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Tuoni e fulmini fanno da sfondo all’epilogo di questa stagione, ma ripercorriamo la strada che ci ha condotto qui. Fin dal principio questa serie tv ci ha abituati a finali burrascosi e movimentati, i seguaci più accaniti gli otto finali precedenti li conoscono a memoria. Alcuni li ricordiamo con piacere, come per esempio il finale della quarta stagione con la casa di candele “costruita” da Meredith; ma ben sappiamo che i finali di questa serie tv sono stati tutti per lo più devastanti e traumatizzanti. Giusto per citarne alcuni: la prima stagione ci salutò con l’arrivo di Addison; la terza invece ci disse addio il dottor Burke dopo aver abbandonato all’altare una Cristina senza sopracciglia, e tra i più commuoventi ricordiamo il saluto in ascensore di Izzie e George, strappalacrime ed emozionante come tutti i finali di stagione di Grey’s Anatomy.
Giunti a questo punto possiamo dire che Shonda Rhimes è una professionista del finale catastrofico, e ovviamente questo vale anche per quest’ultimo season finale. Insomma, Grey’s Anatomy non sarebbe Grey’s Anatomy senza un finale tempestoso fatto di attimi di suspance, scene forvianti ed il classico disastro alla Shondona. Ebbene, quest’episodio si è tinto di tanti colori e chiaramente quello che colpisce di più è quello che meno ti aspetti. Ma procediamo con ordine.
Giunti a questo punto possiamo dire che Shonda Rhimes è una professionista del finale catastrofico, e ovviamente questo vale anche per quest’ultimo season finale. Insomma, Grey’s Anatomy non sarebbe Grey’s Anatomy senza un finale tempestoso fatto di attimi di suspance, scene forvianti ed il classico disastro alla Shondona. Ebbene, quest’episodio si è tinto di tanti colori e chiaramente quello che colpisce di più è quello che meno ti aspetti. Ma procediamo con ordine.
Ovviamente non possiamo che dedicare l’intro di questa recensione a Richard Webber. Se questa nona stagione si è rivelata per molti aspetti piatta e non particolarmente entusiasmante, da un altro punto di vista ci ha fatto scoprire un personaggio, che in realtà è sempre stato li, mettendolo maggiormente in luce. James Pickens J. si è rivelato un personaggio che può fare la differenza, oltre ad essere stato protagonista di svariate situazioni in cui si è dimostrato all’altezza dell’essere definito attore. Come già detto più volte si è rivelata un’ottima spalla comica, come per esempio con Callie e con Alex, riuscendo a farci divertire con delle spumeggianti gag comiche. Nel corso degli anni, anche se in secondo piano, quest’uomo ha compiuto un cammino arrivando pure lui al cambiamento e alla maturità. Durante quest’ultima stagione è stato protagonista di alcune situazioni divertenti e di altre commuoventi.
Una vita passata ad essere il capo dell’ospedale, sacrificando l’amore e la sua vita privata anche se in realtà l’ex Seattle Grace Hospital in qualche modo era pur sempre una passione, qualcosa per cui valesse la pena sacrificare la moglie e tutto il resto. In queste ultime due puntate non ha fatto altro che confermare quello che già tutti sappiamo: lui sarà sempre il capo dell’ospedale. Il motivo per cui questo è il suo ruolo è perché possiede un carattere forte e l’autocontrollo, inoltre ha la capacità di sapere come comportarsi con ognuno dei dottori. L’esempio più lampante di ciò è il caso di Miranda Bailey, infatti nessuno sapeva come trattare la situazione, invece bastava semplicemente strappare il cerotto senza indugio e con forza. D’altronde quando uno l’essere autoritario ce l’ha nel sangue non ci può far nulla, puoi anche rilegarlo ad essere altro ma lui sarà sempre una figura di riferimento.
