The Chair 1×02 – The Faculty PartyTEMPO DI LETTURA 3 min

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Come già evidenziato nella recensione della series premiere, anche in questo “The Faculty Party” The Chair prosegue il suo raffinato modo di esprimere una certa critica sociale sui principali topic dell’attualità. Il che non vuol dire commentare l’addio degli USA dall’Afghanistan o l’importanza del vaccino, quanto piuttosto la rappresentazione estremamente bianca e maschile del corpo insegnanti universitario, l’effetto boomerang che, volontariamente o involontariamente, possono avere certi meme o gif sulle proprie vittime e anche l’adozione di un figlio di una certa etnia da parte di una madre di origine diversa. Come si diceva, appunto: tematiche di una certa attualità.

You just gave your pie to a Nazi.

NO NAZIS AT PEMBROKE!


Il tono utilizzato dallo show di Amanda Peet e Annie Julia Wyman è sempre leggero ma è anche forte e sa colpire di nascosto lo spettatore. L’arrivo di una rivolta studentesca, in seguito alla gif rappresentata nella foto, è scontata e arriva prontamente alla chiusura dell’episodio dopo un cammino preparatorio che sancisce il “classico percorso” che meme e gif fanno in internet.
La condivisione tanto veloce quanto superficiale è un’arma potentissima che fa rumore, fa parlare di sé e, soprattutto, fa danni. Molto spesso, come in questo caso, l’immagine viene decontestualizzata col passaparola e, con un titolo altisonante come potrebbe essere “Professore universitario fa il saluto nazista in classe“, riscrive la realtà a discapito del protagonista di quel meme. Si parlava, per l’appunto, di critica sociale perché il passaparola mediatico sui social network può essere un’arma a doppio taglio che, se da un lato può far luce su situazioni discutibili, dall’altro può scatenare un linciaggio collettivo basato su una superficialità d’informazione devastante. Come è questo il caso.
È quindi estremamente interessante vedere come il duo Peet-Wyman sarà in grado di elaborare una trama intorno a questo incidente che, ovviamente, Bill non pensava minimamente sarebbe successo.

PROFESSOR HITLER MUST GO!


Per tutta la puntata, in un alternarsi di situazioni al limite del comico, la relazione tra Bill e Ji-Yoon progredisce speditamente verso una direzione palese ma, al tempo stesso, ovviamente non così facile da raggiungere. L’empatia verso i due character principali è stata già creata velocemente (ma con estremo successo), quindi lo spettatore è già molto fazioso circa il tipo di finale che si aspetta di vedere nella serie.
Per ovvie ragioni, essendo anche solo alla seconda puntata, le due showrunner non hanno fatto il passo più lungo della gamba bruciandosi, di fatto, quello che è uno dei motori principali dello show. L’interesse reciproco è palese ed è anche supportato dalla simpatia, non facilissima da ottenere, di Ju Ju nei confronti di Bill; il tutto mentre situazioni classiche da commedia romantica (tipo le labbra dei protagonisti estremamente vicine in macchina che vengono prontamente tenute distanti dall’auto che comincia a muoversi) continuano ad affiorare supportando la trama ed intrattenendo quanto basta.
Sullo sfondo rimane sapientemente visibile la difficoltà di una madre single, in carriera e con diverse pressioni sociali proprio per il suo essere donna, che prova a fare il meglio in un ruolo di prestigio. Come a dire: questa non è fantascienza ma una realtà ancora, sfortunatamente, non così comune.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • La gif nazista
  • La fuga della babysitter
  • Le avance della professoressa Joan Hambling a Bill durante il party
  • Ju Ju continua ad essere un character fantastico
  • Dialogo in macchina tra Ji-Yoon e suo padre
  • La chimica tra Bill e Ji-Yoon
  • Cotta, piuttosto classica, tra studentessa e professore

 

Dopo un’ottima series premiere, The Chair introduce il vero plot twist della serie che, sicuramente, sconvolgerà l’intero ecosistema universitario e, chiaramente, sarà un’ottima fonte di discussione e risate. Nel complesso, pur non concedendo il massimo dei voti, francamente non si può dire proprio niente di negativo su questa puntata.

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Fondatore di Recenserie sin dalla sua fondazione, si dice che la sua età sia compresa tra i 29 ed i 39 anni. È una figura losca che va in giro con la maschera dei Bloody Beetroots, non crede nella democrazia, odia Instagram, non tollera le virgole fuori posto e adora il prosciutto crudo ed il grana. Spesso vomita quando è ubriaco.

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