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Cosa potrebbe spingere la piattaforma di streaming per antonomasia a pubblicare, sul suo palinsesto, una serie post-apocalittica in piena pandemia? In un 2020 iniziato con il botto, durante il quale si sono susseguiti, nell’ordine: il rischio di una terza Guerra Mondiale, incendi devastanti in Australia, un virus che ha contagiato più di 3 milioni di persone in tutto il mondo e mietuto quasi 240.000 vittime, c’era davvero bisogno di uno show che incentivasse la paranoia ed il catastrofismo, conseguenze quasi naturali dopo due mesi di stretto lockdown? Se Mediaset può permettersi il lusso di mandare in onda Contagion, il film, dai contorni profetici, di Steven Soderbergh su un virus (il MEV-1) proveniente dalla Cina, perché non rischiare con un prodotto ad alto tasso di adrenalina, come Into The Night?
Il nuovo drama targato Netflix è la prima produzione made in Belgium ispirata al romanzo “The Old Axolotl” dello scrittore polacco Jacek Dukaj e liberamente adattata da Jason George, sceneggiatore e produttore, con all’attivo diversi successi, tra i quali The Blacklist, Narcos e The Protector. La trama è abbastanza semplice: un gruppo di persone si trova a bordo di un aereo della Brussels Airlines, diretto a Mosca e viene dirottato da un militare della NATO (l’attore franco-italiano Stefano Cassetti) che porta con sé un segreto sconcertante. Il Sole, per non si sa quale assurdo motivo, si è trasformato in una sfera letale che uccide chiunque si trovi sul suo cammino. I protagonisti di Into The Night, quindi, hanno solo un’unica via di uscita, quella di dirigersi più ad ovest possibile, cercando di sfuggire a morte sicura.
Sia il piccolo che il grande schermo hanno insegnato allo spettatore a dubitare di qualsiasi storyline ambientata in un aeroplano, perché la situazione non può fare altro che precipitare. Basti pensare al volo 815 della Oceanic Airlines, che ha dato il via a quel capolavoro di Lost, passando per il più recente Manifest (tutt’altro che un capolavoro), ma anche Snakes On A Plane, Red Eye e Flightplan. Questa volta, però, l’incubo proviene dall’esterno e l’involucro di metallo sospeso a 10000 metri rappresenta un rifugio e un mezzo di sopravvivenza per lo sparuto gruppo di protagonisti.
Sia il piccolo che il grande schermo hanno insegnato allo spettatore a dubitare di qualsiasi storyline ambientata in un aeroplano, perché la situazione non può fare altro che precipitare. Basti pensare al volo 815 della Oceanic Airlines, che ha dato il via a quel capolavoro di Lost, passando per il più recente Manifest (tutt’altro che un capolavoro), ma anche Snakes On A Plane, Red Eye e Flightplan. Questa volta, però, l’incubo proviene dall’esterno e l’involucro di metallo sospeso a 10000 metri rappresenta un rifugio e un mezzo di sopravvivenza per lo sparuto gruppo di protagonisti.
Per certi versi, la nuova serie Netflix ricorda The Happening, il lungometraggio di M. Night Shyamalan, in cui la natura si ribellava alla presenza dell’uomo attraverso una neuro tossina che faceva suicidare chiunque la respirasse.
Quello che colpisce di Into The Night è sicuramente il suo ritmo serrato e le scene al cardiopalma, caratteristiche che riescono a catalizzare l’attenzione del pubblico per tutta la durata della puntata. La componente action è preponderante, ma riusciamo anche ad avere un piccolo assaggio di introspezione dei personaggi. I pochi fuggitivi, infatti, sono molto diversi gli uni dagli altri ed ognuno porta con sé un bagaglio di segreti. Nello specifico, il pilot si focalizza sulla figura di Sylvie (nome che dà il titolo dell’episodio), una donna che ha da poco perso l’amore della sua vita; Sylvie si rivela essere un ex pilota di elicotteri con competenze militari, intraprendenza e sangue freddo, prendendo da subito in mano le redini della situazione. Il background personale dei protagonisti sarà sicuramente uno spunto per sviluppare ulteriormente la storyline e complicare lo status quo, dato che la parentesi catastrofistica non potrebbe di certo sopravvivere da sola.
Come detto precedentemente, il ritmo di Into The Night è veloce ed incalzante, ma questa potrebbe essere un’arma a doppio taglio. Non ci possiamo certamente aspettare realismo da certe scene, anche se questa pandemia ha fatto vacillare molte convinzioni, e proprio per questo alcune risoluzioni di trama potrebbero risultare troppo esagerate e scontate. Alcuni esempi di queste probabili forzature, li troviamo anche in questa prima puntata: il Maggiore Gallo riesce ad introdursi a bordo dell’aereo troppo facilmente e, per giunta, armato; Sylvie ed il pilota, mentre stanno per atterrare, vedono un aeroporto in fiamme ed arrivano alle loro conclusioni in maniera troppo rapida. Starà nell’abilità degli autori e degli sceneggiatori, il saper dosare al meglio i vari elementi e plot-twist per non scadere nel trash ed abbassare la qualità dello show che, appare, mediamente buona.
Quello che colpisce di Into The Night è sicuramente il suo ritmo serrato e le scene al cardiopalma, caratteristiche che riescono a catalizzare l’attenzione del pubblico per tutta la durata della puntata. La componente action è preponderante, ma riusciamo anche ad avere un piccolo assaggio di introspezione dei personaggi. I pochi fuggitivi, infatti, sono molto diversi gli uni dagli altri ed ognuno porta con sé un bagaglio di segreti. Nello specifico, il pilot si focalizza sulla figura di Sylvie (nome che dà il titolo dell’episodio), una donna che ha da poco perso l’amore della sua vita; Sylvie si rivela essere un ex pilota di elicotteri con competenze militari, intraprendenza e sangue freddo, prendendo da subito in mano le redini della situazione. Il background personale dei protagonisti sarà sicuramente uno spunto per sviluppare ulteriormente la storyline e complicare lo status quo, dato che la parentesi catastrofistica non potrebbe di certo sopravvivere da sola.
Come detto precedentemente, il ritmo di Into The Night è veloce ed incalzante, ma questa potrebbe essere un’arma a doppio taglio. Non ci possiamo certamente aspettare realismo da certe scene, anche se questa pandemia ha fatto vacillare molte convinzioni, e proprio per questo alcune risoluzioni di trama potrebbero risultare troppo esagerate e scontate. Alcuni esempi di queste probabili forzature, li troviamo anche in questa prima puntata: il Maggiore Gallo riesce ad introdursi a bordo dell’aereo troppo facilmente e, per giunta, armato; Sylvie ed il pilota, mentre stanno per atterrare, vedono un aeroporto in fiamme ed arrivano alle loro conclusioni in maniera troppo rapida. Starà nell’abilità degli autori e degli sceneggiatori, il saper dosare al meglio i vari elementi e plot-twist per non scadere nel trash ed abbassare la qualità dello show che, appare, mediamente buona.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Il primo Netflix Original di produzione belga non brilla certo per originalità, ma il ritmo serrato ed una misteriosa minaccia riescono comunque a centrare l’obiettivo. Da tenere in considerazione per un binge-watching durante un periodo di noia.
Sylvie 1×01 | ND milioni – ND rating |
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Se volete entrare nelle sue grazie, non dovete offendere: Buffy The Vampire Slayer, Harry Potter, la Juventus. In alternativa, offritele un Long Island. La prima Milf di Recenserie, ma guai a chiamarla mammina pancina.