Il così tanto atteso (sicuramente non da noi) episodio musical di Once Upon A Time è finalmente stato trasmesso dalla ABC, dopo giorni e giorni di bombardamento mediatico fatto di sneak peek e video delle varie canzoni dei personaggi, rivelati dal network statunitense per stuzzicare la curiosità degli spettatori e aumentare l’hype.
Partiamo subito dal presupposto che il musical non è la forma di intrattenimento preferita dal recensore che sta scrivendo in questo momento ma l’oggettività e imparzialità rimarranno caratteristiche insite di questa recensione.
Prima di tutto, cerchiamo di rispondere a due semplici quesiti: Once Upon A Time è una serie tv che si presta a questo genere di episodi? Sicuramente sì. Un telefilm basato sulla modernizzazione delle fiabe e favole più diffuse e conosciute non può che essere terreno perfetto per canzoni e coreografie. Basti pensare a tutti i film Disney prodotti fino a questo momento e il successo planetario della loro colonna sonora, con relativi Oscar annessi. Quindi, alla luce di ciò, gli autori sono stati in grado di creare un prodotto di qualità? Purtroppo no. Nonostante l’impegno degli attori per imparare a cantare decentemente (non sappiamo quanti di loro avessero già esperienze in questo campo o partissero già da una buona base), la puntata non buca lo schermo e serve solo per strappare qualche lacrima e brivido al fan più accanito.
Le canzoni proposte risultano forzate, così come la recitazione un po’ troppo impostata: sembra, infatti, che gli attori si siano concentrati di più sull’intonazione invece di puntare sul creare empatia e calarsi veramente nella parte. L’esempio più eclatante di questa sensazione di rigidità, si può trovare in Jennifer Morrison, un pesce fuor d’acqua per buona parte della puntata e che riesce a colpire solo per la sua bellezza in abito bianco.
La coppia Charming/Snow funziona leggermente meglio, anche per via della chimica derivante dalla loro condizione di marito e moglie nella vita reale; Regina viene trasformata in una sorta di Madonna della Enchanted Forest, ma l’effetto è abbastanza grottesco; Rebecca Mader avrà sicuramente puntato i piedi con forza per avere anche lei voce in capitolo e qualcuno le avrà confezionato un’apposita canzone in fretta e furia; Hook, invece, può puntare sul motivetto più orecchiabile, anche grazie a influenze irlandesi che richiamano i The Pogues.
Nel complesso, quindi, questo musical episode non ha emozionato come avrebbe dovuto e, forse, sarebbe stato meglio se tutto l’episodio fosse stato recitato e non cantato. Mr. Gold e la Black Fairy si sono, infatti, rifiutati di prendere parte a questo teatrino e li ringraziamo vivamente per questo.
Per quanto riguarda la trama della puntata, si è di fronte alla vera e propria vigilia della final battle, con i protagonisti che attendono di conoscere il loro destino dopo la maledizione scagliata dalla Fata Nera. L’espediente della “song in your heart”, ovvero il fatto che Emma abbia avuto dentro di sé, per tutta la sua infanzia e adolescenza, le voci dei genitori come una sorta di protezione, serve a rompere l’aura di solitudine attorno alla bella Swan una volta per tutte e la rende in grado di accettare, ancora di più, la sua condizione di Salvatrice infondendole qualche speranza di vittoria.
Sorridiamo bonariamente durante il minutaggio dedicato al matrimonio di Emma e Kilian, perché nonostante le mille critiche al vetriolo che si sono susseguite nelle ultime recensioni, anche noi di Recenserie abbiamo un cuore e qualche smanceria la possiamo tranquillamente mandare giù.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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The Black Fairy 6×19 | 3.05 milioni – 0.9 rating |
The Song In Your Heart 6×20 | 2.84 milioni – 0.8 rating |
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Se volete entrare nelle sue grazie, non dovete offendere: Buffy The Vampire Slayer, Harry Potter, la Juventus. In alternativa, offritele un Long Island. La prima Milf di Recenserie, ma guai a chiamarla mammina pancina.