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Marvel’s Agents Of S.H.I.E.L.D. 1×07 – The HubTEMPO DI LETTURA 12 min

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Cos’è la cosa più importante
quando si comincia a fare una cosa? Qualunque cosa essa sia? Certo, è la passione, la voglia di fare, la voglia di mettersi in gioco e di portare le proprie qualità ai limiti estremi del proprio cosmo (citazione sprecata dei Cavalieri Dello Zodiaco). Tutto questo è certamente bellissimo e sono dei requisiti sicuramente richiesti e necessari ma la cosa più importante quando si comincia a fare una qualunque cosa è la costanza. Se tu, produttore di uno show, prometti una certa cosa ai tuoi fans e prometti di far vedere certi cose, allora vuol dire che c’è da parte di tutta la troupe (composta da: cast di attori, comparse, registi, sceneggiatori, macchinisti, stuntman ecc.) la costanza di dare quello che si è promesso. Se, ora come ora, dovessimo fare un bilancio di questa serie…beh, siamo sulla sufficienza tiratissima, il classico “Signora, suo figlio ha le qualità ma non s’impegna” che almeno una volta abbiamo sentito tutti, e se per costanza Marvel’s Agents Of S.H.I.E.L.D. intende proprio questo, pescar sufficienze perchè quello che gli basta è che l’episodio piaccia, allora stiamo marcando veramente ma veramente male.
Nonostante il mio inizio un po’ deluso, bisogna obiettivamente ammettere che certi picchi di gradimento estremo ci sono in “The Hub”, è solo che questa serie sembra divertirsi a far innervosire i fan perchè al settimo episodio il tiro non è stato ancora aggiustato e certe cose che non andavano bene fin dall’inizio, movimenti narrativi che (a quanto pare) piacevano agli sceneggiatori si sono dimostrati altamente impopolari per i fan e ancora non si sta facendo niente per migliorare le cose. Ma la cosa che fa ancor di più incazzare, è che Marvel’s Agents Of S.H.I.E.L.D. le qualità ce le ha per davvero, lo dimostrano grandi episodi come “The Asset” e “FZZT”, episodi che sono riusciti ad eliminare questi grandi difetti e hanno regalato quaranta minuti di intrattenimento oltremodo soddisfacenti, solo che, insomma, come mai certe volte ci sfornano questi episodi mediocri? A conti fatti, credo che sia un mistero ancora più grande della vera identità di Coulson, se sia davvero un LMD o una sorta di clone. Ma, a proposito di questo, prendiamoci una ventata d’aria fresca e parliamo di cosa è andato bene in questo settimo episodio della prima stagione degli Agenti dello S.H.I.E.L.D. di casa Marvel.
L’intera puntata è incentrata sul duo Fitz/Ward, la strana coppia alla Luca e Paolo che viene mandata in missione suicida, una strana coppia che presenta i classici schemi per esser definiti come tale…ma! Sorpresa delle sorprese, Fitz dimostra di avere tutte le carte in regola per essere al pari livello di badassitudine che personaggi come l’Agente May o lo stesso Ward possiedono, addirittura qualcosina in più; in tutto questo è bellissimo che il partner di Jemma Simmons venga approfondito sotto una luce diversa in un campo che sembrava competergli poco e (sotto certi aspetti) ricorda un po’ eroi come l’Uomo Ragno, eroe che si sottovaluta e viene sottovalutato dagli altri, ma che in realtà ha più da dare lui rispetto a molti altri come Ward stesso, che alla fine è costretto ad ammetterlo. Una piacevole sorpresa che aumenta il tasso di efficienza della squadra e, sbaglio o prima ho citato e alluso al mistero relativo a Coulson che ci trasciniamo dietro dal momento in cui è saltato fuori? No, non mi sbaglio e non vi sbagliate neanche voi; nonostante le trame principali (come quella del Centipiede) sembrino tirate fuori dal cilindro ogni qual volta faccia comodo, lo show sembra avere molta cura per certe trame secondarie come quella dei parenti di Skye e, soprattutto, la verità sulla guarigione di Phil Coulson, che con il contagocce ci stanno portando sempre di più su una strada oscura e piena di inganni che, a quanto pare, addirittura Nick Fury sembra voler nascondere.
