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La cosa bella di The Walking Dead, è sicuramente la sua rapida evoluzione da telefilm di nicchia, ad autentico fenomeno cult che (nel bene e nel male) fa sempre parlare di sé. A partire da ogni Ottobre dell’anno, appassionati ed hater segnano sul loro calendario l’appuntamento con il serial tratto dal fumetto di Robert Kirkman, riunendosi come tifoserie avversarie davanti alla tv con lo scopo di osannarlo o di demolirlo. Dopo il piacevole hype al gusto di coito interrotto del season finale della quarta stagione, abbiamo avuto ben otto mesi per metabolizzare l’attesa e trovare ossessivamente una risposta a questa domanda: a chi avremmo dato ragione per l’imminente quinta stagione, agli appassionati o agli hater? Obiettivamente, siamo reduci da una stagione che ha decisamente diviso i fan e gli spettatori, una quarta stagione che può essere riassunta con due termini: controversa e sperimentale, dove Scott Gimple (ennesimo nuovo showrunner del telefilm) si è concentrato su aspetti poco esplorati dal serial. Tra alti e bassi incontrollati, il risultato dei suoi “esperimenti” è stata una stagione particolare, non apprezzata da tutti, ma che riesce nel suo sporco intento: lasciare lo spettatore senza alcuna previsione verso il futuro e tenerlo sempre sul “chi vive”, come i protagonisti del telefilm. Ed è proprio per questi motivi che “No Sanctuary/Preda E Cacciatore” riesce a farsi apprezzare fin da subito, proprio perché è un insieme di molte cose che danno vita ad accesi dibattiti.
E’, senza ombra di dubbio, una puntata che appartiene allo stampo della stagione precedente, nonché continuazione del season finale “A“, ma è anche un episodio che cerca di riportare a galla diverse tematiche care a The Walking Dead e di aggiungerne delle nuove, cercando (dopo, per l’appunto, una stagione controversa e sperimentale) di trovare il giusto compromesso tra i cambiamenti di stile inseriti da Gimple e la reintroduzione di alcuni cliché che facevano andare i fan in brodo di giuggiole. Partendo da quest’ultime, la premiere fa un po’ il doppio ruolo di avvocato difensore e accusatore, presentandoci all’angolo rosso la cumpa di Rick Grimes come persone facili da capire, ma difficili da amare; all’angolo blu, invece, gli abitanti di Terminus, visti come persone facili da empatizzare, ma difficili da accettare. Ritornano, insomma, le colonne portanti della filosofia dietro lo show non-morto: chi sono i veri morti viventi, cosa faresti tu al loro posto, cosa la gente è disposta a fare per sopravvivere. Grazie, però all’abile uso di flashbacks, viene fuori un altro nuovo dilemma esistenziale: in un mondo dove, meno scrupoli ti fai, più a lungo vivi, esiste un limite? Sarebbe giusto metterlo? E’ giusto tenere un barlume di presunta superiorità morale? La risposta non è mai universale, ed è per questo che il serial tratto dal fumetto pubblicato dalla Image Comics fa tanto parlare di sé: non esiste bene o male, solo punti di vista, solo un’attenta valutazione casistica. “No Sanctuary/Preda E Cacciatore” fa benissimo in questo, presentandoci al meglio le due campane e lasciando allo spettare il compito di decidere chi è il macellaio, e chi il macellato.
Ma esistono ancora i valori per cui combattere, cosa che Rick e soci fanno splendidamente dopo un’apertura di premiere un po’ lenta ma che poi si trasforma in una raffica di adrenalina nonché fiera dello splatter, riuscendo nell’obiettivo di saziare la parte del nostro animo desiderosa di ignoranza, rimasta a digiuno dalle poche (ma ben realizzate) scene d’azione della stagione quattro. E guardando certe scene di questo episodio viene da ridere se si ripensa ad un’intera stagione ambientata in una fattoria dove il numero totale di zombie si poteva contare sulle dita di una mano. Altri tempi, altro budget, decisamente più basso.
