C’era una volta il Seattle Grace Hospital, c’era una volta e ora non c’è più. Quel che ne rimane, in questa altisonante undicesima stagione, sono una serie di personaggi divenuti ormai ombra di quel che erano. Tra le caratteristiche positive di Grey’s Anatomy c’era senza dubbio il saper creare storie originali ben supportate da una sceneggiatura ben equilibrata tra drammi e freschezza. I momenti di tensione venivano spezzati da battute leggere tipicamente sarcastiche, insomma, un buon equilibrio che ha saputo conquistare con sapienza il pubblico. Purtroppo, qui tocca doversi ripetere: di quelle peculiarità è rimasto poco e nulla. Le trame, le dinamiche e talvolta anche i contesti soffrono di una certa pesantezza, e sempre più spesso i circa quaranta minuti faticano a passare piacevolmente mancando anche di una naturale fluidità.
Così, anche in “Got To Be Real” la sceneggiatura e il modo di gestire le storyline risultano pesanti e forzati. Particolarmente penalizzante è la scelta di voler vedere più da vicino le problematiche di ogni singolo personaggio: da Arizona ad Alex passando per la diatriba in casa Shepherd. Gettando così nel calderone tutti gli spunti problematici che presi singolarmente risulterebbero digeribili, ma gestiti in massa e senza un respiro di leggerezza, appesantiscono il tutto rendendo l’intera puntata pedante e noiosa.
Gli aspetti negativi e positivi non riescono ad essere ben equilibrati e giunti a questo punto l’occasione di una valutazione ampiamente positiva si avrebbe solo nel caso in cui il metro di giudizio cambiasse.
Facendo una rapida panoramica sulle storyline dei personaggi non possiamo che notare una grossa quantità di problemi. Derek è impegnato nella sua personalissima e familiare “Guerra Dei Roses” in cui le liti si diramano a triangolo, prima con la sorella poi con la moglie. Arizona e Callie continuano a ritrovarsi, volente o nolente, in una spirale da cui non riescono ad uscire da più di due stagioni: prima la gamba, poi il tradimento ora il figlio. A questo punto non resta che aspettare e vedere cosa riusciranno ad inventarsi per tirare avanti lo show. Meredith affronta la verità appena scoperta e lo stesso fa Webber, e in tutto questo l’unica nota positiva è dovuta allo spazio in più dato al personaggio Alex, anche se i risvolti della sua storyline per ora non sono positivi. Infine ritroviamo Owen che torna nuovamente a parlare di Cristina.
Ogni singola vicenda potrebbe essere approfondita in modo più analitico, il problema sarebbe però che per quanto ci si sforzi i risultati sarebbero sempre gli stessi, ancora e ancora. La stancante ricerca di felicità di Callie e Ariziona, il continuare a rivangare il passato amore di Owen rischiano di far sembrare interessante la vicenda soap-operistica che vede protagonista la neo figlia di Webber ed Ellis. Inoltre, va aggiunto che non esiste nulla di più sbagliato di un medical-drama senza i casi medici che difatti erano una sorta di “coscienza parlante” per i dottori, poiché portando le loro storie offrivano una prospettiva differente rispetto i problemi affrontati dai personaggi.
In generale la terza puntata di questa undicesima stagione risulta piatta e senza alcuna sfumatura, i drammi e le lacrime del finale hanno avuto un effetto potenzialmente bivalente: da un lato il telespettatore ha potuto piangere per la pesantezza della puntata appena vista, dall’altro invece la lacrima può essere stata stimolata dalla felicità in quanto l’episodio stava giungendo al termine. Sarcasmo a parte, purtroppo siamo arrivati al punto in cui si fatica a trovare uno spunto positivo e il pensiero che balena nelle nostre menti è: ma perché continuare a trascinarla così a lungo?
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Puzzle With a Piece Missing 11×02 | 9.4 milioni – 2.7 rating |
Got To Be Real 11×03 | 8.48 milioni – 2.4 rating |
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Un tempo recensore di successo e ora passato a miglior vita per scelte discutibili, eccesso di binge-watching ed una certa insubordinazione.