Grey’s Anatomy 18×05 – Bottle Up And Explode!TEMPO DI LETTURA 4 min

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Grey's Anatomy 18x05 recensioneDopo una pausa di ben tre settimane, Grey’s Anatomy ritorna con un quinto episodio in formato crossover.
Come è spesso usanza ultimamente, la spartizione di trama tra Grey’s ed il suo spin-off Station 19 caratterizza buona parte della stagione di entrambe le serie, con una sovrapposizione di trame e personaggi importante. Questo interfacciarsi tra gli show è sicuramente favorito dalla presenza di alcuni character che fanno da tramite: da Ben e Miranda fino a Carina, il collegamento rimane sempre vivo e presente.
“Bottle Up And Explode!” si ritrova così a terminare una storyline iniziata nella 5×05 di Station 19 ma, a differenza di altre volte, appare un po’ fuori luogo a causa dell’impatto che gli eventi hanno sull’altro show di casa Shondaland.

STATION 19 PRENDE IL SOPRAVVENTO


Una situazione simile in realtà era già avvenuta lo scorso anno per la morte di DeLuca. Andrew veniva infatti ferito durante un episodio di Station 19 per poi essere trasportato al Grey-Sloan per il suo ultimo episodio. Un passaggio di consegne che tuttavia ha dato modo ai fan di Grey’s Anatomy di salutare il personaggio “in casa propria”.
Ciò che accade in questo crossover, invece, si mostra in maniera decisamente diversa. Il character di Dean Miller arriva in ospedale già senza vita, apparecchiando i primi minuti di episodio con un’ansia crescente con l’intento di ingannare il pubblico di Grey’s Anatomy e portarlo a preoccuparsi, insieme a Miranda, per Ben. Assicurata la salvezza del marito della Bailey, la puntata si sofferma dunque sui feriti dell’esplosione avvenuta in “Things We Lost In The Fire“, dando modo alle dinamiche della caserma dei pompieri di prendere il sopravvento.
Una narrazione che sicuramente non disturba, anzi, come sempre viene mostrata con la solita attenzione verso i drammi e le sofferenze dei malcapitati di turno. Tuttavia, non si può fare a meno di sottolineare che non tutti i fan di Grey’s Anatomy sono automaticamente diventati spettatori anche del suo spin-off e, di conseguenza, non tutti sono al corrente delle trame di Station 19. Ed è qui che si pone quel sentimento di estraneità provato durante la visione. Ci si può sicuramente unire al dolore mostrato in scena per Miller o preoccuparsi per le condizioni di Vic (lei già più nota grazie alla passata love story con Jackson), ma sono tutte quelle altre dinamiche interne che sfuggono e fanno venir meno determinate conclusioni.
Il quadro generale appare così meno completo agli occhi di uno spettatore esterno, che non conosce tutte le sfumature del rapporto tra Miller e Vic, o ancora le promesse fatte tra lo stesso Miller e Ben. A tal proposito, anche la scena finale tra Miranda e la piccola Prue appare un po’ troppo “estranea”: un momento di fortissimo impatto emotivo, ma che pone i fan di Grey’s Anatomy dinanzi una storia apparentemente già avviata di cui non si conoscono le basi.

E IN GREY’S ANATOMY CHE SUCCEDE?


L’attenzione dedicata a Station 19 ha ovviamente rilegato i protagonisti di GA in secondo piano.
Se da un lato la storyline di Meredith procede in maniera decisamente positiva, spianando la strada a trame finalmente nuove e dalle alte prospettiva sia lavorative che sentimentali, è a Seattle che la situazione rimane più statica.
Dopo tre settimane di pausa si sarebbe apprezzato un passo deciso delle storyline, invece il tutto è rimasto circoscritto all’emergenza medica. Ma questa non è sicuramente la parte più negativa che emerge. Il vero problema sta nella caratterizzazione di fatti e personaggi. Se infatti Meredith e Amelia sembrano seguire un piano ben definito e Webber ha la strada segnata grazie all’insegnamento degli specializzandi, sono tutti gli altri che appaiono impegnati solo ad intasare i corridoi.
A partire da una Jo che continua ad essere maltrattata dagli autori in maniera quasi frustrante, allontanata persino dai casi medici che potevano darle una marcia in più di trama, fino a Link, anche lui narrativamente perso dopo la separazione con Amelia.
In tutto questo, sembra non esserci davvero pace per Owen: incastrato per anni nel loop sentimentale tra problemi relazionali e desideri di paternità non esauditi, il matrimonio con Teddy doveva mettere un freno all’irregolarità di un personaggio che non ha mai trovato una stabilità narrativa. Gli scorsi episodi avevano acceso un speranza grazie alla storyline con i veterani che appariva innovativa e poteva portare Owen su un focus finalmente diverso e interessante. Purtroppo però, gli autori sembrano intenzionati a sabotare anche questa ventata d’aria fresca con il ritorno dei sintomi da PTSD. Un risvolto sicuramente realistico, ma ormai passato per Owen e che si pensava di aver messo alle spalle mille stagioni fa.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Meredith, Amelia e il Minnesota come ventata d’aria fresca
  • Episodio comunque ad alto impatto emotivo 
  • Troppo focus su Station 19 
  • Troppi personaggi senza un reale scopo 

 

Un episodio sicuramente valido, ma che pecca in alcune situazioni. A partire da un focus maggiore riservato a Station 19, fino all’incognita riguardo i propri personaggi. La stagione è ancora lunga, ma un utilizzo più sostanzioso per i vari character non guasterebbe di certo.

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Nata con la passione per telefilm e libri, cresciuta con quella per la scrittura. Unirle è sembrata la cosa più naturale. Allegra e socievole finché non trova qualcosa fuori posto, il disordine non è infatti contemplato.
Tra una mania e l'altra, si fa carico di un'estenuante sensibilità che la porta a tifare per lo sfigato di turno tra i personaggi cui si appassiona: per dirla alla Tyrion Lannister, ha un debole per “cripples, bastards and broken things”.

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