Oltre al sangue, gli arti che volano come piccioni e le esplosioni scenografiche, c’è anche spazio per lacrime ed emozioni grazie alla tanto attesa reunion dei membri evergreen della Grimes’ Cumpa, più qualche new entry che non guasta mai al ricambio generale di personaggi, simboleggiando così la fine di un lungo e tortuoso capitolo nell’odissea zombie di Kirkman, ed aprendo la strada verso nuovi non-morti pascoli, arricchiti dall’esperienza ma comunque incerti e guardinghi sul futuro. Incerto e guardingo sul futuro dello show è anche lo spettatore: ottimamente soddisfatto da questa grande, solida apertura dello show rimane curioso ma incerto sul suo proseguimento viste le precedenti esperienze; di certo gli indizi che lasciano presagire a grandi eventi sono stati lasciati, basti vedere il ben ritrovato Morgan nella scena dopo i titoli di coda che andrà probabilmente in rotta di collisione con i nostri beniamini. Forse a qualcuno potrebbe un po’ risultare stonato questo episodio, poiché si presenta davvero come modesto e senza grandi pretese, e considerata la sua entità di primo episodio di una nuova stagione, ci stava sparare un po’ grosso; ma invece il duo Kirkman-Gimple preferisce contenersi, limitandosi a confezionare qualcosa di più solido, meno altisonante, meno roboante e più somigliante ad un normale episodio della stagione che ad una premiere, ma che proprio in questa scelta mostra la sua forza: la sua semplicità ed efficacia.
Oltre al sangue, gli arti che volano come piccioni e le esplosioni scenografiche, c’è anche spazio per lacrime ed emozioni grazie alla tanto attesa reunion dei membri evergreen della Grimes’ Cumpa, più qualche new entry che non guasta mai al ricambio generale di personaggi, simboleggiando così la fine di un lungo e tortuoso capitolo nell’odissea zombie di Kirkman, ed aprendo la strada verso nuovi non-morti pascoli, arricchiti dall’esperienza ma comunque incerti e guardinghi sul futuro. Incerto e guardingo sul futuro dello show è anche lo spettatore: ottimamente soddisfatto da questa grande, solida apertura dello show rimane curioso ma incerto sul suo proseguimento viste le precedenti esperienze; di certo gli indizi che lasciano presagire a grandi eventi sono stati lasciati, basti vedere il ben ritrovato Morgan nella scena dopo i titoli di coda che andrà probabilmente in rotta di collisione con i nostri beniamini. Forse a qualcuno potrebbe un po’ risultare stonato questo episodio, poiché si presenta davvero come modesto e senza grandi pretese, e considerata la sua entità di primo episodio di una nuova stagione, ci stava sparare un po’ grosso; ma invece il duo Kirkman-Gimple preferisce contenersi, limitandosi a confezionare qualcosa di più solido, meno altisonante, meno roboante e più somigliante ad un normale episodio della stagione che ad una premiere, ma che proprio in questa scelta mostra la sua forza: la sua semplicità ed efficacia.
L’unico elemento che stona davvero, invece, è che ci viene data solo la metà di quello che si era promesso alla fine di “A“. L’ultima frase di Rick nel season finale della quarta stagione, lasciava prevedere ad un vero e proprio massacro, che avviene però in un senso lato e non direttamente in questa premiere; non è una schermaglia come quella del Governatore, era più una fuga mirata ad annientare anche i membri di Terminus, se proprio proprio si presentava l’occasione. E diciamocelo: questo non è esattamente l’idea di scontro che tutti hanno, ma probabile che la produzione voglia tenersi i membri del “rifugio” come possibili villians di questa quinta stagione, ma è solo un’ipotesi.
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The Walking Dead riparte con un episodio che cerca di riassumere tutte le sue precedenti incarnazioni alla ricerca di una nuova per la quinta stagione. Modesto, semplice, ma efficace e dall’alto potere d’intrattenimento, queste sono le nuove caratteristiche che rendono il cult survivor horror ancora una volta l’appuntamento imperdibile che è. “No Sanctuary/Preda E Cacciatore” dà una solida e convincente prova, ricca di azione ed emozioni, portando spettatori (e recensori) a ben sperare per il futuro, fiduciosi che avverranno grandi cose.
A 4×16 | 15.68 milioni – 8.0 rating |
No Sanctuary – Preda E Cacciatore 5×01 | 17.2 milioni – 8.7 rating |
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