Una vita passata ad essere il capo dell’ospedale, sacrificando l’amore e la sua vita privata anche se in realtà l’ex Seattle Grace Hospital in qualche modo era pur sempre una passione, qualcosa per cui valesse la pena sacrificare la moglie e tutto il resto. In queste ultime due puntate non ha fatto altro che confermare quello che già tutti sappiamo: lui sarà sempre il capo dell’ospedale. Il motivo per cui questo è il suo ruolo è perché possiede un carattere forte e l’autocontrollo, inoltre ha la capacità di sapere come comportarsi con ognuno dei dottori. L’esempio più lampante di ciò è il caso di Miranda Bailey, infatti nessuno sapeva come trattare la situazione, invece bastava semplicemente strappare il cerotto senza indugio e con forza. D’altronde quando uno l’essere autoritario ce l’ha nel sangue non ci può far nulla, puoi anche rilegarlo ad essere altro ma lui sarà sempre una figura di riferimento.
Oltre ad averlo conosciuto come dottore l’abbiamo visto indossare i panni di padre surrogato di Meredith e quelli di mentore di Miranda. In quest’ultima stagione gli autori hanno fatto un buon lavoro su questo personaggio più che su altri, rafforzando alcuni aspetti e facendocelo conoscere meglio. A questo punto dopo l’ultima scena ci tocca dire arrivederci ad dottor Webber con il buon auspicio di rivederci nella prossima stagione, sperando che l’aver ridato la luce all’ospedale non gli sia fatale.
Da un’atra parte finalmente i problemi vengono affrontati e chiamati per quello che sono, ovviamente stiamo parlando di Cristina e Owen.
Dando ormai per certo che i due provano un amore folle l’un per l’altro, Cristina comincia a realizzare che l’amore non basta e che tutti i nodi vengono al pettine (frase fatta e scontata ma che più rispecchia la situazione di questa coppia). I due ex coniugi però non viaggiano su binari paralleli, e mentre la Yang vede una crepa in questo rapporto, Owen continua a ripetersi la balla che per lui quello che ha può bastare, la domanda è: secondo voi lo pensa e ci crede davvero?
Da un’atra parte finalmente i problemi vengono affrontati e chiamati per quello che sono, ovviamente stiamo parlando di Cristina e Owen.
Dando ormai per certo che i due provano un amore folle l’un per l’altro, Cristina comincia a realizzare che l’amore non basta e che tutti i nodi vengono al pettine (frase fatta e scontata ma che più rispecchia la situazione di questa coppia). I due ex coniugi però non viaggiano su binari paralleli, e mentre la Yang vede una crepa in questo rapporto, Owen continua a ripetersi la balla che per lui quello che ha può bastare, la domanda è: secondo voi lo pensa e ci crede davvero?
Uno scrittore francese disse: amare non è guardarci l’un l’altro, ma guardare insieme nella stessa direzione. Pare purtroppo ovvio che non è esattamente il caso di questa coppia. In realtà sapevamo che prima o poi questo momento sarebbe arrivato, e così ci toccherà vedere come si evolverà ulteriormente la situazione nella prossima stagione. Cristina da parte sua dopo il confronto è parsa quasi sollevata e vedremo prossimamente come andrà a finire. Chissà.
Mentre il cielo di Seattle è nero e tempestoso arriva il tempo della svolta anche per April e per Alex. Come già detto, purtroppo per questi personaggi non posso che ripetermi, le loro storyline non sono state sviluppate al meglio in questa nona serie, e per quanto riguarda April, non è mai stata costruita una storia solida e coinvolgente fin dal principio. Sorvolando questo punto di vista che ai più potrà parere soggettivo ma non lo è, con grande piacere Alex comincia ad andare avanti nella sua vita, finalmente da protagonista attivo e non più da spettatore passivo. In modo molto ironico gli vengono fatte citare le sue storie principali: una impazzisce (Ava) e all’altra è venuto il cancro (Izzie). Ed ora si ritrova ad evitare l’amore pensando di essere colui che porta alla pazzia e alla malattia. Ma visto che siamo nel bel mezzo di una tempesta, e tutto può succedere nel season finale, Alex si lascia andare a quello che prova per Jo, e siccome nei telefilm non si va per gradi, le dice subito che è innamorato di lei. Un po’ scontato ma dopotutto una gioia per Alex ci voleva proprio.
