Gotham 1×06 – Spirit Of The GoatTEMPO DI LETTURA 5 min

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“Golden rule of Gotham, Bullock: no heroes.”

Regola d’oro, invece, per i telefilm: mai schematizzare. Prima di molti altri aspetti, quello che più di tutti si fa notare in “Spirit Of The Goat”, è la meccanica di narrazione che ha assunto Gotham dall’episodio pilota fino ad oggi; se prima poteva essere semplicemente una tecnica di rodaggio per prendere confidenza con una licenza molto amata dagli spettatori e con alle spalle un’importante eredità, adesso il metodo “villain of the week” sta decisamente mostrando il fianco, lasciando trasparire i punti deboli di questa decisione stilistica, primi fra tutti: rischio di ripetitività e conseguente noia. Come detto poche righe fa, lo stile di narrazione sopra descritto dona al serial un certo aspetto abitudinario, che prevede uno storytelling preconfezionato e schematizzato, e quindi, degli svolgimenti meccanici che alla lunga diventano molto prevedibili. Il che è un vero controsenso, visto che il telefilm in questione tratta di una città caotica: fin troppo ordine e metodo in un paese governato dal disordine totale.
Un telefilm deve soprattutto stupire, ma non per quanto riesce ad esser simile ad una lista della spesa, ma per come riesce a tenersi gli spettatori con nuove, spiazzanti trovate possibilmente non trash. Gli episodi così detti “procedurali”, quasi mai hanno scontentano qualcuno, sopratutto se usati come pretesto per muovere alcuni personaggi sulla scacchiera della trama generale, in attesa che i tempi siano maturi per convergere il tutto in una puntata all’insegna dell’adrenalina; il problema, è che i tempi, ora come ora, sono maturi per davvero e di questo episodio casinista se ne sente un gran bisogno. Ma fortunatamente, anche se Gotham tira troppo per le lunghe la meccanica del “morto del giorno in HD“, questo non vuol dire che il serial sia già con un piede sul miglio verde.
Anche se queste caratteristiche erano già proprie del franchise di Batman, prima ancora di una qualsiasi trasposizione di ogni tipo, lo show decide di farci conoscere l’aspetto più deviato e disturbato di Gotham attraverso un linguaggio che è diventato presto cult: quello di True Detective. Inquietanti rituali, cadaveri deturpati e sfigurati, un colpevole insospettabile, una storia vecchia di dieci anni che torna a tormentare i protagonisti come un’ernia al disco e brillanti dialoghi: queste erano le caratteristiche che hanno presto reso True Detective un must watch per chiunque si consideri un’appassionato di telefilm, che qui ritroviamo in una versione più edulcorata e ridotta, trasformando il tutto ad una semplice citazione di un collega di genere. Certo, ribadiamo che queste caratteristiche erano già proprie del franchise pipistrelliano molto prima dell’arrivo del serial citato, ma Gotham fa semplicemente un cortesia ai suoi fan e spiega questo suo malato aspetto scegliendo di raccontarglielo attraverso un linguaggio più aggiornato e al passo coi tempi. Da vero “fantasma del passato” che si rispetti, non manca un confronto diretto con l’oggetto/persona dell’ossessione, che ha come ulteriore obiettivo quello di sfaccettare il burbero e disilluso Harvey Bullock, a cui viene data una backstory in linea con la caratterizzazione di Gotham City: o ti adatti a Gotham, o Gotham ti uccide, perchè la regola d’oro parla chiaro. Rientrando poi nel noir, immancabile anche la risoluzione del caso in una maniera del tutto imprevedibile come da tradizione del genere, conferendo un senso e una motivazione dietro una serie di eventi che sembravano non averne.
Avrebbe potuto essere una chiosa finale da ricordare piacevolmente, se proprio sul concludersi di “Spirit Of The Goat” non si fosse archiviato il caso della settimana in favore della storyline che vede Jim Gordon e il Pinguino amici/nemici; è un cliffhanger che fa sicuramente la sua porca figura, ma sbaglia purtroppo la tempistica, arrivando proprio nel modo in cui il caso viene ufficialmente dichiarato risolto, quasi come se volesse “tagliarla su” in fretta e furia, passando velocemente ad altro. Capiamo che questa rivisitazione di Oswald Cobblepot sta riscuotendo sempre più successo, ma addirittura “interrompere” un discorso già iniziato per far parlare lui e rubare la scena ad altri personaggi comparsi solo una volta (Ivy) o comparsi poco (Nygma), è decisamente esagerato.

