Person Of Interest 4×20 – Terra IncognitaTEMPO DI LETTURA 6 min

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È la storia più vecchia del mondo. No, forse del mondo no, ma della serialità televisiva sicuramente. Trama orizzontale o sviluppo dei personaggi? Questo conflitto ha visto spaccare interi fandom in due fazioni, ha visto buttare al secchio intere serie, elevate da altri a capolavori della letteratura televisiva.
Person Of Interest non sta passando un momento felice per tantissimi motivi tra di loro incrociati. La lenta ma minuziosamente calcolata evoluzione delle trame nelle precedenti stagioni ha fatto sì che, in questa, risultassero lampanti scelte narrative dovute a fattori extra-scenici; l’epico finale della precedente stagione ha caricato il pubblico di aspettative parzialmente mantenute, almeno fino all’ascendente climax culminato in “If-Then-Else“; nel ritorno più o meno obbligato ad una prevalente verticalità del racconto, alcune formule hanno cominciato a scricchiolare nella loro ormai classicità.
“Terra Incognita” si presenta come improvvisa rottura di qualsiasi schema finora presentato. Poetico interludio o asso nella manica per riaccendere parte dell’interesse leggermente scemato da parte di alcuni fan? Il colpo è grosso: l’inserimento di Taraji P. Henson, come nostalgica guest star, rende chiaro fin da subito che l’obiettivo primario sia il cuore degli spettatori più che la testa. A questo punto il ruolo di recensore diviene difficile. Come poter commentare con distacco ed oggettività l’affetto enorme che le dolci fattezze della fu Detective Joss Carter ci evoca, affetto che nelle prime due stagioni e mezzo si è imposto in maniera esponenziale? Il suo rapporto con John è stato quanto di meno scontato e più interessante la televisione abbia mai regalato.
Person Of Interest decide quindi di farci gli occhi dolci, in attesa delle ultime due puntate che saranno la vera cartina al tornasole sul gradimento della stagione che si va chiudendo. Fortunatamente, e questo è un grandissimo pregio dell’episodio, gli occhi dolci non derivano soltanto dall’inserimento di un personaggio amato dai fan (sarebbe stato facile inserire la Carter in un flashback qualsiasi, come ad inizio episodio sembra essere l’unica soluzione), quanto da un completo ed improvviso cambio di registro stilistico.
Sulla natura più o meno telefonata del colpo di scena si discuterà più avanti. Lo spettatore è sicuramente, all’inizio, disorientato dal flashback nel flashback, o meglio, dai due flashback diversi (di cui uno si rivelerà poi semi-falso). I salti temporali, in POI, hanno sempre avuto una certa lentezza – necessaria quanto sempre ben realizzata – e sono sempre stati ben distinti dalla trama del presente, grazie alle indicazioni della Macchina. È possibile notare in questo episodio come il ritmo tra i cambi di anno siano molto rapidi, corrispondenti ad azioni simili tra John e Joss, con il primo a ripercorrere i passi della seconda. Unica caratteristica ad avvisare lo spettatore, la differenza di luce: normale nel presente, in modalità cold case (in Veronica Mars se ne faceva abbondante uso) nel 2008. Oltre all’aspetto puramente tecnico e stilistico, ciò che colpisce è la tematica affrontata. In una serie che corteggia la fantascienza in maniera accattivante ma sfuggente, l’influenza “mistica” ed interiore mai prima d’ora si era così prepotentemente palesata. Abbiamo addirittura assistito ad un monologo riflessivo da parte di The Machine, ma solo ora, per la prima volta, un personaggio concretizza e personifica la sua coscienza in tal modo (ovviamente si parla solo di POI: in altri contesti questo è uno stratagemma classico). Ed è a questo punto che si apre radicalmente il bivio.
Inutile negare che l’impatto emotivo del colpo di scena non lascia indifferenti, sebbene diversi indizi avevano indotto a presagire un esito di tal genere. Ciò che diviene interessante è la riflessione che si costruisce attorno all’evento cardine. John è stato colpito tante volte, ma questa volta durante un caso verticale veramente trascurabile, e per colpa della sua solitudine, se la vede brutta. L’approfondimento sull’ex sicario della C.I.A. dura dalla 1×01, però è solo in questa stagione che avviene una vera e propria apertura ad un’evoluzione. Si può discutere sul fatto che l’avvicinamento dei precedenti episodi alla psicologa Iris avrebbe avuto una deriva forse più armoniosa se collocato successivamente questo episodio.
