Yellowstone 4×02 – Phantom PainTEMPO DI LETTURA 3 min

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yellowstone 4x02 recensioneUna cosa si può dire da subito guardando questo episodio dopo la turbolenta season premiere: è evidente che si vuole dare un nuovo punto d’inizio alla serie. Obiettivo pienamente raggiunto, senza dubbio.

ESISTE SOLO LA VENDETTA PER I DUTTON


È subito chiaro che la motivazione principale di questa stagione sarà la vendetta dei Dutton ai danni di chi ha tentato di fare una strage contro la loro famiglia. Come si diceva nella recensione dell’episodio precedente, l’effetto drammatico viene decisamente stemperato dalla mancanza di effetti reali di questo attentato. Al momento, tranne molte cicatrici più o meno guaribili, nessuna vita è stata toccata tragicamente. Certo, all’appello mancano ancora Monica e Tate ma dai comportamenti di Kayce non sembra esserci dubbi a riguardo (e Kayce non sembra essere un fantasma). Sì, la proprietà dei Dutton ha subìto pesanti perdite e ora devono spendere ancora più soldi per difendersi. Chi scrive spera che Jamie non venga usato per l’ennesima volta come mente (o meglio attore) dei problemi della famiglia (come il dialogo tra Kayce e John fa presupporre).

NUOVO INIZIO


Come si diceva, molti di loro cercano di ricominciare una vita pseudo-normale dopo qualche settimana passata a leccarsi le ferite. John comincia a riflettere sul futuro della sua eredità. Non può pensare di sopravvivere ancora per lungo tempo e comincia ad introdurre nuove persone che si occupino del ranch e delle sue attività quotidiane. Beth viene licenziata e ovviamente non la prende bene, lasciando capire che non sarà facile liberarsi di lei e, soprattutto, che le proprietà della società dove lavorare non sono così esclusive come credono. Nella maniera più passivo aggressiva possibile, adotta il ragazzo da poco orfano conosciuto in ospedale, Carter, e lascia che Rip digerisca la cosa in una serie di situazioni che oscillano tra il comico e il sarcastico. Alla fine dell’episodio, si è praticamente formata una nuova famiglia, totalmente disfunzionale ma tremendamente interessante da esplorare. Cosa non da poco, anche perché John sembra approvare la cosa. Ultima, ma non per questo meno importante, la voglia di un nuovo inizio anche per Jamie, sempre più distante dalla famiglia e sempre più vicino al padre naturale, col solito rischio di fare le proprie scelte in funzione di ciò che pensano gli altri.

NESSUNO DI NOI SI MERITA TUTTO QUESTO


Ciò che rende Yellowstone un prodotto sempre piacevole da seguire, nonostante le molte imperfezioni nella scrittura, è quell’aura tragiche e malinconica, piena di sensi di colpa verso l’esistenza che segue praticamente tutti i personaggi. Rip, Carter e John, in momenti diversi dell’episodio, parlano di “meritarsi o meno qualcosa dalla vita”, come se tutta la loro esistenza (e quella dell’umanità) fosse un dono che nessuno merita di avere, lasciando intendere che non dipende neanche dall’essere o meno nati da famiglie ricche o povere. Ogni famiglia sembra condannata alla tragedia dell’esistenza che, quasi beffardamente, ogni tanto illude con qualche forma di felicità temporanea, spazzata via dalla nuova tragedia in arrivo. Il tutto nella cornice di un paesaggio idilliaco dove, dietro alla bellezza, si nasconde sempre un qualche tipo di scheletro (metaforico o reale come i resti dei nativi trovati sul terreno del casino), che porterà inevitabilmente la famiglia e tutto il ranch ad una nuova faida. Stavolta ci penserà una nuova emissaria della Market Equity a dare del filo da torcere.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Tutti gli interpreti, sempre all’altezza della situazione
  • La nuova famiglia disfunzionale della TV
  • Il personaggio di Kayce rimane sempre poco interessante nonostante sia il predestinato

 

Ottimo episodio di raccordo dove tutti i personaggi cercano nuove motivazioni e confrontarsi con le conseguenze. Sheridan ci dà nuove speranze per questa stagione.

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Dopo miliardi di ore passate a vedere cartoni giapponesi e altra robaccia pop anni ’80 americana, la folgorazione arriva con la visione di Twin Peaks. Da allora nulla è stato più lo stesso. La serialità è entrata nella sua vita e, complici anche i supereroi con le loro trame infinite, ora vive solo per assecondare le sue droghe. Per compensare prova a fare l’ingegnere ma è evidentemente un'illusione. Sogna un giorno di produrre, o magari scrivere, qualche serie, per qualche disperata tv via cavo o canale streaming. Segue qualsiasi cosa scriva Sorkin o Kelley ma, per non essere troppo snob, non si nega qualche guilty pleasure ogni tanto.

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