 

L’angolo del Nerd della fumetteria all’angolo

 

Poteva RecenSerie non sbattersi per voi e raccattare tutte le curiosità e le ammiccate d’occhio per questa incarnazione live-action della città più malfamata dei fumetti? Maccerto che no, doveva eccome! Per la gioia dei nostri carissimi lettori, come abbiamo fatto per Marvel’s Agents Of SHIELDThe Flash e Constantine, ecco a voi la “guida” a tutti i vari easter eggs e trivia disseminati nella puntata.

  1. La maschera del “costume da capra” che indossano Earl e Milkie ricorda molto la maschera usata da Bruce Wayne in Mask. Pubblicata su Legend Of The Dark Knight #39-#40 nel 1992, questa storia in due parti aveva per protagonista un Bruce malato di mente ed internato in manicomio dove le sue avventure come Batman erano frutto della sua mente disturbata; Mask è ovviamente una storia immaginaria, fuori da ogni continuità ufficiale.
  2. Impossibile non notare il punto interrogativo sulla tazza del caffè di Edward Nygma, celebre simbolo del suo futuro alter-ego: l’Enigmista.
  3. La prigione in cui Montoya e socio vogliono scortare Gordon si chiama Blackgate. Si differenzia da Arkham Asylum poichè la prima è un manicomio criminale, la seconda è invece una prigione di stato vera e propria, creata appositamente per personaggi dotati di poteri o di particolari attrezzature che possano fornirgliene.
  4. Anche se non centra con la storia originale, ad un certo punto viene citato il titolo di una vecchissima storia di Batman intitolata The Goat Of Gotham, pubblicata su Detective Comics #108 del 1946.
  5. Il vecchio partner di Bullock,  Dix, è un personaggio inventato appositamente per lo show.
  6. Il penny trovato nelle vittime avrebbe potuto essere un riferimento alla gigantesca moneta che risiede nella Batcaverna…se la data fosse stata diversa. Quello della puntata era un Liberty Penny 1913, quello della caverna un 1945.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Tonalità alla True Detective
  • Bullock’s Origins
  • La risoluzione del caso “Goat Of Gotham”
  • Ottimo cliffhanger finale…
  • Tecnica di storytelling da rivedere
  • …arrivato fin troppo di fretta

 

Per il momento, Gotham si lascia guardare. Il serial tiene ancora botta, riuscendo a descrivere un’altra volta un altro pezzo della città più malfamata dei comics. Ma, come i suoi cittadini, anche la patria del Cavaliere Oscuro deve stare attenta, poichè sta rischiando di sgarrare forte: la sua tecnica narrativa deve essere rivista al più presto, perchè quelle qualità e possibilità che possiede a livello potenziale, rischiano di non svilupparsi mai, se continua a stare ancorato ad una rigida schematizzazione.

 

Viper 1×05 6.09 milioni – 2.3 rating
Spirit Of The Goat 1×06 5.89 milioni – 2.2 rating

 

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2 Comments

  1. Anche io non avevo potuto evitare di notare il punto interrogativo. Grandissimo!
    Cavolo, le trovi tutte.

  2. Grazie per il commento e per i complimenti Marco 🙂 è sempre una soddisfazione vedere l'apprezzamento dei fan!

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