Homeland 7×08 – Lies, Amplifiers, F**king TwitterTEMPO DI LETTURA 4 min

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Le possibilità che dopo aver raggiunto il punto più alto della propria parabola un determinato show peggiori non sono poche, così come non sono poche le possibilità che l’interesse per quello show cali drasticamente e scoraggi sceneggiatori e addetti ai lavori vari nel tentativo di mantenere la serie su un livello di qualità alto.
Non volendo entrare troppo nel dettaglio, pur rimanendo un buonissimo prodotto, i tagli al cast, a seguito anche della morte dei personaggi, e altri fattori legati alla scrittura hanno intaccato Homeland nel corso del tempo, impedendo alla serie di Gordon e Gansa di ritrovare una certa brillantezza. Nella scorsa stagione, nell’ultima parte specialmente, però ci sono stati segnali di netta ripresa, sotto tutti i punti di vista, e si è aperta la strada per seguire un percorso nuovo che è culminato proprio in questo episodio.
In un primo momento anche la settima stagione sembrava indirizzata al 6 in pagella, con uno strano “minestrone” che non portava da nessuna parte tra la malattia di Carrie ed il nuovo ruolo di Saul, e quando è entrata in gioco la carta russa la situazione sembrava addirittura poter peggiorare, invece l’intreccio partorito dal team degli sceneggiatori ha dato vita ad una narrativa di buonissimo livello, riproponendo la coppia di spie sul terreno più congegnale per entrambi.
Nella scacchiera stagionale tutte le pedine parevano disposte in modo chiaro, i tanti sacrifici per arrivare alla situazione attuale erano sul punto di dare i propri frutti, il re avversario era sotto scacco e la regina pronta a spostarsi in previsione della mossa decisiva per vincere la partita ma, come spesso succede in questi casi, non era stata attribuita la giusta attenzione al cavallo.
In “Andante” Carrie aveva già dato segni della sua grande difficoltà relazionale con la figlia Frannie, intensificata come non mai all’interno di questo episodio. La sorella di Carrie, Maggie, davanti all’ennesimo problema d’incompetenza della protagonista, decide di imporle un aut aut che in quel momento non può essere rispettato, con Dante sotto custodia e nonostante le frizioni con Saul, Carrie è convinta di essere l’unica a poter convincere la sua one half night stand a fornire più informazioni possibili per ottenere un mandato e arrestare Simone Martin prima della testimonianza.
Davanti ad una richiesta come quella di Maggie nessun genitore avrebbe risolto la situazione come Carrie, rifiutare i trattamenti sotto la minaccia di perdere l’affidamento della figlia sarebbe sicuramente un bene per il prodotto, considerando che la relazione tra lei e Carrie è stata sempre tormentata e per certi versi superflua e irritante, lascia tuttavia dubbi su quanto il risvolto possa essere realista; un Homeland senza Frannie e con Carrie sempre più sola, sul lastrico, e concentrata completamente sullo spionaggio sembra comunque uno scenario decisamente più interessante e coerente con le pretese di collasso psicologico del personaggio avanzate dagli sceneggiatori.
Il primo interrogatorio ad ogni modo non va a buon fine, a questo punto viene dato spazio ad un secondo tentativo. Non consapevoli dei rischi Carrie e Saul inviano un “avvocato” nella stanza di Dante, che ne aveva richiesta la presenza, e decidono di avvelenarlo intenti a fargli credere che siano stati proprio i russi a mandare un uomo per toglierlo di mezzo. La strategia funziona, le informazioni ci sono, al costo di lasciare Dante in fin di vita, ed è esattamente in questo contesto che la partita si gira in favore dei russi.
Su un altro tavolo infatti la Keane e Wellington stavano già organizzando l’arresto di Simone con l’ambasciatore russo che a sua volta sottobanco aveva informato Gromov chiedendogli di recuperare la donna, la voglia di strafare e le manie di controllo della Keane erano costate care nelle puntate precedenti, mai però come in questa occasione. In un plot twist eccezionale dal punto di vista narrativo, tutte le mosse di Carrie e Saul sono state rovinate e Gromov, scoperto anche come l’amante di Simone, da buon cavallo, ha salvato il suo re dalla cattura, lasciando la coppia ex CIA con un pungo di mosche in mano. L’ultima risorsa a questo punto sarebbe Dante, se solo il suo cuore potesse riprendere a battere.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • L’intero episodio
  • Sempre un bene vedere uno show tornare su straordinari livelli
  • Avvelenare un sospettato di suo non è una furbata, minus alla scrittura

 

Carrie ha sacrificato tutto, apparentemente anche il rapporto con la figlia, per arrivare a questo punto. La situazione si fa più appassionante ogni puntata che passa, con Martin recuperata da Gromov e Dante temporaneamente fuori dai giochi, Carrie e Saul hanno poche chance di risolvere il problema non da poco creato dalla Keane e da Wellington. Vincere una partita così complicata non sarà facile, e solo giocando estremamente bene le prossime mosse i due potranno riportarsi in vantaggio e dare scacco matto.

 

Andante 7×07 1.28 milioni – 0.3 rating
Lies, Amplifiers, F**king Twitter 7×08 1.21 milioni – 0.3 rating

 

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