Marvel’s Agents Of S.H.I.E.L.D. 1×20 – Nothing PersonalTEMPO DI LETTURA 11 min

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Che poi magari è anche vero eh. Magari è anche vero che le spie, costrette ad ingraziarsi le persone per poi tradirle quando il momento si fa propizio, non fanno di ogni missione di questo lavoro una questione personale. E’ un pò come essere un medico, no? Non che i medici si divertano a diagnosticare cancri ai pazienti e a dare la nefasta notizia alla famiglia; non si divertono nel vedere una persona che muore nello spirito davanti ai loro occhi quando gli comunicano che qualcuno a cui teneva è morto sotto i ferri, o ha poco tempo da vivere, o che ha una malattia incurabile. Non si divertono, non lo fanno perchè odiano il paziente per qualche motivo: è solo il loro lavoro, non è niente di personale.
Purtroppo per loro (e qui si ritorna al discorso delle spie) è, invece, una faccenda molto personale per chi subisce questo trattamento, per chi viene tradito, per chi viene pugnalato da chi si poteva definire “Amico”. Questo terzultimo episodio della prima stagione di Marvel’s Agents Of S.H.I.E.L.D. fa del voltafaccia di Grant Ward l’argomento portante dell’intero episodio, analizzato da due punti di vista: il traditore ma, soprattutto, il tradito. Probabilmente, per la produzione del serial, non è stato difficile girare quest’episodio. Se per loro si tratta solo di lavoro, per lo spettatore, invece (tradito quanto il Team Coulson), la faccenda è asssolutamente personale.
Come si diceva prima, il tema portante dell’episodio è il tradimento: perchè si fa, quali emozioni si provano, le conseguenze dell’atto e le reazioni di traditore/i e tradito/i. Infatti, appena ci rendiamo conto di questo, non stupisce che uno dei punti più alti dell’episodio sia quando il Team Coulson feat. Triplett scopre la vera natura del loro (ex) amico Ward; probabilmente, la reazione più empatizzata dal pubblico è proprio quella di Fitz, il più incredulo alla notizia, il più deluso e quello che con tutta probabilità si vendicherà contro di lui in una maniera orribile (mai far incazzare i buoni). So che tra i gentili lettori di RecenSerie ci saranno quelli che hanno reagito come Phil Coulson, in maniera fredda e razionale aspettando il momento giusto per lasciarsi andare, ma sono pronto a scommettere che (in un secondo momento) siano stati più vicini ad una reazione alla Fitz.
Di sicuro la squadra lo scopre un po’ in fretta, ma è stato anche meglio così, tenerli ancora all’oscuro della cosa avrebbe generato delle situazioni dove ci si sarebbe chiesto quanto svegli siano in realtà i nostri beniamini, soprattutto avrebbe evitato un paio di scenari che i fan non vorrebbero perdere e che potrebbero saltar fuori nei prossimi ultimi due episodi:

  1. Il confronto diretto tra Ward e tutto il Team;
  2. Il secondo round contro John Garrett, che non si potrebbe nè vedere, nè desiderare, se gli “Agenti del Niente” non sapessero che è ancora vivo.