Per quanto riguarda April, che dire? Si è dimostrata una donna immatura e volubile che non riesce a capire cosa desidera dalla vita: oggi ama il paramedico, che io trovo adorabile, e basta un bus che salta per aria per correre da Avery a chiedergli di impedire il suo matrimonio. Un clichè scontato e banale e che conferma quanto sia immaturo il personaggio che ci mostra di non avere in pugno la sua vita e le sue scelte, ma preferisce far si che siano gli altri a prenderle per lei. Dall’altra parte staremo a vedere cosa risponderà Avery, la sua espressione diceva tutto e non diceva nulla, e se poi alla fine le dicesse sposati? non farebbe bene visto come l’ha trattato?
Un salto nel baratro va fatto invece parlando di Callie e Arizona. In questa stagione la loro storia ha viaggiato perennemente sulle montagne russe: su e giù tra buonumore e nausea. E dopo il tradimento della scorsa puntata continuiamo a non condividere l’atteggiamento di Arizona che bocciamo con un bel pollice in giù. Niente e nessuno può capire cosa voglia dire perdere una gamba però questo non la giustifica quando si comporta da ingrata con Callie, e all’ultimo viene anche da sorridere, con ironia parlando, quando dice alla Torres di tirare fuori la gamba che andranno a pari se ne perderà una anche lei. Dopo l’inferno che ha passato Callie, tra depressione, pipì da pulire in terra e la pazienza dell’attesa che la moglie finalmente si concedesse, e dopo tutto questo la tradisci e la tratti da schifo? Seriamente Arizona? Inoltre dopo ventiquattro puntate ci ritroviamo al punto di partenza di questa stagione nel post-incidente aereo. Vedremo come Shonda risolverà questo pasticcio, perché una cosa del genere penso non si possa risolvere nemmeno nel mondo seriale.
Mentre il cielo di Seattle è nero e tempestoso arriva il tempo della svolta anche per April e per Alex. Come già detto, purtroppo per questi personaggi non posso che ripetermi, le loro storyline non sono state sviluppate al meglio in questa nona serie, e per quanto riguarda April, non è mai stata costruita una storia solida e coinvolgente fin dal principio. Sorvolando questo punto di vista che ai più potrà parere soggettivo ma non lo è, con grande piacere Alex comincia ad andare avanti nella sua vita, finalmente da protagonista attivo e non più da spettatore passivo. In modo molto ironico gli vengono fatte citare le sue storie principali: una impazzisce (Ava) e all’altra è venuto il cancro (Izzie). Ed ora si ritrova ad evitare l’amore pensando di essere colui che porta alla pazzia e alla malattia. Ma visto che siamo nel bel mezzo di una tempesta, e tutto può succedere nel season finale, Alex si lascia andare a quello che prova per Jo, e siccome nei telefilm non si va per gradi, le dice subito che è innamorato di lei. Un po’ scontato ma dopotutto una gioia per Alex ci voleva proprio.
Per quanto riguarda April, che dire? Si è dimostrata una donna immatura e volubile che non riesce a capire cosa desidera dalla vita: oggi ama il paramedico, che io trovo adorabile, e basta un bus che salta per aria per correre da Avery a chiedergli di impedire il suo matrimonio. Un clichè scontato e banale e che conferma quanto sia immaturo il personaggio che ci mostra di non avere in pugno la sua vita e le sue scelte, ma preferisce far si che siano gli altri a prenderle per lei. Dall’altra parte staremo a vedere cosa risponderà Avery, la sua espressione diceva tutto e non diceva nulla, e se poi alla fine le dicesse sposati? non farebbe bene visto come l’ha trattato?
