Miranda: “We’ve got a 65-year-old male suffering from memory lapses, tremors, depression and mood swings, and erratic behavior. Yes, I am talking about Richard Webber, but today he’s not the Richard Webber you know and love. He is our number one patient.”
Questa si è dimostrata essere una stagione particolare per Grey’s Anatomy. Prima l’addio di Alex Karev, arrivato come un fulmine a ciel sereno, costringendo gli autori a correre ai ripari con pessimi risultati, poi ci si è messo di mezzo il coronavirus con relativo stop forzato alle riprese e chiusura anticipata della stagione. Per questo motivo ci si è ritrovati ad assistere ad un penultimo episodio che non era stato originariamente pensato per essere il penultimo. Tutto ciò porta con sé tutta una serie di domande e dubbi in merito a quella che presumibilmente sarebbe stata la storyline principale degli ultimi episodi di questo sedicesimo ciclo. Ci si riferisce ovviamente alla condizione medica di Richard Webber, reale protagonista di questo ventesimo episodio.
Meredith: “Richard, I can fix you and I know I can fix you because you are the one who taught me everything I know. And I’m not just talking about surgery. You taught me how to be a better person, how to be a better mother. And what about my children? I want them to grow up and know who you are. Please. And I still have things I need to learn. I need you. I’m not ready to let you go yet and I know other people aren’t either.”
Se c’è qualcosa su cui quasi tutti sono d’accordo è che Richard è il pilastro di Grey’s Anatomy. Meredith Grey sarà anche l’anima dello show e che senza di lei non avrebbe senso di esistere, ma è difficile, se non impossibile, immaginarsi la serie senza il Dr Webber, che ha sempre ricoperto il ruolo di “padre spirituale” di tutti i medici del Grey Sloan Memorial, oltre ad essere una figura paterna vera e propria per Meredith, il cui scambio citato poco sopra rappresenta il momento più toccante dell’episodio. Ed è proprio sulle emozioni che Grey’s Anatomy decide di puntare in questo episodio, scelta che sicuramente è da considerarsi vincente, se sapute gestire. La situazione di Webber è ovviamente dubbia e non è chiaro come si evolverà.
L’epilogo che semba più probabile è quello che vede l’uscita di scena del personaggio interpretato da James Pickens Jr., ma non si è affatto sicuri che sia la scelta più giusta, soprattutto considerando l’importanza del personaggio (che, a onor del vero, viene spesso dimenticata dagli sceneggiatori) e l’altro pesante abbandono a cui gli spettatori hanno assistito. Tra l’altro, se questa scelta narrativa sia anche stata “affrettata” da una chiusura anticipata della stagione, potrebbe lasciare l’amaro in bocca ai fan dello show. D’altro canto, una guarigione potrebbe sembrare l’ennesimo “miracolo alla Grey’s Anatomy”. Sicuramente è una situazione molto delicata e va saputa affrontare. In ogni caso, per il momento questo filone narrativo è ben gestito e bisogna essere grati per questo, visto l’andazzo generale della serie.
L’altro aspetto più che positivo di “Sing It Again” riguarda Tom Koracick. La vicenda che lo ha visto protagonista è la prova che il suo personaggio ha tantissimo da dare allo show e che limitarsi ad utilizzarlo come componente dell’ennesimo fastidiosissimo triangolo è uno spreco indegno.
Questo penultimo appuntamento stagionale è da considerarsi ben riuscito. E’ di sicuro di gran lunga migliore dei precedenti, ma purtroppo non esente da difetti, che però sono da considerarsi delle piccolezze o attribuibili alla stagione in sé. In quest’ottica ovviamente va vista la situazione di Teddy dai tratti sempre più soap-operistici. Non che prima il suo personaggio avesse ragione di esistere, ma ora il tutto è diventato addirittura insopportabile.
Non resta che aspettare e vedere come gli autori se la siano cavata nel confezionare un finale di stagione improvvisato…
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Love Of My Life 16×19 | 6.52 milioni – 1.3 rating |
11 Years Later 9×01 | 7.18 milioni – 1.4 rating |
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Un tempo recensore di successo e ora passato a miglior vita per scelte discutibili, eccesso di binge-watching ed una certa insubordinazione.