Ma tralasciando gli scenari che si vorrebbe/potrebbe vedere e concentrandoci su quelli che abbiamo visto, oltre a quello dove la squadra scopre la verità, altri punti piuttosto alti di “Nothing Personal” sono le scene con Skye e Ward; se avete l’impressione che in questi frangenti l’hacktivista dal bel faccino oscuri un po’ tutte le altre trame/personaggi beh, avete anche ragione, questa gestione la fa un po’ sembrare la puntata di Skye. Ma, miracolo dei miracoli, il protagonismo della donzella non è così fastidioso e pedante come quello che sfoggiava nei primi dieci episodi della stagione; forse complice il fatto di essere stata dietro la lavagna per tutto questo tempo e poco utilizzato come personaggio, ma Skye è decisamente cresciuta. Da “T.R.A.C.K.S.” in poi, Skye ha subito una notevole ripennellata al fine di far capire ai fan del serial la sua utilità e affidargli un background convincente; è bello vedere che, finalmente, il motivo per cui Coulson la tiene nel gruppo e la nomina Agente dello S.H.I.E.L.D. viene spiegato anche al pubblico, mostrando le sue qualità di impareggiabile hacker e informatica, scaltra e furba doppioghiochista quasi quanto Ward (chi si somiglia…) e abile improvvisatrice. Ora pure Skye trova la sua raison d’etre e il personaggio sboccia ufficialmente nel confronto faccia a faccia con il suo “amato” quando viene rapita da Deathlok, assestandogli pure due notevoli cartoni; oh, ci sono voluti venti episodi, ma meglio tardi che mai eh?
E a proposito del fu-Mike Peterson, che dire di questo Deathlok? Una delle cose migliori che potevano capitare allo show! Non sarà uno di quei “mastermind villain”, non avrà una personalità sfaccettata come Ward e Garrett, ma di sicuro sa come essere un vero cattivo pronto a tutto pur di completare il suo obiettivo. Forse il trucco sta anche nel farlo apparire così poco e farci vedere in azione questo villain da manuale con il contagocce che rende questo personaggio così efficace, o forse è semplicemente il fatto che (ogni volta che fa la sua porca apparizione) la produzione e J. August Richards hanno capito una volta per tutte come far funzionare Deathlok. Ancora una volta, speriamo che questo personaggio rimanga così e non ci sia nessun “ritorno al buonismo”: Deathlok è la cosa migliore che sia mai capitata a Mike Peterson, che ora è meglio che rimanga lì dove sta, nella valle dei morti. Tra l’altro, mi soffermo ancora un altro poco su Deathlok per farvi notare una cosa: chi gli manda gli ordini, parla di Garrett in terza persona. Questo vuol dire che non è lui a controllarlo, ma un’altra persona; un particolare che io, fossi in voi, non trascurerei. Un altro personaggio che deve rimanere li dov’è, è Maria Hill, personaggio anch’esso di enorme potenza visiva ogni qual volta si presenti sul set di Marvel’s Agents Of S.H.I.E.L.D., grazie ai suoi sarcastici e acidissimi commenti e al suo atteggiamento piuttosto autoritario; purtroppo non abbiamo mai veramente potuto gustarcelo come si deve, a causa degli impegni di Cobie Smulders che la vedevano impegnata con How I Met Your Mother. Ora che è giunto al termine, e ora che si vocifera della riconferma della seconda stagione di questo serial Marvel, speriamo sinceramente di vederla più spesso in questo telefilm, visto che la Smulders (come Richards) ha veramente empatizzato e capito questo personaggio. Magari ce lo ritroveremo come membro regolare del cast. Magari come membro del Team Coulson. Chi lo sa! Noi però continuiamo a pregare e sperare per più apparizioni.
Un’altra cosa per cui dobbiamo pregare, è sperare che la produzione si convinca a farci conoscere per filo e per segno (senza ulteriori bugie e manipolazioni) cosa diavolo è successo a Coulson. Benchè allo spettatore strappi il “WTF?!” che sceneggiatori e produzione si aspettavano, quando ci viene rivelato che l’agente stesso era coinvolto nel Progetto T.A.H.I.T.I., subito dopo il pubblico viene assalito da una presa di coscienza che fa loro esclamare una celebre frase di Maccio Capatonda: “Emmobbastaveramenteperò“. Questo segreto è stato protetto fin troppo a lungo, insozzandolo di fin troppi dettagli dal gradimento variabile: alcuni ci stavano, altri molto meno. E questo rientra definitivamente nella seconda categoria per svariati motivi: Il primo, è che sembra una trovata dell’ultim’ora che per carità, magari poi darà vita a qualche scenario decente e di pregevole fattura, ma per il momento sembra un risvolto buttato lì solo per chiudere la puntata su un cliffhanger pappanicoppaura; il secondo, è che è arrivato in un momento piuttosto inopportuno, trasformando la notizia in una rivelazione piuttosto fastidiosa.
Forse la produzione ha agito così perchè la paura che lo show non venga rinnovato è tangibile, e quindi cercano in tutto i modi di uscirsene con scene interessanti per assicurarsi la seconda stagione, ma (per quanto riguarda noi di RecenSerie) ormai, con i segreti di Coulson si è arrivati ad un punto di svolta: o la va o la spacca, o accantonate questa storyline e la sviluppate meglio nella seconda stagione, o date il tutto per tutto nel plot contro l’HYDRA. Tutto questo, sfortunatamente, è mostrato nella seconda, fiacca parte dell’episodio; se la prima la tensione si poteva toccare con mano a causa della preoccupazione riguardo al fato di Skye, dalla seconda parte in poi “Nothing Personal” sembra sedersi un po’ sul divano a prendere fiato, soprattutto perchè Ward assicura alla sua amata che non le farebbe mai niente di male quindi, perchèddiavolo preoccuparsi? Nulla di male le può accadere. Nonostante ciò, è chiaro quello che l’episodio ci vuole comunicare: settare la narrazione e le emozioni dello spettatore in vista dello scoppiettante finale di stagione; nonostante la puntata non tenga botta fino alla fine, l’hype è comunque altissimo ed aumenta esponenzialmente ad ogni episodio che manca alla fine.

 

