Marvel’s Daredevil 1×04 – In The BloodTEMPO DI LETTURA 7 min

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Matt Murdock è cieco più o meno, e come tale gode di sensi ipersviluppati soprattutto nel comparto uditivo e, per permettere una perfetta armonia con la serie, la produzione è stata molto attenta ad evidenziare il lato sonoro di ogni scena in modo da rendere quasi vivide le sensazioni provate da lui, che ce ne accorgiamo oppure no. C’è un momento durante lo scontro nella rimessa del Veles Taxi in cui ci si dimentica completamente di quello che appare sullo schermo. Si dovrebbe chiudere gli occhi, respirare profondamente e lasciar fare tutto il resto ai suoni, perché è solo attraverso e per merito dei rumori, degli spari e degli oggetti metallici che si prende piena coscienza di tutto quello che sta accadendo. L’invito che vi facciamo è di riguardare la scena decentrando l’attenzione sul comparto sonoro, lasciandovi immergere nella situazione: un garage freddo, solo delle luci di un paio di taxi ad illuminare, rumori metallici di oggetti che cadono in maniera fragorosa in punti distanti tra loro ed infine la tensione galoppante resa ancora più acuta da questa atipica colonna sonora. Questo è Marvel’s Daredevil.
“In The Blood” è un episodio importante perché esplica in maniera chiara e articolata qual è la situazione in questo momento ad Hell’s Kitchen, che sia sul fronte del non ancora Daredevil o che sia sul fronte russo. “Nothing’s changing out there. No matter what I do, I’m just… I’m making things worse” è forse la frase più rappresentativa per descrivere la situazione nel quartiere, pur provando a fare la cosa giusta Matt in realtà sta peggiorando la situazione perché modifica l’ecosistema malavitoso rallentando o annientando i traffici. La conseguenza delle sue “buone azioni” si configura ovviamente con un inasprimento delle normali abitudini delle forze criminali che, sentendosi minacciate, giustamente provano ad eliminare il problema alla radice. Da qui a capire che ci saranno delle vittime tra le fila dei “buoni” il passo è breve.
Claire Temple, fumettisticamente riconducibile all’Infermiera Di Notte, è per sua sfortuna l’unica ad aver finora collaborato attivamente al fianco di Matthew, l’unica se si esclude l’uomo che ha confessato il nome di Wilson Fisk salvo poi suicidarsi brutalmente. La remissione coatta dal coma del poliziotto russo fa ovviamente riemergere subito la pista che porta al condominio di Hell’s Kitchen dove la Temple viveva e, sempre scontatamente, riporta sotto la luce dei riflettori anche Santino, l’unico altro testimone della notte di “Cut Man“. È esattamente in questo momento che Matthew si rende conto delle conseguenze delle sue azioni (“And you almost got killed… because of me“) e del fatto che è arrivata l’ora di agire seguendo un piano perché, per come stanno andando le cose, semplici scorribande non bastano più. “In The Blood” è una presa di coscienza per il futuro Devil, non basta pestare gente a caso fino ad ottenere un nome, nella New York post-Avengers la gente è pronta a tutto ma soprattutto ha un piano e per contrastarlo bisogna averne uno o, come dice Ben Ulrich, “We need to be smart. Smarter than they are“. La crescita del supereroe ovviamente è costellata di fallimenti, amici o parenti defunti ed una buona dose di ferite superficiali, e non, da portarsi appresso per non dimenticare. Nella situazione attuale, e vista l’annunciata guerra tra i russi e Fisk, la necessità di operare tramite attacchi chirurgici è più che mai necessaria.
Questo quarto episodio però non è solo un vademecum del corretto comportamento supereroistico ma è una presentazione a tutto tondo del signore della malavita organizzata di Hell’s Kitchen: Wilson Fisk. Nell’arco della puntata si riesce ad avere una visione a tutto tondo della personalità quasi bipolare del personaggio interpretato magistralmente da Vincent D’Onofrio, una personalità complessa che si palesa sia nel suo lato romantico, sia nel suo lato criminale. L’esplosione di violenza nei confronti di Anatoly Rankskahov nel finale viaggia perfettamente in antitesi con la pacatezza e la sobrietà dimostrate durante l’appuntamento galante con Vanessa. Se c’è una cosa che Fisk può vantare oltre ad un fisico mastodontico è il rispetto che si è creato tra le strade della città, un rispetto dettato dalla paura di possibili ritorsioni. Se fino a “Rabbit In A Snow Storm” sapevamo di lui solo il nome e le voci che giravano sulla sua cattiveria, dopo la testa grondante dalla portella dell’auto ora sappiamo qualcosa di più e comprendiamo la veridicità delle voci. Ovviamente questo è solo l’inizio, ma un gran inizio.
A far da sfondo rimane invece il duo Ulrich-Page, decisamente non ancora al loro meglio e tuttora fuori dai grandi giochi. Se c’è un punto debole attualmente nella serie è esattamente questo: la loro storyline è legata molto alla lontana con le altre vicende più fisiche e sanguinolente e, seppur sia chiaro che presto o tardi si ricongiungeranno ed il filone giornalistico ricoprirà un ruolo di primaria importanza per smascherare Fisk, al momento risulta un’accozzaglia di scene straniante, quasi un altro telefilm.

