Marvel’s The Punisher 1×11 – Danger CloseTEMPO DI LETTURA 3 min

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Nella storia della serie tv Marvel/Netflix c’è una sorta di topos ricorrente, un fil rouge che accomuna tutti i supereroi: il momento della propria agnizione.
Fin dall’inizio nessuno di loro è dotato di un costume particolare (Jessica Jones in realtà non ne ha ancora nessuno in quanto è lei stessa a non volerlo) a parte un segno riconoscibile che li contraddistingue come il tatuaggio di Iron Fist o il colore giallo per Luke Cage. Tutto questo per un’ottima scelta dovuta a un principio semplice ma innovativo per quanto riguarda questo tipo di serie: i supereroi sono persone “umane” in fondo. E si comportano come tali, hanno i loro stessi desideri e sentimenti e, come chiunque, devono compiere un percorso di formazione prima di capire chi sono. Il tutto poi assume connotati più realistici se si considerare il contesto molto urban che le serie Netflix volutamente hanno.
Solo nel momento in cui il supereroe acquisisce consapevolezza del suo ruolo il suo simbolo/nome/costume diventa ben evidente. Così è accaduto a Daredevil alla fine della prima stagione (l’unico dei Defenders ad essere dotato di costume peraltro).
Guardando “Danger Close” si capisce come, nella mente di Lightfoot, tutte le puntate viste finora siano state solo una preparazione per arrivare fino a questo punto preciso della trama. E non si può che far loro un applauso perché il ritmo e il tono dell’episodio non tradiscono affatto le aspettative riuscendo a creare la suspense giusta per arrivare al momento clou che tanto si agognava: l’agnizione di The Punisher tramite il suo marchio di fabbrica.

 

Micro: Oh yeah, that’s very subtle. They’ll never see you coming…
Frank: Yeah, well, I want ‘em to see me.”

 

Il teschio bianco sul giubbotto antiproiettile compare così finalmente in tutto il suo splendore (a distanza di 10 episodi), preceduto da una lunga sequenza preparatoria che ne annuncia l’entrata in scena. Tale sequenza è composta da più momenti che annunciano una possibile fine per il duo Castle-Micro, poi immediatamente smentita, il che accresce ancora di più la soddisfazione, da parte dello spettatore, nel vedere finalmente quello che si aspettava.
The Punisher è finalmente tornato ed è pronto a fare strage dei suoi nemici. Causa scatenante del suo ritorno è ovviamente il rapimento della famiglia Lieberman (molto prevedibile) con cui si era particolarmente legato nei precedenti episodi. Ed è questa anche la chiave narrativa per la prima “reunion dei buoni” in cui anche Madani entra finalmente nel Team-Punisher, non senza qualche remora da parte dello stesso Castle. Ma è pur sempre un inizio e questa improbabile alleanza è un ulteriore indizio del cambiamento e del percorso di formazione che il personaggio sta vivendo: il compromesso e la fiducia verso altre persone non fa parte di Frank Castle e pertanto va apprezzato quando concede quest’opportunità.
A questo proposito, degna di nota anche la piccola reunion famigliare fra Micro e la figlia Leo, costruita tutta sul gioco di sguardi e su poche ma efficaci battute. Quanto basta per sciogliersi definitivamente di fronte all’abbraccio tanto atteso e desiderato dai due.
Intanto continuano le ricerche, da parte della Homeland, di indizi contro Russo e Rawlins. Tra un interrogatorio e una ramanzina da parte dei superiori (alquanto ipocrita nel caso di Marion James) ora i “buoni” sono sulla giusta rotta mentre stavolta sono i villains a mostrare le prime crepe e segni di cedimento.
Bisogna “solo” risolvere il problema di Sarah e Zach ma per quello bisognerà aspettare la prossima puntata.
Nel frattempo ci si può tranquillamente godere le sequenze di lotta (leggasi: guerriglia urbana nel sotterraneo) tra Frank e i tirapiedi di Russo che, da sole, valgono qualsiasi prezzo per questa serie. Applausi alla regia.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Frank Castle rispolvera il teschio!
  • Interrogatorio a Billy Russo
  • Scontro dialettico Dinah-Marion
  • Incontro tra Micro e Leo
  • Guerriglia nel sotterraneo
  • “Buoni” finalmente riuniti
  • Marion che cade dalle nuvole scoprendo la colpevolezza di Rawlins
  • Rapimento della famiglia Lieberman abbastanza prevedibile

 

Si avvicina il gran finale e per l’occasione Frank Castle si mette in ghingheri spianando il teschio bianco sul petto. Per dirla con un francesismo: e mo’ so cazzi per tutti.

 

Virtue Of The Vicious 1×10 ND milioni – ND rating
Danger Close 1×11 ND milioni – ND rating

 

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Laureato presso l'Università di Bologna in "Cinema, televisione e produzioni multimediali". Nella vita scrive e recensisce riguardo ogni cosa che gli capita guidato dalle sue numerose personalità multiple tra cui un innocuo amico immaginario chiamato Tyler Durden!

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