Occorre aggiungere che la spaccatura di cui si è parlato ad inizio recensione poteva tranquillamente essere evitata qualora “Terra Incognita” non fosse stato un terzultimo episodio di stagione. Prerogativa di Buffy The Vampire Slayer era di anticipare spesso e volentieri un season finale (doppio, quando non triplo) con un filler della peggior specie (ricordate “Go Fish”?). Inutile dire che Person Of Interest non è Buffy e la trama orizzontale disseminata lungo tutta la stagione è uno degli elementi che ha fatto più amare la serie lungo questi anni. Per questo motivo c’è un po’ di amarezza nel vedere soltanto accennato il riferimento ad una guerra tra la gang di Elias e quella di Dominic (probabilissimo centro dell’azione del finale di stagione), così come vedere i fili degli eventi mossi da un caso verticale che definire trascurabile è dire poco.
La Machine si prende una vacanza, quindi, diventando vera irrelevant dell’episodio e ci viene regalato un viaggio all’interno della personalità di John, con graditi ritorni e visionari momenti. A questo punto apprezzare o meno l’episodio diventa una questione puramente soggettiva. Il soggettivo di cui si parla, però, non è limitato alla diversità di gusti che attraversa la visione, con conseguente apprezzamento di qualsiasi forma d’arte, bensì alla diversità di gusti per determinati linguaggi utilizzati. C’è chi ama l’introspezione, il tratteggio dei personaggi, la sfera umana, il visionario; chi ama l’azione, lo sviluppo delle trame, il continuo divenire. Inutile rimarcare come i primi apprezzeranno questa “Terra Incognita”, mentre i secondi no. I primi diranno che tale genere – anche a due episodi dal season finale – è legittimo e ancora più prezioso per la sua poca frequenza nella serie; i secondi faranno leva proprio sulla natura prevalentemente informatica e poliziesca di POI. Una cosa farà tirare un sospiro di sollievo ad entrambi, però: che siate spettatori romantici o spettatori illuministi, apprezzate il fatto che Person Of Interest riesca a regalare e ad aprire un dibattito così acceso, segno di una creatività non ancora sopita.
Mossa della “disperazione” o asso nella manica che sia, l’episodio ha presentato un’ulteriore facciata dei vulcanici creatori dello show (che – ricordo – a fronte di alcuni problemi non è che siano diventati improvvisamente dei dilettanti). E tutto questo avviene in un primo (quanto relativo: se confrontato a cali di altre serie questo non può che dirsi irrilevante) momento di difficoltà, dopo che per tre stagioni e mezzo tutto è filato così dannatamente liscio.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Detective Joss Carter
  • Ottima realizzazione dell’alternarsi tra passato e presente
  • Indizi sulla natura visionaria del dialogo con la Carter
  • Atmosfera sognante e malinconica nel dialogo notturno
  • Cenni di season finale
  • Riferimento al luogo in cui si stava recando John nella 1×01 quando si trovava in metro
  • Troppo debole il caso di Chase
  • Tempistiche sulla numerazione dell’episodio rivedibili
  • Troppo pochi i cenni di season finale

 

Difficile recensire un episodio del genere, figurarsi valutarlo. Si è pensato di procedere così: dare un voto che possa scontentare equamente entrambi gli schieramenti. Troppo basso apparirà per chi si è innamorato di questo sognante e quasi mortale incontro con una vecchia amica; troppo alto per chi vorrebbe un immediato ritorno all’azione.

 

Search And Destroy 4×19 8.68 milioni – 1.3 rating
Terra Incognita 4×20 9.21 milioni – 1.5 rating

 

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Approda in RecenSerie nel tardo 2013 per giustificare la visione di uno spropositato numero di (inutili) serie iniziate a seguire senza criterio. Alla fine il motivo per cui recensisce è solo una sorta di mania del controllo. Continua a chiedersi se quando avrà una famiglia continuerà a occuparsi di questa pratica. Continua a chiedersi se avrà mai una famiglia occupandosi di questa pratica.
Gli piace Doctor Who.

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