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La Festa del Ringraziamento (Thanksgiving Day) fa parte della triade delle ricorrenze più commerciali / consumistiche / strumentalizzate / pubblicizzate presenti negli Stati Uniti, assieme ad Halloween e al 4th of July. Va da sé che suddetta festa funga da scenografia per la seconda puntata della serie antologica horror Into The Dark, intitolata “Pilgrim”.
La Blumhouse Television, casa di produzione della serie tv in onda su Hulu, affida a Marcus Dunstan il compito di portare sul piccolo schermo la storia di una famiglia alle prese con due “estranei”, che finiranno con sconvolgere i loro piani per la Festa del Ringraziamento, facendoli piombare in un vero e proprio incubo.
Dunstan era già entrato in contatto con il genere horror, essendo stato tra gli sceneggiatori di alcuni capitoli di Saw e di Piranha 3DD, ma più che per le sue doti di scrittura, Dunstan colpisce per le sue tecniche di regia alquanto particolari. Il suo stile, infatti, divide il pubblico tra chi apprezza i suoi fulminei spostamenti della macchina da presa ed i continui zoom e chi, invece, avrebbe voluto assistere ad una regia più lineare e meno eccentrica.
Il punto di forza di “Pilgrim”, è proprio la diatriba sull’esperienza visiva offerta dal regista americano, dato che, in quanto a contenuti, la puntata non riesce a risplendere di luce propria. La tematica del Ringraziamento e la critica verso una società sempre più votata al consumismo e all’apparenza, che non si accontenta di ciò che già possiede ma vuole sempre di più, cercando di colmare un fantomatico ed inesistente vuoto, è un flebile tentativo di rendere interessante un episodio che, al contrario, non ha nulla da dire. Trame e messaggi come questi sono all’ordine del giorno e, davvero, Into The Dark poteva inventarsi qualcosa di più creativo per l’inizio del suo secondo ciclo.
La storia della puntata, infatti, ruota attorno ad una famiglia allargata la quale si ritrova, suo malgrado, vittima di due psicopatici usciti direttamente da un mondo che gli Amish giudicherebbero troppo moderno: la padrona di casa, Anna Baker, invita quelli che crede essere due attori per festeggiare il Ringraziamento nello stile dei veri padri pellegrini, che giunsero negli Stati Uniti abbandonando l’Inghilterra. I due antagonisti, in realtà, nascondono ben altre intenzioni, ossia quelle di purificare la società moderna e riportare sulla retta via coloro che se ne sono allontanati.
Proprio nelle doti attoriali dei due pellegrini (Peter Giles ed Elyse Levesque), risiede la grande nota positiva dell’episodio, che si eleva dal piattume di tutto il resto: le loro interpretazioni sorprendono ed inquietano, in un giusto mix di carisma, mistero e paura. Anche l’elemento splatter è ben marcato in questa seconda puntata, con alcune scene che addirittura sfociano nel pulp; di questo possiamo esserne contenti, dato che la critica principale mossa alla serie in onda su Hulu è stata soprattutto quella inerente la sua mancanza di cattiveria ed il suo rimanere un po’ troppo dentro le righe.
Nonostante non ci si possa ritenere soddisfatti dopo la visione di “Pilgrim”, Peter Giles ed Elyse Levesque salvano il salvabile e fanno guadagnare qualche punto in più ad una puntata che, senza di loro, si sarebbe affidata unicamente ad un redivivo Jack McPhee di Dawson’s Creek.
La Blumhouse Television, casa di produzione della serie tv in onda su Hulu, affida a Marcus Dunstan il compito di portare sul piccolo schermo la storia di una famiglia alle prese con due “estranei”, che finiranno con sconvolgere i loro piani per la Festa del Ringraziamento, facendoli piombare in un vero e proprio incubo.
Dunstan era già entrato in contatto con il genere horror, essendo stato tra gli sceneggiatori di alcuni capitoli di Saw e di Piranha 3DD, ma più che per le sue doti di scrittura, Dunstan colpisce per le sue tecniche di regia alquanto particolari. Il suo stile, infatti, divide il pubblico tra chi apprezza i suoi fulminei spostamenti della macchina da presa ed i continui zoom e chi, invece, avrebbe voluto assistere ad una regia più lineare e meno eccentrica.
Il punto di forza di “Pilgrim”, è proprio la diatriba sull’esperienza visiva offerta dal regista americano, dato che, in quanto a contenuti, la puntata non riesce a risplendere di luce propria. La tematica del Ringraziamento e la critica verso una società sempre più votata al consumismo e all’apparenza, che non si accontenta di ciò che già possiede ma vuole sempre di più, cercando di colmare un fantomatico ed inesistente vuoto, è un flebile tentativo di rendere interessante un episodio che, al contrario, non ha nulla da dire. Trame e messaggi come questi sono all’ordine del giorno e, davvero, Into The Dark poteva inventarsi qualcosa di più creativo per l’inizio del suo secondo ciclo.
La storia della puntata, infatti, ruota attorno ad una famiglia allargata la quale si ritrova, suo malgrado, vittima di due psicopatici usciti direttamente da un mondo che gli Amish giudicherebbero troppo moderno: la padrona di casa, Anna Baker, invita quelli che crede essere due attori per festeggiare il Ringraziamento nello stile dei veri padri pellegrini, che giunsero negli Stati Uniti abbandonando l’Inghilterra. I due antagonisti, in realtà, nascondono ben altre intenzioni, ossia quelle di purificare la società moderna e riportare sulla retta via coloro che se ne sono allontanati.
Proprio nelle doti attoriali dei due pellegrini (Peter Giles ed Elyse Levesque), risiede la grande nota positiva dell’episodio, che si eleva dal piattume di tutto il resto: le loro interpretazioni sorprendono ed inquietano, in un giusto mix di carisma, mistero e paura. Anche l’elemento splatter è ben marcato in questa seconda puntata, con alcune scene che addirittura sfociano nel pulp; di questo possiamo esserne contenti, dato che la critica principale mossa alla serie in onda su Hulu è stata soprattutto quella inerente la sua mancanza di cattiveria ed il suo rimanere un po’ troppo dentro le righe.
Nonostante non ci si possa ritenere soddisfatti dopo la visione di “Pilgrim”, Peter Giles ed Elyse Levesque salvano il salvabile e fanno guadagnare qualche punto in più ad una puntata che, senza di loro, si sarebbe affidata unicamente ad un redivivo Jack McPhee di Dawson’s Creek.
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Una seconda puntata con molti difetti, che non c’entra l’obiettivo di intrattenere il pubblico ma finisce con l’annoiarlo. Ci pensano Peter Giles ed Elyse Levesque a ribaltare gli esiti della votazione, con due interpretazioni da inquietudine pura.
Uncanny Annie 2×01 | ND milioni – ND rating |
Pilgrim 2×02 | ND milioni – ND rating |
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Se volete entrare nelle sue grazie, non dovete offendere: Buffy The Vampire Slayer, Harry Potter, la Juventus. In alternativa, offritele un Long Island. La prima Milf di Recenserie, ma guai a chiamarla mammina pancina.