Nell’episodio scorso, il fatto di aver visto la cicatrice dell’agente ha in parte confutato la nostra tesi, ma questa nuova scoperta che addirittura il Direttore dell’organizzazione ha reso top-secret questa informazione fa nascere nuovi sospetti e un grande interesse per la verità, ma, dunque, a cosa credere? Prima ci viene detta una cosa, poi un’altra e poi un’altra ancora. Insomma, che dobbiamo pensare? Eh, cari lettori di RecenSerie, questo è il grande mondo delle spie, un mondo fatto di bugie e verità, ma sopratutto, di mezze verità. Sebbene ancora non ci sia una trama principale ben costruita, almeno le trame secondarie son ben ponderate. E che dire poi degli effetti speciali? Nulla, solo, complimenti, perchè con tutti i difetti che la serie ha, almeno questo è stato reso a livello grafico in maniera davvero soddisfacente, sembra di essere davvero nel mondo delle spie. Un grande applauso anche all’introduzione del personaggio di Victoria Hand interpretato da Saffron Burrows e famosa per aver recitato in “Boston Legal” e “Deep Sea Blue”, un personaggio che nonostante la sua recente nascita è entrato velocemente nei big dell’Universo Marvel, ma non preoccupatevi, che se scorrete la pagina più in fondo trovate tutte le info su di lei; come mai la sua introduzione è una cosa buona? Perchè una cosa del genere ci era stata promessa fin dall’inizio, se ci sono stati episodi che sembravano al di fuori della continuità, ora con l’introduzione di Victoria Hand ci si sente più a “casa”…si, c’è anche Jasper Stiwell ma non è la stessa cosa (anche qua, vi si spiega tutto dopo).
Ed eccoci arrivati al nefasto specchietto: cosa sta andando male? Sinceramente e obiettivamente, il problema dello show è uno solo: il personaggio di Skye. Ok che a sto giro qualcosa di utile lo combina, ma come diceva una canzone dei Negrita “ma per quello che dai, chiedi troppo e lo sai”, citazione che rivolgiamo anche ai produttori della serie. Il fatto che in ogni dannatissimo episodio (escluse certe eccezioni) l’hacktivista dal bel faccino si renda protagonista di questi irritanti siparietti e che i produttori si ostinino a ficcarcela dentro, non vuol dire che prima o poi finirà per piacere…ma nossignore! Così non si fa altro che fomentare l’odio per il personaggio che via via diventa sempre più   irritante; il suo carattere, ovvero quello di spezzare la tensione attraverso il suo comportamento “ribelle” e tendente a dire battute finto-sarcastiche fa l’effetto contrario: non la spezza, la ammazza proprio la tensione. Infatti, se guardiamo l’episodio scorso, un episodio dove tutti i siparietti di Skye sono stati ridotti all’osso se non eliminati, si è riuscito a dare l’effetto sperato.
Qui invece le sue uscite tornano alla carica più forti che mai e se l’obiettivo della puntata era di farci stare in pena per la sorte di Ward e Fitz, beh, non ci sono riusciti, perchè eravamo troppi impegnati ad augurare a Skye di morire di stenti e questo reca un grande danno allo show, causando un ritmo variabile del tenore dell’episodio che passa da situazioni che dovevano sembrarci drammatiche, a spezzoni usciti dai demenzialissimi Griffin. E’ lei il problema principale di tutta la serie, e l’ostinata voglia di ritagliarci sopra una sorta di “protagonismo morale” peggiora soltanto le cose. Ora c’è pure il suo passato direttamente legato allo S.H.I.E.L.D. …WOW, che novità! Una nota di demerito se la becca pure l’Agente Ward che, in questo episodio, si becca il titolo di “Generic Agent” perchè (in fin dei conti) a parte in qualche eccezione, non ha dimostrato ancora grandi doti caratteriali.