L’angolo del Nerd della fumetteria all’angolo
 
Poteva RecenSerie non sbattersi per voi a raccattare tutte le curiosità, e le ammiccate d’occhio per questa incarnazione live-action del difensore di Hell’s Kitchen? Maccerto che no! Doveva eccome! Per la gioia dei nostri carissimi lettori, di seguito, come fatto per Marvel’s Agents OfS.H.I.E.L.D.Marvel’s Agent CarterThe Flash e Gotham eccovi la “guida” a tutti i vari easter eggs e trivia sulla puntata.
  1. L’armatura e il martello magico citati da Wesley sono ovviamente le rispettive armi di Iron Man e Thor. A seconda di alcune dichiarazioni rilasciati dagli showrunner, questa citazione venne inserita più che altro per sottolineare ulteriormente che Marvel’s Daredevil fa parte del Marvel Cinematic Universe.
  2. Matt Murdock, in questo episodio, dimostra di saper parlare fluentemente lo spagnolo. Nei fumetti, invece, la sua seconda lingua è il francese, anche se non sembra parlarlo molto bene.
  3. Stupiti dalla brutalità e dalla forza di Wilson Fisk? Fate bene ad esserlo. Anche se non sono state mostrate appieno le sue capacità, Kingpin è un esperto e formidabile combattente dalla forza fisica sorprendente, pur non possedendo poteri di alcun tipo. Addirittura, la sua forza fisica è così grande, da essere riuscito a staccare la testa di un uomo a mani nude, senza bisogno di attrezzi alcuni (leggete Daredevil #42 del 2003 per crederci meglio).
  4. Il passato di Karen Page a cui Ben Urich fa riferimento, nei fumetti, non ha così tanto bisogno di essere nascosto. Nei comics, il suo passato è tutto rose e fiori: cosa che non è il suo futuro, fatto di eventi e decisioni che possiamo solamente definire “riprovevoli”. È probabile che la produzione abbia voluto mischiare un po’ le carte per offrire alla Page un background più interessante.
  5. Il Potter a cui si fa riferimento non è lo sfregiato maghetto britannico nato dalla penna della J.K. Rowling, ma bensì Melvin Potter, altrimenti conosciuto come Il Gladiatore. È uno dei più celebri nemici di Devil, nonché uno dei più datati (prima comparsa: Daredevil #18 del 1966); se vi state chiedendo perché Fisk abbisogni di lui, beh, perché come lavoro, il caro Mr. Potter fa il sarto (ed è pure uno di quelli bravi). Da alcune dichiarazioni, è stata confermata la sua presenza all’interno della prima stagione e, precisamente, il personaggio dovrebbe debuttare nell’episodio otto intitolato “Shadows In The Glass”
  6. I fratelli Anatoly e Vladimir Rankskahov, così come tutta la loro cricca mafiosa, sono personaggi inventati appositamente per lo show.
THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Il potere di Wilson Fisk espresso all’ennesima potenza
  • Rappresentazione di Fisk in toto
  • Potenza del lato acustico nell’episodio ma anche nella serie stessa
  • Vivida intensità nelle parole di Matthew quando esprime la sua frustrazione per gli sforzi vani
  • Il filone Ulrich-Page troppo estraneo ai fatti principali
  • Ancora troppo poco Foggy Nelson

 

“Into The Blood” è un ottimo episodio perfettamente costruito per tutto ciò che riguarda il lato meramente fumettistico, purtroppo pecca sfruttando male i tre comprimari più importanti, Ulrich, Page e Nelson, decisamente dei pesci fuor d’acqua a cui in realtà non vorremmo neanche dare tutta questa importanza.

 

Rabbit In A Snow Storm 1×03 ND milioni – ND rating
In The Blood 1×04 ND milioni – ND rating

 

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Fondatore di Recenserie sin dalla sua fondazione, si dice che la sua età sia compresa tra i 29 ed i 39 anni. È una figura losca che va in giro con la maschera dei Bloody Beetroots, non crede nella democrazia, odia Instagram, non tollera le virgole fuori posto e adora il prosciutto crudo ed il grana. Spesso vomita quando è ubriaco.

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