L’angolo del Nerd della fumetteria all’angolo
 
Lo specchietto con le nostre solite citazioni all’interno dell’episodio. Shall we start?
  1. Come “T.A.H.I.T.I.“, “Yes Men“, “End Of The Beginning“, “Turn, Turn, Turn“, “Providence” e “The Only Light In The Darkness“, quest’episodio fa parte di una saga in sette parti intitolata: “Uprising”. E’ il primo arco narrativo della serie che, a quanto pare, porterà il Team Coulson in rotta di collisione con il Chiaroveggente. Le parti di cui è composto l’evento sopracitato è stato aumentato a sette (prima erano quattro).
  2. “Nothing Personal” è stato pubblicizzato dalla Marvel Comics con una immagine promozionale realizzata dalla disegnatrice Stephanie Hans. Cliccate qui per visualizzarla.
  3. In questo episodio ritroviamo tre volti noti del serial: Maria Hill, Glenn Talbot e Deathlok. Per maggior info sui personaggi, consultate lo specchietto Facce da Fumetto presente nelle recensioni di: “0-8-4” (per Maria Hill), “Providence” (per Glenn Talbot) e “T.R.A.K.C.S.” (per Deathlok).
  4. Quando Skye confessa a Ward di sapere da che parte sta veramente, lo chiama nazista e cita l’originale fondatore dell’HYDRA: il Teschio Rosso, celebre avversario di Capitan America e principale villain nel film Captain America: The First Avenger.
  5. Quando Maria parla al telefono con Pepper Potts cita un certo “Uomo Cosa”. L’Uomo Cosa (in Inglese: “Man-Thing”) era lo scienziato Theodore Sallis che, dopo esser stato tradito dalla sua fidanzata Ellen Brandt, il biochimico viene inseguito dagli agenti dell’AIM che vogliono entrare in possesso della sua formula (che più tardi si scoprirà essere il siero del super-soldato che ha dato vita a Capitan America); ma, sfortunatamente, nella fuga finisce per annegare nelle paludi della Florida. La cosa, però, non lo uccide: a causa di una letale combinazione tra la sua formula e i poteri che la palude possiede, si trasforma nell’Uomo Cosa, un energumeno composto da materiale vegetale. Comparso per la prima volta su Savage Tales #1 del 1971, l’Uomo Cosa diventerà celebre all’interno del circuito fumettistico per due motivi: la sua storica frase legata ai suoi poteri e il suo particolare compito. La sua principale funzione è quella di guardiano del “Nesso delle Realtà”, un portale in cui convergono tutte le realtà e/o universi alternativi e (attraversandolo) si possono raggiungere attraverso tale entrata; il suo potere, invece, è quello di incenerire tutte le persone che provano paura solo toccandole. Di fatti, a seguito di questo potere, è diventata famosa la frase che lo descriveva: “Chiunque conosca la paura brucia al tocco dell’Uomo Cosa”. A causa della sua forte somiglianza fisica e di origin of, viene continuamente scambiato per Swamp Thing, un personaggio della DC Comics, anche se: 1) Non sono la stessa cosa; 2) Benchè siano stati entrambi creati nel 1971, Man-Thing precede Swamp Thing di uno/due mesi.
  6. Se il nome di Ellen Brandit non vi è nuovo, questo vuol dire che avete guardato attentamente Iron Man 3 e siete andati a recuperarvi tutte le info e trivia necessarie per capire questo riferimento. Questo personaggio, che nei fumetti è la moglie di Theodore Sallis prima della sua trasformazione, compare nel film e viene interpretato dall’attrice Stephanie Szostak. Purtroppo non ci è dato sapere quale legame abbia con il personaggio, essendo la sua prima (e ultima) apparizione nel terzo film dei Vendicatore Corazzato.
  7. E a proposito di Pepper Potts, in quest’episodio sentiamo Maria Hill parlare proprio con la direttrice delle Stark Industries nonchè fidanzata di Tony Stark/Iron Man. Se non sapete proprio spiegarvi perchè la Hill abbia tutta sta confidenza con Pepper, guardatevi Captain America: The Winter Soldier.
PRO:
  • Il gruppo sa, e Fitz sbrocca.
  • Skye &/VS Ward
  • Skye: finalmente c’hai un perchè anche tu
  • Deathlok
  • Maria Hill
  • Sempre più hype per il season finale
CONTRO:
  • Cos’è successo a Coulson? Forse è il caso che ce lo diciate una volta per tutte
  • Seconda metà dell’episodio un pò fiacca

 

Pur con dei difetti abbastanza evidenti, anche “Nothing Personal” riesce comunque a mantenere la scia positiva che da un bel po’ di episodi a questa parte Marvel’s Agents Of S.H.I.E.L.D. sta sfoggiando. Si premia la produzione che, nonostante la puntata mostri un pò il fianco, non presenta i terribili e vergognosi difetti che presentava all’inizio. Lo show è maturato anche sotto questo punto: se deve proprio sbagliare, almeno non lo fa clamorosamente. Il serial targato Marvel riesce comunque a tenere lo spettatore attaccato allo schermo e a stuzzicare la sua attenzione, complice la rivalutazione di certi personaggi che sono decisamente migliorati dal loro esordio a questa parte (primo fra tutti Skye), di una gradita ospite (Cobie Smulders/Maria Hill) e di una narrazione che fa leva sui sentimenti di chi guarda, lo cattura come un vortice e porta chi la segue verso il fondo e verso quello che promette di essere un finale di stagione da ricordare. Ormai Marvel’s Agents Of S.H.I.E.L.D. si è fatto perdonare i peccati del passato e, anche per il nostro bene di spettatori, speriamo sinceramente che mantenga la promessa e che la ABC gli rinnovi la seconda stagione che si sta tanto meritando.

 

The Only Light In The Darkness -1×19 6.04 milioni – 1.9 rating
Nothing Personal – 1×20 5.95 milioni – 2.1 rating

 

VOTO EMMY

 

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