 

L’angolo del Nerd della fumetteria all’angolo
  1. L’Hub è una delle principali basi dello S.H.I.E.L.D. che compare per la prima volta in assoluto in questa puntata, dato che non ha nessun precedente fumettistico è un elemento creato appositamente per lo show.
  2. Quando Skye si meraviglia per l’imponenza dell’Hub, Jemma Simmons le cita il Triskelion. Questa citazione ha bisogno di una bella spiegazione (scusate la rima). Nei fumetti esistono una o più linee temporali/universi alternativi che negli anni sono stati sviluppati con un certo interesse, quella che ora va per la maggiore è la linea Ultimate che è sostanzialmente una versione riveduta e corretta dei nostri classici beniamini. La versione Ultimate risponde alla domanda: come sarebbero i supereroi Marvel se vivessero gli inizi delle loro avventure ora, negli anni 2000, e non dagli anni ’60 in poi? La risposta è stata che certi personaggi hanno ricevuto un bel cambio di status quo, come ad esempio, Occhio Di Falco che da criminale in cerca di redenzione è diventato agente dello S.H.I.E.L.D.; queste versioni vengono usate anche dai registi come metro di bilancia per la versione cinematografica del personaggio (vedi, il film dei Vendicatori, un mix tra elementi classici e Ultimate). Ora che sapete questo, vi sarà più facile capire la citazione: il Triskelion non è altri che la base della versione Ultimate dei Vendicatori (chiamata Ultimates) che, come nella versione cinematografica, vengono assemblati da Nick Fury e della sua organizzazione… l’unica differenza, è che dopo la Battaglia di New York ognuno va per la sua strada, mentre gli Ultimates sono un supergruppo pagato dal Governo USA.
  3. Vengono citati gli agenti Barton e Romanov. Essi non sono altro che i cognomi di Clint Barton e Natasha  Romanov, meglio conosciuti rispettivamente come Occhio Di Falco e la Vedova Nera. Il primo è interpretato da Jeremy Renner, mentre la seconda da Scarlet Johnasson e compaiono entrambi nel film Marvel’s Avengers.
  4. Il codice che Phil Coulson dice per accedere alla informazioni e scoprire qualcosa sulla sua guarigione contiene la parola “X-Ray”. X-Ray, alias James Darnell, è un noto criminale di serie B dell’Universo Marvel Classico il cui potere consiste nell’avere il corpo completamente fatto di raggi x che può manipolare e proiettare come raggi d’energia. E’ soprattutto conosciuto al grande pubblico Marvel per la sua militanza in una squadra di criminali chiamata U-Foes, che sono una sorta di controparte cattiva e di bassa lega dei Fantastici Quattro i quali, inoltre, condividono il modo in cui hanno ottenuto i loro poteri. Sono principalmente dei villains di Hulk e dei New Warriors.
Facce da Fumetto
Ritorna il nostro specchietto sui volti noti dell’Universo Marvel e certe figure di spicco sulla quale è meglio conoscere qualcosina. Come dite, perchè è sparito per un po’? Beh, se negli episodi non ci piazzano qualche figura su cui è meglio dire qualcosa, beh, è inutile metterlo, non credete? Ma detto questo, cominciamo.
Victoria Hand
Inizialmente contabile dello S.H.I.E.L.D., fu scaricata da quest’ultimo quando inviò al direttore Nick Fury delle critiche sul modo in cui gestiva la guerra la terrore; come risultato, Fury la spedì nel distaccamento dell’Oregon. Tre anni dopo, alla fine del maxi-crossover Secret Invasion che ha visto un’invasione su larga scala degli Skrull (degli alieni mutaforma) attaccare la comunità dei supereroi, invasione che progettavano da circa cinquant’anni. Norman Osborn (si, quel Norman Osborn) per il suo gesto eroico nel saper gestire la resistenza dell’umanità meglio di Tony Stark/Iron Man, viene nominato direttore dello S.H.I.E.L.D. al posto suo e incaricato di guidare i supereroi nel post-Secret Invasion, solo che, a quanto pare, tutti ignorano che Osborn sia Goblin, il mortale nemico dell’Uomo Ragno, smantellando così lo S.H.I.E.L.D. e ricostruendolo a sua immagine e somiglianza, chiamandolo H.A.M.M.E.R.; Victoria Hand non è che la sua fedele assistente e segretaria. Con la guida di Osborn si dimostrerà, però, un grande triplo agente dalle risorse pressochè illimitate ed è per questo motivo che, anche dopo la fine del regno oscuro di Osborn, Steve Rogers alias Capitan America le offrirà una seconda possibilità di redenzione ricoprendo il ruolo di referente dei Vendicatori. Fa una fugace apparizione su Invicible Iron Man #8 del 2008 per fare poi il suo debutto ufficiale su Dark Avengers #1 del 2009; quella che vi abbiamo detto è l’unica versione da cui la Marvel può trarre qualche ispirazione perchè non esistono altre versioni al di fuori di quella originale e benchè nella puntata venga detto poco di lei, sia nel fisico, che ne carattere è molto fedele, addirittura lei stessa cita il fatto che abbia ricevuto una seconda occasione.
Jasper Stiwell
Oltre all’aspetto, la versione cartacea e quella televisiva si differenziano molto. Anche se non sembra, nell’Universo Marvel Classico, Jasper Stiwell è uno dei migliori agenti della corte di Nick Fury, ma era così in gamba, che per un certo periodo fu il diretto assistente di Fury stesso. Compare per la prima volta in Strange Tales #144 del 1966 ed è soprattutto conosciuto per esser stato la guardia del corpo di Tony Stark/Iron Man nel periodo in cui quest’ultimo frequentava la criminale Madame Masque (che si presentava sotto falso nome di Whitney Frost) e per aver militato nella versione PMC (Private Military Company) degli Howling Commandos. A quanto visto, questa versione sembra somigliare di più a quella Ultimate, dove Jasper ha un ruolo molto marginale (è il contabile dello S.H.I.E.L.D., nella versione Ultimate). Un occhio più attento, oltre a capire che fisicamente le due versioni non c’azzeccano un cazzo, avrà un senso di dejà-vù quando l’attore si presenterà sulle scene….e avrà ragione, dato che questa non è la sua prima apparizione; Stiwell fa una brevissima apparizione in Thor e Marvel’s Avengers per poi ricoprire un ruolo maggiore nei corti The Consultant e Item 47, e occhio ai prossimi film Marvel, che Stiwell comparirà nuovamente nel film Captain America: The Winter Soldier.
PRO:
  • Badass Fitz
  • Coulson e i sospetti su sè stesso
  • Effetti speciali
  • Introduzione di Victoria Hand
CONTRO:
  • Skye e il suo passato
  • Ward
  • Atmosfera del telefilm variabile
Ahimè,
le aspettative che erano state soddisfatte nello scorso episodio di Marvel’s Agent Of S.H.I.E.L.D. sono state in parte rispettate, ma, ancora una volta, certi errori/orrori che pullulano nello show sin dal suo inizio impediscono allo spettatore di godersi un’altra una puntata come la precedente. Che la tanto decantata “FZZT” sia l’eccezione che conferma la regola mostrata in “The Hub”? Confidiamo in un “no” secco.

 

VOTO EMMY

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