Prendiamo la sequenza iniziale. Primo flashback su Elektra e Stick, ritorno al presente con la lotta tra Elektra e Stick. Arrivo di Daredevil, lotta tra i tre, arrivo degli adepti de “La Mano”, allargamento di campo con i tre che lottano contro i silenziosissimi ninja.
Questa introduzione potrebbe benissimo sintetizzare l’andamento – fino a questo momento – della seconda stagione di Marvel’s Daredevil. Con l’accompagnamento di scene ad alto tasso di adrenalina e di spettacolarità, la parte macroscopica di trama si è sempre divisa in due tronconi, ognuno con mille sfaccettature e sfumature che potrebbero, ad un occhio superficiale, far apparire questa stagione come vagamente schizofrenica. Solo con l’allargamento di campo che è stato questo dodicesimo episodio è stato possibile collocare tutto al suo posto. Vediamo come.
I due tronconi sono più o meno identificabili con le due dimensioni del supereroe. Da un lato abbiamo quella umana, ovvero quella investigativa/legale/”cittadina”, quella di Matt Murdock, per capirci. Ed è proprio l’avvocato cieco che in “The Dark At The End Of The Tunnel” lascia l’intero palcoscenico a Karen, uno dei tanti volti protagonisti di questa stagione corale.
Secondo blocco narrativo è quello notturno/mistico/supereroistico/fognario in cui il protagonista veste per forza di cose i panni del suo alter-ego mascherato (escludendo la breve e toccante parentesi con Foggy, precedente alla missione sotterranea).
Ebbene, facciamo un passo indietro e cerchiamo di stilare una lista in ordine sparso su tutti gli spunti che questa stagione ci ha snocciolato: The Punisher, Elektra, Stick, La Mano, Kingpin, la congiura della Reyes, lo studio Nelson&Murdock, la storia romantica con Karen e sicuramente ci sta sfuggendo qualcosa.
Ora, riprendendo i due tronconi di cui sopra, possiamo tranquillamente tirare le somme e fare un lavoro di catalogazione, individuando cosa è stato utile per un blocco, cosa per un altro.
Tutto questo per dire che estrema coralità e – azzardiamo – nevrosi di questa stagione sono stati elementi comunque ben dosati per giungere allo stretto binario parallelo di questo dodicesimo episodio. Binario parallelo condotto da Karen da un lato (blocco narrativo investigativo/legale/eccetera) e da Daredevil (le fogne).
Però anche per quanto riguarda questo aspetto ci sarebbe da scavare più a fondo e non fermarci alle apparenze. Abbiamo così modo sì di andare nel profondo di “The Dark At The End Of The Tunnel”, ma anche della stagione stessa. Sono stati veramente Karen e DD i due protagonisti dell’andamento binario della 2×12? Sebbene lo si veda poco in questo episodio, il Punitore è sicuramente uno dei protagonisti morali della stagione: sconosciuto all’inizio, subisce una crescita, almeno per quanto riguarda la nostra percezione nei suoi confronti. Alla fine della trama “investigativa”, sarà lui a dover compiere una scelta, una mossa decisiva che lo condurrà al livello successivo, a scoprire (letteralmente) un doppio fondo che lo porterà ad accedere ad una maggiore consapevolezza di sé. Forse Frank/The Punisher vive in questo episodio le sue vere origini, con la scoperta dell’arsenale e l’annessa iconica veste a forma di teschio.
Se il protagonismo di Frank Castle è nascosto dalla sua quasi totale assenza (ma perpetua presenza, nelle parole e nelle ricerche di Karen), sicuramente sarà molto più semplice individuare una protagonista molto più netta in Elektra. Stesso discorso fatto per Frank: anche lei vive, di fronte ai nostri occhi, una crescita. Ovviamente la rivelazione riguardante la sua natura è il vero punto chiave dell’episodio, utile a mettere immediatamente Matt/Devil in secondo piano.
Karen e Matt rappresentano quindi non i protagonisti, ma le guide morali dei due veri (e occulti) protagonisti. In questo caso sì a unificare il binario parallelo che ha percorso l’intero dodicesimo episodio. L’unico tratto in comune che è stato portato avanti dalla stagione intera, il dubbio morale che chi si trova nello stra-ordinario è costretto a porsi: uccidere o non uccidere?
