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Film da 13 ore, capitoli, binge watching, climax, anticlimax, episodio transitorio. Se si volessero raccogliere i termini chiave che caratterizzano una grande maggioranza delle recensioni delle serie Netflix, quelli elencati verrebbero individuati con una notevole frequenza.
Non bisogna nascondersi. Recensire i singoli capitoli di un prodotto concepito come opera unitaria (almeno nella sua fruizione) non è proprio facilissimo. Gli spunti non mancano, ovviamente. Però è ovvio che il singolo episodio è caratterizzato dalla naturale prosecuzione della storia. Ciò che si va a commentare è un qualcosa in transizione – un capitolo, appunto – destinato ad essere inglobato e superato dall’episodio che segue, immediatamente disponibile. Esattamente il contrario di un appuntamento settimanale, quando vi sono almeno sette giorni che permettono allo spettatore o recensore di rimuginare e digerire ciò che si è visto.
Per tutta questa serie di motivi “Virtue Of The Vicious” è un episodio a dir poco destabilizzante. Non tanto per cosa racconta, quando per come lo racconta.
Per quanto riguarda il cosa, la trama “verticale” di questo particolare caso si inserisce e si armonizza tranquillamente con il resto della storia. La sottotrama di Lewis è stata lasciata germinare sin da inizio stagione, ma è dal precedente episodio che è stata fatta prepotentemente irrompere, creando una frattura con ciò che era stato raccontato fino a quel momento. Non un gran problema se si vede come la “risoluzione” di questa particolare problematica ha avuto una funzione predominante nel far evolvere lo status quo del protagonista. Frank Castle, dopo questa 1×10, è a tutti gli effetti di nuovo sulla cresta dell’opinione pubblica, ma soprattutto forte di nuove alleanze effettive con Karen e Dinah. La prima lo aiuta attivamente, la seconda gli dice di essere dalla sua parte. Senza contare che Russo viene allo scoperto. Insomma, la storia va avanti ed entra nel vivo nel preparare il trittico di episodi finali.
La questione sta tutta nel sopracitato come è stato realizzato l’episodio. Disordinare il continuum temporale, variando i punti di vista dei diversi personaggi (soprassedendo proprio su quello del protagonista), è un virtuosismo scenico che non può non far piacere. Valutando l’episodio in sé non si può non considerare l’apporto tecnico di questa scelta stilistica (e la valutazione finale ne è una dimostrazione). Tuttavia è il caso di riprendere il paragone di inizio recensione. Fosse capitato quest’episodio in una qualsiasi settimana, durante la trasmissione di una serie generalista, ci si sarebbero stropicciati gli occhi, catalogando l’episodio come uno dei migliori risultati della produzione. Cosa succede, però, nel bel mezzo di un binge watching? La prima impressione è quella di aver saltato un episodio o di essersi distratti in un momento importante del precedente capitolo. Solo quando iniziano ad apparire gli orari dei vari eventi si comprende lo stratagemma.
Come se mangiando una qualche pietanza salata ci si imbattesse in un gustosissimo boccone dolce. Si godrà in seguito del sapore, ma al primo boccone non si potrà non storcere la bocca per l’improvviso cambio di gusto.
Vero anche che con il senno di poi “Virtue Of The Vicious” non rappresenta neanche un gran fulmine a ciel sereno. Come detto nella recensione del secondo episodio, la stessa partenza di questa nuova serie Netflix è assolutamente atipica, presentando un primo episodio dal sapore quasi “filler”, nel voler presentare un personaggio in un contesto, quello del cantiere, che poi non verrà più mostrato.
Volendo guardarsi un po’ intorno nel panorama seriale attuale, è riscontrabile un caso analogo in un’altra serie Netflix, abbastanza chiacchierata negli ultimi tempi. L’episodio 2×07 di Stranger Things presentava trama e ambientazione totalmente sconnesse dal resto della trama. Quasi come se Netflix si divertisse ultimamente a risvegliare bruscamente lo spettatore dal torpore della linea narrativa continua delle restanti puntate. O forse si inizia a capire che le grandi serie del recente passato sono prima di tutto costruite da grandi episodi. Grandi episodi che possono anche essere presi e riguardati da soli (non certo il caso dell’episodio citato di Stranger Things). L’adrenalina, le svolte di trama e la struttura narrativa assolutamente godibile rendono “Virtue Of The Vicious” uno di questi.
