Una prassi fondamentale del noir da rispettare, è quella di presentare un momento in cui il protagonista viene messo in difficoltà e costretto ad una parentesi di estremo scoraggiamento, magari dopo un duro pestaggio da parte degli scagnozzi del misterioso nemico da stanare. Sarebbe decisamente troppo dire che “AKA It’s Called Whiskey” rappresenta questo momento, ma nonostante ciò questo terzo episodio di Marvel’s Jessica Jones può sicuramente essere considerato come l’inizio di una certa decadenza (non di stile, fortunatamente).
In questa puntata decisamente corposa e piena di eventi, la cosa che salta più all’occhio è un certo aumento di disturbante paranoia che attraversa il serial con una lentezza e una parsimonia quasi sadica. L’atmosfera fatta di delirante inquietudine, apparentemente destinata a diventare l’atmosfera principale del telefilm, comincia ad essere accentuata, un po’ grazie alla sfuggevole e inquietante figura di Killgrave, e un altro po’ grazie alla sempre più crescente ansia di Jessica che (pur non rimanendo vittima dei suoi traumi, come detto nel pilota) oscilla tra diversi comportamenti che la dipingono come una figura ambigua e contraddittoria. Imprigionata in un famelico vortice tra forza di volontà e terrore, la Jones fa qui uno spasmodico uso e abuso di amici e conoscenti che in questa puntata sono poco più di pedine al servizio del suo obiettivo: Killgrave. Il tanto agognato ritrovo con l’uomo che ha messo le radici nei suoi incubi non si può considerare totalmente una sconfitta, ma sicuramente una vittoria di Pirro. Ora sia lei che altri sanno che è vero e non frutto dei disturbi mentali della Jones, ma a che prezzo si è ottenuta questa certezza? La sequenza dell’ospedale in cui Jessica si serve di Malcom è un esempio perfetto di quali livelli di bassezze la Jones possa arrivare per ottenere quello che vuole. Lo scambio di sguardi all’uscita tra i due, poi, lascia presagire ad un incrinamento dei rapporti con non poche conseguenze. Ma questo, di sicuro, sarà mostrato successivamente.
Cosa ci può ancora dire questa, invece, è quanto il casting di Marvel’s Jessica Jones sia uno dei più azzeccati di sempre. I dubbi attorno alla scelta dei nomi erano tanti quando vennero annunciati in fase di sviluppo, dopo tre episodi però la loro recitazione sta diventando sempre più coinvolgente e magnetica, quasi più di Marvel’s Daredevil. Se già per Jessica abbiamo proferito parola, gli stessi complimenti gli facciamo a David Tennant, sopratutto per il modo in cui è riuscito ad interpretare un villain fetente e carogna senza farsi vedere. Sin da “AKA Crush Syndrome” avevamo avuto modo di elogiare la sua recitazione sotto questo punto di vista, ma qui vale la pena riprendere nuovamente il discorso perché se precedentemente erano segnali di stile, qui invece sono conferme.
Obiettivamente la sua apparizione fisica (la 1° comprensiva di volto) sorprende principalmente perché fin dall’inizio era stato descritto come spettrale eco o come frutto della nevrosi di Jessica. Il fu-decimo dottore di Dr. Who attinge a piene mani dalla sua arte recitativa nella scena dell’intervista radiofonica, in cui dà una perfetta interpretazione del famigerato Uomo Porpora dei comics solo attraverso il suo timbro di voce, la sua flemma e una accurata scelta di parole, rendendo Zebediah Killgrave un personaggio molto simile (nei modi) al James Moriarty letterario: un uomo che organizza crimini di ogni genere e compie il suo volere per mezzo di pedine, senza sporcarsi personalmente le mani. Insomma, detto in maniera abbastanza grezza: sono tutti bravi a trasmettere emozioni usando espressività e gestualità, ma quanti sono capisci a farlo senza avvalersene?
Rimanere ancorati a questa sua versione meramente vocale potrebbe risultare pericoloso per la serie perchè è possibile che, continuando su questa strada, ci sia la possibilità che lo spettatore finisca per idealizzare troppo i momenti in cui sarà più fisicamente presente, soprattutto gli inevitabili confronti con Jessica Jones, e quindi amplificare una possibile delusione. Di certo lavorare sulla creazione di una temibile aura che lo circonda è salutare per il villain, ma scegliere di continuare a fomentare la sua reputazione e limitare le sue apparizioni fisiche può essere un arma a doppio taglio, dato che le parti in cui sarà costretto a rapportarsi con Jessica (o altri membri del cast) potrebbero non essere all’altezza di quelle in cui non appare proprio, confezionando quindi una potenziale delusione futura.
Ultimo ma non ultimo, tralasciando la svolta nella relazione Luke/Jessica (abituatevi, all’inizio sarà un continuo tira e molla), la conversazione post-sesso tra i due riguardo la loro condizione solleva un punto interessante riguardante tutto il Marvel Cinematic Universe. È facile dimenticare, forse a causa del fatto che questi personaggi siano presi da varie testate fumettistiche, quanto questo universo narrativo sia giovane e quanto le persone che non possiedono poteri o altre abilità siano scosse dalla presenza di questi esseri semi-divini. Nei fumetti invasioni aliene e robot assassini sono quasi all’ordine del giorno ma qui no, ed è stato un bene che il serial abbia sottolineato la cosa. Qualcuno infatti poteva considerare la reazione di Jeryn e altre persone, riguardo all’esistenza di un potere come il controllo mentale, come un difetto della puntata, ma così non è. Il fatto è che la gente comune non si è ancora abituata a questo genere di cose e, visto che una abilità come la manipolazione delle volontà altrui è un potere sottile e non appariscente come un martello magico o un serio del super-soldato, la reazione generale è tendenzialmente scettica. Se poi consideriamo che possano esistere persone come Luke e Jessica che, per parafrasare la Jones, “non si nascondono ma non cercano nemmeno pubblicità”, chissà quante personalità e poteri dobbiamo ancora conoscere, descrivendo l’MCU come un mondo ancora fresco e tutto da scoprire.