Poteva RecenSerie non sbattersi per voi a raccattare tutte le curiosità, e le ammiccate d’occhio per questa incarnazione live-action del difensore di Hell’s Kitchen? Maccerto che no! Doveva eccome! Per la gioia dei nostri carissimi lettori, di seguito, come fatto per Marvel’s Agents Of S.H.I.E.L.D., Marvel’s Agent Carter, The Flash, Gotham e Marvel’s Jessica Jones eccovi la “guida” a tutti i vari easter eggs e trivia sulla puntata.
- In questo episodio veniamo a scoprire che il Colonnello Ray Shoonover è Blacksmith. Sotto questo punto di vista, Marvel’s Daredevil ha usato una tecnica di rivisitazione già usata nel Marvel Cinematic Universe in “Iron Man 2” con il villain Ivan Vanko, dove il personaggio fungeva da mash-up tra due antagonisti del Vendicatore Corazzato: Whiplash e la Dinamo Cremisi. Qui gli showrunner hanno preso un alias affibbiato a personaggi non troppo importanti dell’Universo Marvel e hanno creato una doppia identità per Shoonover per aumentare l’alone di mistero.
- Già che siamo in ballo, Blacksmith è il nome di diversi personaggi Marvel. Il primo fu Winslow Smith, membro della Unlimited Class Wrestling Federation, la federazione di wrestling autoctona dell’Universo Marvel (prima comparsa: Thing #29 del 1985). Il secondo fu Elvin Haliday, membro dei Vendicatori meglio conosciuto come Rage, che prese il nome di Blacksmith quando la realtà fu alterata da Morgana LaFey in una realtà medioevale. Il terzo fu invece uno Skrull.
- Compare per la prima e ultima volta il personaggio di Star, membro di poca importanza dei Casti comparso per la prima volta su Daredevil #296 del 1991.
- Ninja e nascondigli nelle fogne. Non vi dice niente? Solo a noi di RecenSerie viene in mente il Clan del Piede, gli avversari per eccellenza delle Tartarughe Ninja? È molto probabile che non sia una cosa voluta, ma le origini di Devil hanno ispirato la creazione delle Tartarughe Ninja. Si sa che Matt Murdock acquista i suoi poteri salvando un non vedente che stava attraversando la strada e rischiava di essere investito da un camion; a seguito del salvataggio, Matt viene sommerso da scorie radioattive che il camion stava portando. Il giovane perde la vista ma tutti gli altri suoi sensi si affinano a dismisura, rendendolo capace di fare cose come sentire uno spillo che cade a un miglio di distanza. Kevin Eastman e Peter Laird, i creatori delle Turtles, partirono da qui a creare la loro opera.
- Come l’incontro tra Matt ed Elektra è stato diverso, anche le origini della kunoichi sono differenti rispetto ai fumetti. L’unica cosa che le due versioni hanno in comune è il fatto che Elektra sia stata allenata sin da piccola, poiché figlia di un diplomatico greco e quindi bisognosa di conoscere qualche arte di difesa. Riprenderà i suoi studi dopo la morte del padre e dopo aver lasciato la facoltà di legge in cui conobbe Matt quando, solo ad allora, comincerà ad essere allenata da Stick.
- In questa stagione ancora non si è capito cosa sia esattamente Black Sky ma gli eventi mostranti in entrambe le stagioni fanno presagire che Black Sky sia: o un titolo affidato ad un potenziale leader e/o arma segreta de La Mano, oppure il titolo che si dà ai più adatti ad ospitare La Bestia, il demone che la setta adora. In ogni caso, la connessione tra Elektra e Black Sky è stata inserita forse per un futuro sviluppo del personaggio molto importante per la sua storia. Nei comics infaati Elektra è stata per molto tempo leader de La Mano.
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The Dark At The End Of The Tunnel 2×12 | ND milioni – ND rating |
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Approda in RecenSerie nel tardo 2013 per giustificare la visione di uno spropositato numero di (inutili) serie iniziate a seguire senza criterio. Alla fine il motivo per cui recensisce è solo una sorta di mania del controllo. Continua a chiedersi se quando avrà una famiglia continuerà a occuparsi di questa pratica. Continua a chiedersi se avrà mai una famiglia occupandosi di questa pratica.
Gli piace Doctor Who.