Il tutto ovviamente adattandolo alla necessità della trama. Questa volta però la scelta non ripaga rendendo questa quarta puntata piuttosto superficiale e vaga.
Montrose: “George gave me the Order of the Ancient Dawn bylaws… the night he died.”
Atticus: “When were you gonna tell me that? Where’s the book now?”
Montrose: “I read it and I burnt it.”
Atticus: “What?”
Montrose: “You heard me.”
Atticus: “Why would you do that? Answer me! Why would you do that?”
Montrose: “Because my brother told me to protect our family! That was his dying wish. And I did it the night I burnt that damn book, closing Pandora’s box once and for good!“A questo punto della stagione, Misha Green sembra aver decisamente optato per uno stile poliedrico che prende decisamente spunto da diversi illustri predecessori, il che porta ovviamente a domandarsi quali altri derive prenderà Lovecraft Country. Ma per questo bisognerà aspettare.
Ciò di cui si può discutere però è l’efficacia del connubio tra l’universo adattato da Green (bisogna pure sempre ricordare che questo è un adattamento dell’omonimo romanzo scritto da Matt Ruff) ed il twist narrativo dato all’episodio di turno perchè, come in questo caso, non sempre il risultato è quello sperato. In particolare il problema non è neanche il sottogenere che Green decide di adottare, quanto più che altro la trama in sè che vi viene accostata. La linearità di “A History Of Violence”, principalmente nella parte centrale dell’episodio dentro (e sotto) il museo, è così banale da risultare una mera copia di tanti altri prodotti che si basano semplicemente nel superamento di una serie di prove. Niente di più e niente di meno, ed in questo la puntata pecca parecchio: non ci sono sussulti di alcun tipo, alcune trovate come il “ponte” che scompare o l’acqua che continua a salire sono carine ma niente di più.
Paradossalmente, invece che aiutare la visione, il sottogenere si fà stereotipo e “A History Of Violence” riemerge solamente nei momenti in cui ritorna ad essere ciò che è, il tutto grazie a nuove direzioni narrative o scelte inaspettate. E non è una conseguenza che ciò accada sia all’inizio che alla fine episodio, oltre che con i personaggi secondari non nel museo.
Hippolyta: “Is that your dad’s atlas? Where’d you get that? Where’d you get it?”
Diana: “I found it in the glove compartment. What’s wrong? Mama, where are we going?”
Hippolyta: “To get answers.“
Tutto ciò che funziona in questo episodio è praticamente la porzione di trama che non si svolge nel museo e che non coinvolge quei character. Ecco quindi che Hippolyta tornando a casa, con la decisione di andare a far luce sulla morte del marito, prepara il terreno ad una movimentata visita a Ardham Lodge, il tutto mentre Ruby si fa sedurre molto a sorpresa da un William che ha chiaramente altre mire oltre a quelle carnali. Queste sono le parti più “originali” della puntata, meno scontate e, proprio per questo, più funzionali al tipo di narrazione che ci si aspetta da Lovecraft Country.
Chiaramente non si disdegnano nemmeno i vari plot twist che Montrose regala sia bruciando il libro, sia sgozzando “cosi de botto” Yahima. Scelta che, tra l’altro, ripaga più nel brevissimo periodo piuttosto che nel lungo.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
|
|
Quanto ti è piaciuta la puntata?
0
Nessun voto per ora
Tags:
Fondatore di Recenserie sin dalla sua fondazione, si dice che la sua età sia compresa tra i 29 ed i 39 anni. È una figura losca che va in giro con la maschera dei Bloody Beetroots, non crede nella democrazia, odia Instagram, non tollera le virgole fuori posto e adora il prosciutto crudo ed il grana. Spesso vomita quando è ubriaco.