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La Casa De Papel 5×03 – El Espectaculo De La VidaTEMPO DI LETTURA 3 min

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La Casa De Papel 5x03 recensioneLa serie con la cassa di risonanza maggiore di casa Netflix ha finalmente intrapreso la strada che condurrà alla sua conclusione. Appena cinque episodi rilasciati in questo inizio di settembre, per poi prolungare l’attesa fino a dicembre con il rush finale.
Dieci episodi totali per completare l’opera di Alex Pina che al momento sembrano aiutare notevolmente lo sviluppo della narrazione. La Casa De Papel, con la sua suddivisione stagionale in varie parti, ha sempre contato un numero più consistente di episodi che, soprattutto nelle ultime stagioni, avevano allungato fin troppo il brodo. Un modus operandi che, inevitabilmente, aveva dato vita a svariati episodi filler in cui la noia regnava sovrana. Adesso, invece, nel condensare tutto in appena cinque episodi, per poi preparare all’attesa del finale, lo show si dimostra più dinamico e, nonostante le solite e caratteristiche pecche, più facile da seguire.

TRA SOAP-OPERA E TRASH


È stata soprattutto la scorsa stagione quella dell’apice dell’insensatezza. Episodi che si susseguivano dando vita a situazioni esasperate eccessivamente prolungate, e questo perché l’action lasciava il posto alla parte più soap-operistica sempre condita da una buona dose di trash.
Elementi che in realtà sono tipici de La Casa De Papel e che non mancano neanche in questi primi tre episodi. La differenza però, sta proprio nella limitazione del tempo che al momento spinge alcuni eventi a risultare meno prolungati. Un esempio lampante di quanto appena descritto sta nella reazione di Monica alla sparatoria con Arturo. In altre situazioni, la storia si sarebbe soffermata in maniera pesante e pressante sul senso di colpa della donna e sulle conseguenze che questo avrà nella relazione con Denver. Un’analisi che potrebbe comunque esserci ancora in futuro, tuttavia, il passarci oltre in maniera così “frettolosa” al momento, è un segnale della velocità con cui la serie vuole completare questo primo arco finale. E per ora sembra solo un bene.

“Sei anche un’ostetrica adesso?”

Di pari passo al melodramma vi è anche l’immancabile trash. In quest’occasione l’attenzione si sposta nella tana del Professore, dove il parto di Alicia Sierra si trasforma in un affare con gli ostetrici più improbabili. Un momento di alta televisione che, oltre a contribuire alla parte comica, offre spunti per far emergere i personaggi di Alicia e del Professore. Quest’ultimo naturalmente non poteva passare il resto del tempo legato ad una sedia: il cervello del gruppo, quello sempre con la soluzione pronta, perde tutte le sue qualità fuori dal suo campo di gioco e, oltre la squadra, ne perde anche la narrazione. Alicia Sierra, invece, si è dimostrato finora un character molto attivo e, seppur il suo passaggio da “nemica a probabile collaboratrice” della banda richiami fin troppo il percorso attuato da Lisbona, non si può ignorare come la sua verve e intraprendenza possano risultare utili nello smantellare i piani di Tamajo.

E POI C’È L’AZIONE


Messe da parte queste situazioni utili a stabilizzare i rapporti e dare un ruolo ben preciso ai personaggi per l’atto finale, la vera protagonista di questi primi tre episodi è sicuramente l’azione. Certo, sempre esagerata e spesso senza criterio in perfetto stile della serie, ma finora al centro della scena in maniera quasi imperante. Un elemento che non può che risultare positivo, diminuendo i tempi morti e portando la narrazione in avanti a colpi di fucile.
Una dinamicità che rende un po’ più interessante l’imminente irruzione dell’esercito nel Banco de España, sperando però in un risvolto diverso dal solito ripetitivo schema. Giusto per movimentare un altro po’.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Una stagione che va più “di fretta”
  • Alicia Sierra aggiunge quel qualcosa in più
  • I flashback tendono a rallentare un po’ troppo la narrazione 

 

C’è un’aria particolarmente dinamica in questi primi episodi de La Casa De Papel. Dopotutto, va subito preparato il terreno per l’inevitabile cliffhanger del quinto episodio. Quello che poi accompagnerà il pubblico fino a dicembre.

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Nata con la passione per telefilm e libri, cresciuta con quella per la scrittura. Unirle è sembrata la cosa più naturale. Allegra e socievole finché non trova qualcosa fuori posto, il disordine non è infatti contemplato.
Tra una mania e l'altra, si fa carico di un'estenuante sensibilità che la porta a tifare per lo sfigato di turno tra i personaggi cui si appassiona: per dirla alla Tyrion Lannister, ha un debole per “cripples, bastards and broken things”.

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