ha coinvolto anche sua figlia Elise.
COMPLOTTI SU JFK
Con l’assassinio di John Fitzgerald Kennedy arriva l’ennesimo avvenimento storico, perfettamente intersecato con il puzzle di Godfather Of Harlem. Il 1963 è stato un anno di profondi cambiamenti, segnato da parecchi eventi dalla portata storica notevole. L’omicidio dell’allora presidente degli USA rappresenta l’apice di una scrittura intelligente capace di narrare e allo stesso tempo insegnare, e, se si conoscono già i fatti, raccontare la storia da un punto di vista inedito, che apre la mente allo spettatore.
Gli autori si lasciano andare anche ai vari complotti del caso, numerosi già allora, che comprendevano o meno il famigerato Lee Harvey Oswald. Le macchinazioni di Bumpy sull’implicazione di Bob Kennedy (assassinato cinque anni dopo) sono chicche squisitamente politiche per i conoscitori delle vicende in questione. Invece, la reazione di Adam, con un magnifico Giancarlo Esposito, tocca il cuore. Nell’arco dell’intera stagione, Jack Kennedy è stato un nome ampiamente citato, subendo numerosi attacchi da parte del congressista di Harlem. Per questo le lacrime di un nemico assumono un peso specifico ancor più importante, segnando così irrimediabilmente lo spettatore.
MALCOLM SOLO
Non poteva mancare la reazione di un’organizzazione chiusa come la Nation of Islam. Il pensiero estremista di Malcolm, che stride con quello ufficiale della NOI, si rivela la goccia che fa traboccare il vaso. Dopo la spia Elise e la conseguente mancanza di fiducia, la “passione” di Elijah Muhammad per le donne molto più giovani di lui, arriva finalmente il colpo di grazia alla permanenza di Malcolm X all’interno della NOI. Con questa scissione per il personaggio interpretato da Nigél Thatch viene segnato l’inizio della fine. X si è creato dei nemici e ne è consapevole.
Adesso la curiosità si sposta tutta sul salto cronologico che ci sarà tra la prima e la seconda stagione. Senza fare nessuno spoiler, viene per esempio introdotto un personaggio come Sam Cooke, sono già stati citati personaggi del calibro di Martin Luther King, per non parlare di Malcolm e Bumpy stesso. Fin dove si spingerà Godfather Of Harlem? Quali avvenimenti storici narrerà ancora? Quante stagioni ci vorranno per arrivare al fatidico 1968?
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Godfather Of Harlem saluta il pubblico con un finale in grande stile. “Chickens Come Home to Roost” è un episodio dal respiro cinematografico, denso di avvenimenti e ricco di contenuti. Succede tanto e le promesse per la seconda stagione sono succosissime, sperando magari in un maggior riscontro dal pubblico. Sarebbe anche il caso di investire su questo show entrato in punta di piedi.
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Giovane musicista e cineasta famoso tra le pareti di casa sua. Si sta addestrando nell'uso della Forza, ma in realtà gli basterebbe spostare un vaso come Massimo Troisi. Se volete farlo contento regalategli dei Lego, se volete farlo arrabbiare toccategli Sergio Leone. Inizia a recensire per dare sfogo alla sua valvola di critico, anche se nessuno glielo aveva chiesto.