Un salto nel baratro va fatto invece parlando di Callie e Arizona. In questa stagione la loro storia ha viaggiato perennemente sulle montagne russe: su e giù tra buonumore e nausea. E dopo il tradimento della scorsa puntata continuiamo a non condividere l’atteggiamento di Arizona che bocciamo con un bel pollice in giù. Niente e nessuno può capire cosa voglia dire perdere una gamba però questo non la giustifica quando si comporta da ingrata con Callie, e all’ultimo viene anche da sorridere, con ironia parlando, quando dice alla Torres di tirare fuori la gamba che andranno a pari se ne perderà una anche lei. Dopo l’inferno che ha passato Callie, tra depressione, pipì da pulire in terra e la pazienza dell’attesa che la moglie finalmente si concedesse, e dopo tutto questo la tradisci e la tratti da schifo? Seriamente Arizona? Inoltre dopo ventiquattro puntate ci ritroviamo al punto di partenza di questa stagione nel post-incidente aereo. Vedremo come Shonda risolverà questo pasticcio, perché una cosa del genere penso non si possa risolvere nemmeno nel mondo seriale.
Ed infine non possiamo che chiudere con Meredith e il parto. Ovviamente non poteva che decidere di far nascere il suo piccolo nel bel mezzo di una tempesta, senza corrente e con un cesareo da fare al buio, altrimenti non si chiamerebbe Meredith Grey.
Una volta era cupa e triste, non credeva nell’amore e non pensava nemmeno di valere molto. Ora è una donna forte e piena di autocontrollo, ed ora finalmente è anche mamma. Certo era già mamma di Zola, ma ora è doppiamente mamma e noi siamo tutti felici di aver visto finalmene il visino del mcbaby. Diciamo la verità, da quando questa gravidanza è iniziata non tutti credevamo che sarebbe andato tutto per il meglio, e l’abbiamo “vissuta” anche noi come se da un momento all’altro potesse succedere qualcosa. Con molta gioia abbiamo constatato che così non è stato e tiriamo quindi un respiro di sollievo. Per quanto riguarda le complicazioni di Mer, se da un lato Shonda ha volutamente mostrato sadismo nei nostri confronti facendoci quasi credere che fosse morta, dall’altro lato segnano il grande ritorno in sala operatoria della nostra Miranda Bailey. Ben venga un piccolo dramma se poi il risultato sono mamma e bimbo sani e salvi.
Lo scorso anno di questi periodi stavamo perdendo Lexie e Mark, ed eravamo un po’ tutti arrabbiati e delusi, l’attesa per il season finale è stata scandita dal toto-morto che ci era stato anticipato svariate puntate prima. Questa volta invece il finale è arrivato in punta di piedi e senza fare troppo rumore rispecchiando al meglio ciò che è stata questa stagione, ossia una sorta di ponte che fa da passaggio tra quello che c’era e quello che ci sarà nell’ultima stagione di Grey’s Anatomy. Per quanto riguarda questa puntata, è stata ricca di emozioni e con qualche piccolo stereotipo appena un po’ scontato. Ma almeno abbiamo potuto gioire per la nascita del mcbaby (l’utero di Mer non era così ostile) e sembra che le carte siano state mescolate nuovamente gettando le basi della nuova stagione, e quindi noi restiamo in attesa che le carte siano scoperte per l’ultima volta.
