Tra i vari temi che gli autori hanno voluto affrontare durante le stagioni di Once Upon A Time, ci sono senza dubbio lo stereotipo e il pregiudizio, soprattutto per quanto riguarda i villains: dare per scontato che un personaggio non possa migliorare ed evolversi, rimanendo, invece, ancorato alla propria reputazione e non riuscendo a scrollarsi di dosso l’immagine e l’idea (più o meno fuorviante) che gli altri hanno di lui/lei.
La maggior parte degli abitanti di Storybrooke ci viene presentata, infatti, con una mentalità ristretta, poco incline a cambiare idea su un dato personaggio, e sempre pronta a lanciare facili quanto false accuse.
Basti pensare all’epopea di Regina, la quale ha dovuto farsi strada con le unghie e con i denti nel cuore della gente, e ancora non è riuscita a farsi accettare del tutto. Se eri cattivo nel tuo passato, sarai automaticamente cattivo anche nel presente e nel futuro. Un mostro rimane un mostro, in poche parole. Senza possibilità di redenzione ed espiazione.
Inoltre, alcuni personaggi di Once Upon A Time possono essere visti come metafore dei problemi della società e della vita vera, che qui ci vengono presentati in salsa magica: la paura del diverso, l’esclusione, la solitudine e, come già detto, il pregiudizio. Ci vuole poco a leggere tra le righe dello show creato da Kitsis & Horowitz, in cui una persona dotata di magia viene vista come diversa, nociva e, quindi, da evitare (metafora dell’omosessualità, per esempio), in cui i personaggi affrontano i propri demoni, come Regina e Rumple (metafore della depressione, droga, alcolismo, ecc…) e in cui una persona non ha diritto a redimersi per i propri “peccati”, ma è costretta a subire il pubblico attacco ogniqualvolta succeda qualcosa di strano.
Ed è proprio attorno a questo ultimo punto che ruota il terzo episodio della quarta stagione di Once Upon A Time, intitolato “Rocky Road”. Il nuovo villain ci viene presentato sotto forma di un’algida Regina delle Nevi, interpretata da Elizabeth Mitchell, la Juliet Burke di Lost, la quale congela Lady Marian per dare una lezione di vita ad Elsa. Tutta Storybrooke, infatti, si scaglia contro la povera regina di Arendelle, che è costretta, ancora una volta, a fare i conti con la propria reputazione di “mostro” (tema già affrontato in Frozen). Quasi prendendo Elsa sotto la propria ala protettrice, la Snow Queen vuole che la ragazza faccia i conti con la realtà; una realtà in cui nulla è cambiato e in cui tutti avranno sempre paura di lei e cercheranno di fermarla, persino Anna.
In un flashback ambientato ad Arendelle, ci viene presentata, infatti, l’urna dalla quale era uscita Elsa alla fine della terza stagione. Con finte parole velate e gentili, la Snow Queen ammette che il colpevole di questo gesto, altro non è che Anna, facendo vacillare le certezze di Elsa. Quale sarà la verità?
Il personaggio della Regina delle Nevi riesce nel suo intento di ammaliare gli spettatori e di stimolare la loro curiosità, anche grazie ad una buona interpretazione della Mitchell. L’unica cosa che fa storcere un po’ il naso è la sua interazione con gli altri personaggi principali: la Snow Queen sembra, infatti, condividere con loro un misterioso passato. L’aggettivo misterioso è usato di proposito, in quanto né Elsa né Emma hanno ricordi del loro incontro con la Snow Queen. L’espediente della perdita di memoria era già stato largamente utilizzato dagli autori durante le precedenti stagioni: dall’amnesia collettiva all’inizio della serie, usata per presentare la storyline principale, alla perdita di un anno di ricordi, usata per giustificare la presenza e la lotta contro la Wicked Witch. In questo caso, però, questo escamotage risulta pesante e non necessario, e ci fa capire che, a quanto pare, gli autori non brillano di certo in fantasia. Peccato.
Altra testimonianza di questo calo di creatività, è senza dubbio il fatto che solo Tremotino sembra riconoscere la Snow Queen, segno che anche le loro vite si sono intrecciate in passato. Va bene che Rumple/Mr. Gold sia una delle colonne portati dello show, ma fargli mettere lo zampino in ogni evento e situazione comincia a risultare assurdo e noioso. Come se volessero trascinarlo per forza in ogni storyline degna di nota, solo per non fargli fare la stessa fine di Belle, diventata un personaggio, ahimè, superficiale e inutile.
Tutta la puntata viene, quindi, sorretta da Elsa e dalla Regina delle Nevi, facendo declassare Charming, Mary Margaret, Emma e Hook al ruolo di suppellettili utilizzati per riempire i minuti restanti. Interessante, invece, il momento madre-figlio tra Regina ed Henry e un sorriso si stampa sul nostro volto alle parole “Operation Mongoose”.
Graditissima invece l’introduzione di Will Scarlet. Primo esempio di personaggio sopravvissuto a uno show. Chiunque abbia visto il modesto (in senso sia positivo che negativo) spin-off Once Upon A Time In Wonderland non potrà non ricordare con un sorriso il bizzarro fante di cuori (il cui attore è fratello della “misfitsiana” Kelly). La produzione aveva deciso quasi da subito di non rinnovare quella che doveva essere una serie autoconclusiva, ma dalla serie madre non si sono certo lasciati scappare una figura a cui i fan erano così tanto legati (pur nella – forse voluta – mediocrità dello spin-off). A questo punto servirà capire dove collocare a livello cronologico le vicende di Will. Sarà solo di passaggio e gli eventi di OUATIW devono ancora svolgersi per lui, oppure sono eventi posteriori? Ma soprattutto, la sua presenza sarà in qualche modo giustificata nella storia o è stato creato un fan-service grosso come una casa con un’operazione da calciomercato?
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
|
|
White Out 4×02 | 9.24 milioni – 3.1 rating |
Rocky Road 4×03 | 7.73 milioni – 2.6 rating |
Quanto ti è piaciuta la puntata?
0
Nessun voto per ora
Tags:
Se volete entrare nelle sue grazie, non dovete offendere: Buffy The Vampire Slayer, Harry Potter, la Juventus. In alternativa, offritele un Long Island. La prima Milf di Recenserie, ma guai a chiamarla mammina pancina.