Gotham 1×04 – ArkhamTEMPO DI LETTURA 7 min

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“Do you believe that Gotham can be saved?”

 

Come diciamo praticamente dall’inizio delle nostre recensioni del serial basato sulla città natale di Batman, il vero protagonista di Gotham è Gotham City stessa. Il Crociato Incappucciato da tutti amato, è un personaggio dalle molte caratteristiche e sfaccettature che, negli anni, hanno conferito agli scrittori la possibilità di immergerlo in altri generi per spaziare nelle sue avventure e renderlo un personaggio versatile ed adatto ad ogni esigenza narrativa; l’alter-ego di Bruce Wayne può essere camp, può essere action, può essere horror, può essere pulp e può essere noir, come può essere tanto altro. Sapendo che gli ultimi due sono quelli che meglio si sposano con il personaggio, la produzione decide di riprenderli e usarli per pennellare i toni di Gotham e delineare le caratteristiche della vera protagonista del telefilm.
Proprio come vuole la tradizione del noir, alla metropoli viene data una vera e propria caratterizzazione, come una di quelle irresistibile femme fatale del genere, trasformandosi da cosa a donna di cemento e granito. Come ci elencava la Meredith Brooks nel suo più famoso brano, una donna può essere tante persone e ricoprire tanti ruoli: questa volta, nel tour guidato dalla strana coppia Gordon/Bullock, scopriamo quanto Gotham possa essere meschina e puttana. Perchè è questo che è il telefilm: un tour guidato che ci spiega la città, i suoi abitanti e le situazioni che la rendono così. Ma non lo fa con una di quelle guide che parlano a raffica e con robotica parlantina, lo fa buttandoci a calci dentro la situazione, facendocela vivere attraverso questa formula da “favola crime”, che all’inizio non sembra dirci niente, ma che alla fine (collegando tutti i punti) svela la sua morale.
Come una madre, Gotham City prende i suoi figlioli e traccia per loro la strada che li porterà ad essere quello che saranno in futuro; basti vedere i nascenti screzi tra Jim e Barbara, o un sempre più fantastico Bruce che (in questa puntata più che mai) mostra i segni della lenta morte decadente del piccolo Wayne e la veloce ascesa del Cavaliere Oscuro. Ma la città è come una donna, ricordate? Non è niente nel mezzo: è tutto, è niente; se prima coccola tutti come un genitore, dopo li tortura come un bullo, costringendo gente come Oswald Coppelpot ad una violenta scalata alimentare verso il potere e facendo capire che se vuoi restare, devi pagare un copioso pedaggio di sangue. Come una fidanzata stronza, ferisce i loro cuori, mettendo il futuro Commissario Gordon nella posizione di sacrificare il piacere, per un dovere senza gloria. Come il diavolo, vende sogni a prezzi altissimi e Fish Mooney si accaparra giovani sacrificabili in cambio di presunto potere. La metafora, che questa settimana la serie vuole farci capire, è che la città più malfamata dei comics non è abbastanza grande per ospitare vittoria e sconfitta, optando per la terza opzione: vivacchiare, arrancare e contenere. Neanche sopravvivere, ma cercare di tenere l’ago della bilancia fermo dov’è, perchè a Gotham è così: pur vincendo si perde e perdendo si vince, Gordon e Liza questo lo provano sulla loro pelle, seppur in situazioni analoghe e capovolte. Da qui la domanda: “Gotham può essere salvata?”, “Non lo so, ma ci proviamo” è la risposta. “Ok, ma come?” direbbe qualcuno curioso e più pratico; beh, abbiamo parlato fino adesso di donne, no? “Chi le capisce è bravo” . Chi ci ha provato, è finito ad Arkham, che nonostante la puntata porti il suo nome, qui fa solo un’agghiacciante apparizione.
Purtroppo la formula da “crime case” settimanale, spinge gli sceneggiatori a trovare ogni settimana un nuovo villain da far affrontare alla sempre più compatta e paradossale coppia Gordon/Bullock (che, nella sua disfunzionalità, funziona a meraviglia); quello di questa settimana, Richard Gladwell, non si distingue particolarmente a causa del sua carisma troppo poco convincente, aggiudicandosi il record di primo antagonista dimenticabilissimo del serial. Inoltre, la trama ben costruita sull’assassino inarrestabile e sui giochi di potere politici delle varie famiglie per il controllo di Gotham, fa davvero la parte del leone all’interno di “Arkham”; escludendo la side-story che vede l’ascesa del Pinguino, che conquista sempre più nuovi sostenitori e fan, la narrazione parallela che vede Fish cercarsi una nuova assistente è molto, tanto, troppo telefonata e dall’esito scontato. Capiamo la necessità di riempire quarantaquattro minuti, ma meglio dieci minuti in meno, che riempiti con pochezza narrativa; speriamo solo che in futuro questo intermezzo abbia qualche utilità, ma conoscendo la diabolica città, sicuramente ci sarà una faccia di Gotham pronta per lei.

