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Scandal 4×03 – 4×04 – 4×05 – Inside The Bubble – Like Father Like Daughter – The KeyTEMPO DI LETTURA 5 min

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E’ tutto quello che avremmo voluto sapere, ma che non abbiamo mai avuto il coraggio di chiedere. Scandal si può riassumere senza tante pretese in un concetto simile a questo, perché la Rhimes continua a portare sul piccolo schermo non solo la facciata politica a cui tutti siamo giornalmente abituati, ma soprattutto ciò che si nasconde dietro, i piccoli grandi segreti che si celano in tutte le decisioni prese per migliorare il Paese (che sia americano, italiano, inglese). In “Inside The Bubble” si continua a parlare del controllo delle armi che, come detto nella scorsa recensione, è uno tra i temi più caldi d’oltreoceano, non a caso vengono continuamente riportate scene in film e telefilm di sparatorie nelle case, nelle scuole, per le strade, che ormai rispecchiano appieno spaccati di vita quortidiana. Mettendo in secondo piano la trama politica tessuta magistralmente dalla creatrice per sensibilizzare chi di dovere, l’abilità sta anche nella decisione di mettere a confronto i due schieramenti politici con le loro opposte idee politiche. Dall’altra parte ritroviamo una Portia De Rossi del tutto convincente in questa nuova veste (chi è? Ally McBeal non vi dice niente?). Questa terza puntata non spacca lo schermo, nonostante non manchino tutti quegli aspetti sempre apprezzati e decantati. Purtroppo però, basta davvero poco, come ad esempio un piccolo calo di tensione, che il telespettatore è già lì subito pronto a lamentarsi, perché si sa… il cliente viziato è sempre quello meno comprensivo!
“Inside The Bubble” ci fa capire chiaramente che non esistono più gli OPA di una volta; tutto si potrebbe ricollegare alla perdita di quella “fratellanza” che solo un gruppo di gladiatori al fronte, uniti dal dolore che gli accomuna, può provare. La morte di Harrison è stata la goccia che ha fatto traboccare un vaso già colmo di invidie, sgambetti e allontanamenti: questo dice a gran voce Quinn dopo aver soperto una completa indifferenza di Olivia e Huck nei confronti di una sua ipotetica scomparsa durata 24 ore.
I galdiatori in doppio petto, protagonisti assoluti, con Olivia, dell’intera storia di Scandal, pian piano hanno lasciato il posto a personaggi e situazioni più delicate come il sempre ripetuto B613. Entrato preponderante nella trama, è subito diventato il perno della storia che funge da spartiacque tra il bene e il male.
In “”Like Father Like Daughter” lo spartiacque è quanto mai evidente. Basti pensare che il titolo si può rifare a due coppie padre/figlia che nel loro rapporto sono lontani anni luce: Fitz/Karen e Rowan/Olivia. Normale il primo, surreale il secondo. Neanche questa volta The Command può starsene in panchina e come al solito quando scende in campo tutti i riflettori sono per lui. Joe Morton continua a sfondare lo schermo con la sua bravura; riesce a rappresentare un personaggio a tutto tondo con mille sfaccettature che rendono sempre più complesso il carattere del suo personaggio. Da quando è comparso e poi diventato regular in Scandal, non è mai stato mostrato il reale potere che ha, se non tramite la messa in scena delle paure di Huck e Jake dinanzi al loro Commando… tutto il resto è frutto esclusivamente di nostre intuizioni! Ed eccoci nuovamente davanti alle paure di un altro soldato, quelle di Tom Larsen, che non sono solamente intiubili ma visibili e palpabili soprattutto durante l’interrogatorio. Cosa spinge Tom a non dire la verità sulla morte di Jerry e accusare ingiustamente Jake, non ci è dato sapere; come è possibile che anche davanti al Presidente degli Stati Uniti, un agente fidato non possa sentirsi al sicuro dal B613 tanto da accusare il vero artefice dell’omicidio? Cosa non ci viene mostrato? Di sicuro l’hype è alle stelle!
Tutto questo sovrasta inevitabilmente la bravura di Bellamy Young sia nel confronto/affronto con Olivia, sia in quello con il marito che con la figlia Karen: nel giro di pochi minuti l’attrice recita la parte di donna, moglie e madre (a lutto). Le sfaccettature di una madre che ha perso il figlio sono così tante che forse non basterebbe una stagione intera per rappresentarle tutte.  Anche se con la messa in onda di “The Key”, si deve fare marcia indietro e ammettere che per metabolizzare un lutto non c’è bisogno di un’intera stagione, ma cinque puntate sono più che sufficienti. Mellie fa dietro-front e grazie ad una rivelazione, presa da lei come una sorta di spiegazione divina, riesce a riprendere in mano la propria vita… la scena della sua entrata nella doccia è molto più esplicativa di mille parole.
La verità sull’omicidio di Jerry è una tra le più fasulle mai messe in circolazione, The Command ritorna preponderante sullo schermo influenzando tutti e convincendo anche i più scettici, tra i quali Olivia, della colpevolezza di Ballard. L’aspetto più soprendente della storia non è tanto la scazzottata tra Fitz e Jake, che da sola ha già un fortissimo impatto emotivo (prendendo in considerazione anche le parole di Jake), quanto piuttosto l’assoluto asservimento di Liv nei confronti di suo padre. Che Olivia ormai sia stanca e non sia più la gladiatrice di una vola l’avevamo capito già nella scorsa stagione e confermato con la decisione di partire su un’isola deserta con Jake, ma ora con rammarico ci troviamo di fronte un’ombra della Donna che fu!

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Tris di puntate sopra la media
  • Rowan Pope su tutti
  • Cosa ci nasconde Shonda sul vero potere di Papa Pope?
  • Bellamy Young
  • La sottomissione di Olivia nei confronti di Papa Pope
  • L’accusa dI Jake
  • Il declino di David Rosen
Di certo la convinzione che sarà sicurmamente Olivia a mettere in moto qualche meccanismo che ribalti l’andamento della storia rimane, la speranza è solo quella che Shonda continui a fare un ottimo lavoro e che renda il tutto quanto più credibile possibile.

The State Of Union 4×02 10.41 milioni – 3.3 rating
Inside The Bubble 4×03 9.52 milioni – 3.0 rating
Like Father Like Daughter 4×04 9.90 milioni – 2.9 rating
The Key 4×05 9.98 milioni – 3.0 rating

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Un tempo recensore di successo e ora passato a miglior vita per scelte discutibili, eccesso di binge-watching ed una certa insubordinazione.

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