- Abituatevi a sentire spesso l’esclamazione “Sweet Christmas” di Luke Cage, perché è una delle sue frasi caratteristiche. Come per La Cosa il suo grido di battaglia è “È Tempo di Distruzione!”, quella di Cage è “Dolce Natale” (anche “Buon Natale”, dipende dalle situazioni). La frase è usata anche come semplice esclamazione alla “Grande Giove!”.
- Quando Trish picchia per sbaglio il suo fan in cerca di un suo autografo, questo per il colpo fa cadere tutti gli oggetti che aveva con sé, compreso un fumetto di Patsy Walker. Come detto nelle precedenti recensioni, il personaggio dopo il suo debutto, ottenne diversi spin-off, titoli personali e sequel. Questi furono: Patsy Walker, Patsy And Hedy, Patsy And Her Pals e A Date With Patsy.
- Sempre a proposito di lei, la futura Hellcat, nei comics, è davvero una star della radio? No. Cominciò la sua carriera lavorativa (al di fuori della comunità dei supers, s’intende) come assistente di laboratorio di Hank “Bestia” McCoy degli X-Men. Quando cominciò poi ad essere Hellcat, Patsy cambiò molti lavori, fino ad ottenere quello di investigatrice privata che ora svolge presso lo studio legale di Jennifer Walters aka She-Hulk, la cugina di Bruce “Hulk” Banner.
- Tuttavia crediamo che la rivisitazione televisiva che vuole Trish come conduttrice radiofonica invece che altro, sia stato per avere in qualche modo qualcosa che somigliasse vagamente al Daily Bugle. Ovviamente tutti speriamo in qualche riferimento all’Uomo Ragno, ora che i Marvel Studios possono utilizzarlo, ma è anche probabile che la stessa Marvel non voglia “bruciarsi” il debutto di cose strettamente legate a Spidey perché elementi che hanno contribuito ad impreziosirne il micro-universo narrativo e rendere vivo e pulsante il suo ragno-universo. Ma siccome anche per Jessica Jones il contatto con stampa e i media è importante, si è probabilmente optato per un cambiamento.
- C’è bisogno davvero di dire chi sono “il tizio verde e la sua banda“? Direi di no.
- Fa finalmente la sua completa apparizione Zebediah Killgrave, conosciuto anche come l’Uomo Porpora. Nato in Croazia quando questa era ancora Jugoslavia, Zebediah Killgrave cresce sotto un regime socialista divenendo, da adulto, una spia internazionale. Infiltratosi in una raffineria di prodotti chimici per rubare un gas sperimentale, viene scoperto e vi rimane esposto ottenendo una colorazione cutanea viola e il potere di piegare completamente al suo volere chiunque desideri. Ribattezzatosi successivamente Uomo Porpora, Killgrave si imbarca in una carriera da supercriminale affrontando Daredevil come primo avversario, finendo miseramente sconfitto. Decide di non doversi dare al crimine poiché col suo potere può avere tutto ciò che desidera e, per tanto, si ritira a vita privata ma per svariati motivi non si allontanerà mai dalla vita criminale e tornerà sempre per delinquere in tutte le maniere possibili. Prima comparsa: Daredevil #4 del 1964.
- In questo settimo punto, ci concediamo il permesso di chiarire la questione dei suoi poteri. Il suo potere non sarebbe esattamente quella tipologia di controllo mentale a cui personaggi come Charles Xavier ci hanno abituato, quanto più la capacità di controllare vocalmente la volontà altrui grazie a dei feromoni emessi dal suo corpo. A onor del vero, gli autori Marvel non hanno mai chiarito fino in fondo come realmente funzionino le capacità di suggestione ipnotica dell’Uomo Porpora. Apparentemente sembra che la chiave sia la sua pelle che secerne sostanze chimiche, simili a feromoni, che annullano totalmente la volontà altrui: la vittima non ha più il controllo di alcun riflesso motorio e la sua mente recepisce i comandi di Killgrave. Tale potere può essere applicato anche a migliaia di persone alla volta e gli effetti durano solo fino a quando Killgrave è fisicamente presente, dimostrandosi in qualche modo legati alla modulazione della sua voce. Quando l’Uomo Porpora si allontana, il livello di feromoni nelle sue vittime si riduce. Curiosamente, sembra poter controllare a piacimento il rilascio dei suoi feromoni, essendo in grado di stare tra altri individui senza influenzarli; ancor più strano, esistono persone non soggette al suo controllo mentale: Kingpin e Devil (giusto per citarne qualcuno in ambito Marvel/Netflix) sono tra questi.
- Il poliziotto Will Simpson è attualmente un mistero, dato che alcuni lo considerato un personaggio inventato di sana pianta per lo show mentre altri sembrano volere Will come controparte televisiva di Frank Simpson: villain Marvel meglio conosciuto come Nuke, avversario di Wolverine, Capitan America e Devil. Vi terremo aggiornati appena verrà meglio approfondito.
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AKA Crush Syndrome1x02 | ND milioni – ND rating |
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