 

L’angolo del Nerd della fumetteria all’angolo

 

Poteva RecenSerie non sbattersi per voi e raccattare tutte le curiosità e le ammiccate d’occhio per questa incarnazione live-action della città più malfamata dei fumetti? Maccerto che no, doveva eccome! Per la gioia dei nostri carissimi lettori, come abbiamo fatto per Marvel’s Agents Of SHIELDThe Flash e Constantine, ecco a voi la “guida” a tutti i vari easter eggs e trivia disseminati nella puntata.

  1. L’arma usata da Richard Gladwell (personaggio inventato ex-novo per il serial) ricorda molto uno dei micidiali gadget a sorpresa di cui è composta l’arma caratteristica del Pinguino. Nei fumetti, infatti, l’ombrello che usa nel doppio ruolo di bastone da passeggio e arma è munito con una lama retrattile che fuoriesce dalla punta.
  2. A proposito del Pinguino. Quando Oswald Copplepot si presenta a Barbara Kean, per proteggere la sua identità, utilizza lo pseudonimo di “Peter Humboldt”; a quanto pare, il nostro caro Oswald ha una vera e propria passione per i pinguini, perchè il cognome fittizio corrisponde ad una vera e propria specie di pinguino: il Spheniscus Humboldti.
  3. In questo episodio fa il suo breve debutto il Detective Carlos Alvarez, il cui nome viene semplicemente usato come citazione. Alvarez è un personaggio che è entrato a far parte del mito Batmaniano molto di recente, per la precisione, nel rilancio dei New52 e come comprimario per la serie solita di Catwoman (precisamente su Catwoman #4 del 2012).
  4. Altro personaggio che fa il suo debutto, è Frankie “Angel” Carbone, gangster affiliato alla famiglia di Maroni preso direttamente dalle pagine della miniserie in tredici parti Batman: Il Lungo Halloween, storia piuttosto acclamata dai fan del pipistrello. Purtroppo per lui, il personaggio non durerà molto e morirà nel sesto numero della miniserie dopo un violento attacco ai danni del suo boss.
  5. Il personaggio di Carbone venne chiamato così in onore del Frankie Carbone del film Quei Bravi Ragazzi.
  6. Nonostante l’episodio ne porta il nome, Arkham Asylum fa poco più che un’apparizione d’onore, ma è giusto sapere qualcosa in più sul complesso. Oltre ad essere un manicomio criminale con la camera prenotata per molti avversari del pipistrellone, il complesso fu introdotto su Batman #258 del 1974 e si presentava già allora come un posto cupo, gotico e inquietante; Arkham non fa solo da istituto per il recupero di soggetti mentalmente instabili, ma anche come istituto carcerario per persone con particolari condizioni fisiche. Pensate a gente come Mr. Freeze, che pur non essendo pazzo, necessita di una cella su misura per poter sopravvivere senza la sua tuta di contenimento refrigerante. A causa dei pittoreschi Batman’s villains, e di una bakcstory agghiacciante, divenne presto un simbolo della instabilità mentale della città; come anticipato giusto adesso, solo in futuro venne creato un vero e proprio background dietro Arkham, che si scoprì esser fondato da Amadeus Arkham dalle ceneri della casa di famiglia dopo il suicidio della madre. Il dottore si impegnò per mettere in piedi una struttura dove curare le persone da malattie mentali al fine di riscattare il suo trauma, ma a causa di un terribile omicidio avvenuto proprio tra le mura di Arkham Asylum, la reputazione del posto non fece altro che crollare sempre di più verso il basso, diventando il simbolo di malattia e perdizione incurabile che possiede ora.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • La morale della puntata
  • Gotham City
  • Bruce sempre più Batman
  • Cobblepot sempre più Pinguino
  • Le dinamiche Gordon/Bullock
  • Richard Gladwell
  • La trama secondaria di Liza

 

Gotham mantiene stabile la sua narrazione e il suo stile, raccontandoci capitolo per capitolo televisivo, un pezzo diverso della più famosa città dei fumetti. Qualche sfumatura d’errore c’è, ma è solo qualche inciampino per uno show che è passato in tempo zero dal gattonare, al camminare: più una distrazione che veri propri errori. “Arkham” riconferma la solidità del serial e la sua grande compattezza, rendendosi sempre più coinvolgente.

 

The Baloonman 1×03 6.36 milioni – 2.5 rating
Arkham 1×04 6.39 milioni – 2.4 rating

 

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