Una volta era cupa e triste, non credeva nell’amore e non pensava nemmeno di valere molto. Ora è una donna forte e piena di autocontrollo, ed ora finalmente è anche mamma. Certo era già mamma di Zola, ma ora è doppiamente mamma e noi siamo tutti felici di aver visto finalmene il visino del mcbaby. Diciamo la verità, da quando questa gravidanza è iniziata non tutti credevamo che sarebbe andato tutto per il meglio, e l’abbiamo “vissuta” anche noi come se da un momento all’altro potesse succedere qualcosa. Con molta gioia abbiamo constatato che così non è stato e tiriamo quindi un respiro di sollievo. Per quanto riguarda le complicazioni di Mer, se da un lato Shonda ha volutamente mostrato sadismo nei nostri confronti facendoci quasi credere che fosse morta, dall’altro lato segnano il grande ritorno in sala operatoria della nostra Miranda Bailey. Ben venga un piccolo dramma se poi il risultato sono mamma e bimbo sani e salvi.
Lo scorso anno di questi periodi stavamo perdendo Lexie e Mark, ed eravamo un po’ tutti arrabbiati e delusi, l’attesa per il season finale è stata scandita dal toto-morto che ci era stato anticipato svariate puntate prima. Questa volta invece il finale è arrivato in punta di piedi e senza fare troppo rumore rispecchiando al meglio ciò che è stata questa stagione, ossia una sorta di ponte che fa da passaggio tra quello che c’era e quello che ci sarà nell’ultima stagione di Grey’s Anatomy. Per quanto riguarda questa puntata, è stata ricca di emozioni e con qualche piccolo stereotipo appena un po’ scontato. Ma almeno abbiamo potuto gioire per la nascita del mcbaby (l’utero di Mer non era così ostile) e sembra che le carte siano state mescolate nuovamente gettando le basi della nuova stagione, e quindi noi restiamo in attesa che le carte siano scoperte per l’ultima volta.
PRO:
- Il grande ritorno di Miranda in sala operatoria.
- Finalmente Cristina ed Owen affrontano il problema.
- Mamma e piccolo stanno bene. Con grande gioia conosciamo il mcbaby, e fa ancora più piacere se ci ricordiamo come è cominciato tutto quasi 9 anni fa.
- Alex riprende in mano la sua vita e si concede una possibilità.
- Benvenuto in Grey’s Anatomy piccolo Bailey.
- Meredith che si commuove quando vede il suo bambino.
- …Meredith Grey è sopravvissuta ad una bomba, un annegamento, un uomo armato, e un incidente aereo, ed è ancora qui. Lei morirà quando sarà una vecchia novantenne al caldo nel suo letto. Lei non morirà oggi. Oggi lei starà bene…. Lei è la nostra persona!
CONTRO:
- Arizona Robbins: ecco come prendere un personaggio amato e positivo e rovinarlo.
- Arizona Robbins, comportamento non giustificabile nemmeno dopo l’amputazione di un arto. Diciamo pure che la tragedia non ti giustifica dall’essere egoista e traditrice. Dear Shonda, come riparerai tutto questo?
- April e la frase detta ad Avery, un clichè scontato e banale. Ma i personaggi devono per forza stare con altri personaggi centrali? Sarebbe così brutto se sposasse il paramedico con cui condivide molti aspetti caratteriali?
- Richard Webber: speriamo di rivederlo vivo nella prossima stagione.
Come già detto più volte Shonda si è dimostrata maestra dei finali burrascosi ma se possiamo dirlo questa volta non è stata più malefica del solito. Possiamo senza dubbio affermare che ha fatto di peggio, e questo finale tutto sommato è stato una passeggiata.
Gli autori sono riusciti per qualche minuto a creare suspance e ansia, più che altro per le sorti di Meredith e di Avery ma per il resto la puntata è stata tranquilla. Due grandi coppie principali si trovano all’apparente rottura e con ansia aspetteremo di scoprire le loro sorti. Una cosa positiva però c’è: valeva la pena guardarsi queste ventiquattro puntate solo per conoscere il piccolo nascituro di Grey’s Anatomy.
VOTO EMMY
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Un tempo recensore di successo e ora passato a miglior vita per scelte discutibili, eccesso di binge-watching ed una certa insubordinazione.