“Oh, for crying out loud, that was not on me.”
Questa nuova stagione di Happy! ha sicuramente disatteso gran parte delle aspettative, dopo un primo ciclo narrativo spumeggiante e votato alla continua evoluzione narrativa. Ed invece questa seconda seconda stagione è la brutta copia dell’ottimo show andato in onda l’anno scorso.
Una trama stagionale senza una vera strada da percorrere, sottotrame relative alle varie problematiche-diatribe dei singoli personaggi che non riescono a convincere nemmeno in minima parte e dei villain (Orcus, Sonny Shine ed il suo gruppo di esseri immondi) che continuano ad apparire come ectoplasmi se collegati alla storia in sé.
Ma non era ovviamente la trama il punto forte di Happy! e soprattutto non era la trama a rappresentare l’elemento per cui una persona avrebbe dovuto seguire in maniera assidua e continuativa questa serie. L’elemento che è veramente mancato fino ad ora (ad un episodio dalla conclusione è lecito tirare le somme di quanto andato in onda) era la consueta pazzia scenica declinata in termini utili alla storia.
Il no-sense narrativo continua a presentarsi, facendo da padrone della scena, ma la sua utilità è inesistente e molte scene non possono che far sbadigliare (oltre che annoiare): la scena musical, il ballo dello scorso episodio tanto per citare degli esempi.
Nonostante quanto appuntato in questa lunga premessa, tuttavia, questo nono episodio risolleva leggermente il capo (anche perché dopo “A Friend Of Death” era forse anche difficile peggiorare la situazione) andando a chiudere diverse sottotrame e aprendo la strada a diverse storie che molto probabilmente rappresenteranno il core narrativo di quanto avverrà nel finale di stagione.
“Try not to worry, Amanda. We’ll find her. Was it true what you said? That Hailey invented me because Nick wasn’t there? Maybe I was always meant to find him. Maybe that was my purpose.”
La porzione di trama più importante che trova conclusione in questo episodio è sicuramente quella relativa allo status di Amanda e la sua conseguente ripresa: dopo diversi episodi in cui vagava nel mondo dei disturbati mentali, l’ex moglie di Nick riprende contatto con la realtà anche grazie al termine del suo improvviso e rapidissimo parto. Un parto, che costituisce le prime concitate scene della puntata, che oltre ad apparire surreale (come ogni buon episodio di Happy! insegna) da un altro punto di vista risulta a tratti fisicamente ripugnante: Amanda mette al mondo delle piccole sfere contenenti quelli che sembrerebbero essere la versione mignon degli esseri rosa già incontrati ed affrontati da Nick (una versione senza occhi e pantaloni di Patrick la Stella, in pratica).
Altro elemento che trova conclusione e che risulta utile solamente per ricollegare l’agente McCarthy alla trama è la dipartita della non più giovane signora Bianchi che si toglie la vita (non volontariamente) nel solito modo carico di sangue e violenza.
L’ex agente di polizia viene reintrodotta all’interno della storia in quanto diventata membro di una sorta di setta votata alla perpetua lotta contro Orcus. Un qualcosa che va a definire ulteriormente le linee narrative, fino a qui confuse, della storia: Orcus si troverà ad affrontare Happy (identificato come sua nemesi, “love vs death”) e proprio l’agente McCarthy.
Parallelamente, Nick e Amanda stanno cercando di ritrovare (nuovamente) la scomparsa Hailey, silenziosamente (forse nemmeno troppo) spinta verso lo sciagurato compito di togliere la vita a Sonny Shine.
“Five Chicken Fingers and a Gun” è un episodio che cerca di non perdere tempo (ed il minutaggio aiuta) andando a riprendere in mano buona parte delle trame fin qui portate avanti, aprendo la strada ad un finale che si preannuncia essere rocambolesco, violento e carico di sangue e budella. Proprio come piace ad Happy!, proprio come piace a noi.
Amanda: “I got your back.”
Happy: “Me too, buddy.”
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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A Friend of Death 2×08 | 0.24 milioni – 0.1 rating |
Five Chicken Fingers And A Gun 2×09 | 0.25 milioni – 0.1 rating |
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Conosciuto ai più come Aldo Raine detto L'Apache è vincitore del premio Oscar Luigi Scalfaro e più volte candidato al Golden Goal.
Avrebbe potuto cambiare il Mondo. Avrebbe potuto risollevare le sorti dell'umana stirpe. Avrebbe potuto risanare il debito pubblico. Ha preferito unirsi al team di RecenSerie per dar libero sfogo alle sue frustrazioni. L'unico uomo con la licenza polemica.