Non bisogna nascondersi. Recensire i singoli capitoli di un prodotto concepito come opera unitaria (almeno nella sua fruizione) non è proprio facilissimo. Gli spunti non mancano, ovviamente. Però è ovvio che il singolo episodio è caratterizzato dalla naturale prosecuzione della storia. Ciò che si va a commentare è un qualcosa in transizione – un capitolo, appunto – destinato ad essere inglobato e superato dall’episodio che segue, immediatamente disponibile. Esattamente il contrario di un appuntamento settimanale, quando vi sono almeno sette giorni che permettono allo spettatore o recensore di rimuginare e digerire ciò che si è visto.
Per tutta questa serie di motivi “Virtue Of The Vicious” è un episodio a dir poco destabilizzante. Non tanto per cosa racconta, quando per come lo racconta.
Per quanto riguarda il cosa, la trama “verticale” di questo particolare caso si inserisce e si armonizza tranquillamente con il resto della storia. La sottotrama di Lewis è stata lasciata germinare sin da inizio stagione, ma è dal precedente episodio che è stata fatta prepotentemente irrompere, creando una frattura con ciò che era stato raccontato fino a quel momento. Non un gran problema se si vede come la “risoluzione” di questa particolare problematica ha avuto una funzione predominante nel far evolvere lo status quo del protagonista. Frank Castle, dopo questa 1×10, è a tutti gli effetti di nuovo sulla cresta dell’opinione pubblica, ma soprattutto forte di nuove alleanze effettive con Karen e Dinah. La prima lo aiuta attivamente, la seconda gli dice di essere dalla sua parte. Senza contare che Russo viene allo scoperto. Insomma, la storia va avanti ed entra nel vivo nel preparare il trittico di episodi finali.
La questione sta tutta nel sopracitato come è stato realizzato l’episodio. Disordinare il continuum temporale, variando i punti di vista dei diversi personaggi (soprassedendo proprio su quello del protagonista), è un virtuosismo scenico che non può non far piacere. Valutando l’episodio in sé non si può non considerare l’apporto tecnico di questa scelta stilistica (e la valutazione finale ne è una dimostrazione). Tuttavia è il caso di riprendere il paragone di inizio recensione. Fosse capitato quest’episodio in una qualsiasi settimana, durante la trasmissione di una serie generalista, ci si sarebbero stropicciati gli occhi, catalogando l’episodio come uno dei migliori risultati della produzione. Cosa succede, però, nel bel mezzo di un binge watching? La prima impressione è quella di aver saltato un episodio o di essersi distratti in un momento importante del precedente capitolo. Solo quando iniziano ad apparire gli orari dei vari eventi si comprende lo stratagemma.
Come se mangiando una qualche pietanza salata ci si imbattesse in un gustosissimo boccone dolce. Si godrà in seguito del sapore, ma al primo boccone non si potrà non storcere la bocca per l’improvviso cambio di gusto.
Vero anche che con il senno di poi “Virtue Of The Vicious” non rappresenta neanche un gran fulmine a ciel sereno. Come detto nella recensione del secondo episodio, la stessa partenza di questa nuova serie Netflix è assolutamente atipica, presentando un primo episodio dal sapore quasi “filler”, nel voler presentare un personaggio in un contesto, quello del cantiere, che poi non verrà più mostrato.
Volendo guardarsi un po’ intorno nel panorama seriale attuale, è riscontrabile un caso analogo in un’altra serie Netflix, abbastanza chiacchierata negli ultimi tempi. L’episodio 2×07 di Stranger Things presentava trama e ambientazione totalmente sconnesse dal resto della trama. Quasi come se Netflix si divertisse ultimamente a risvegliare bruscamente lo spettatore dal torpore della linea narrativa continua delle restanti puntate. O forse si inizia a capire che le grandi serie del recente passato sono prima di tutto costruite da grandi episodi. Grandi episodi che possono anche essere presi e riguardati da soli (non certo il caso dell’episodio citato di Stranger Things). L’adrenalina, le svolte di trama e la struttura narrativa assolutamente godibile rendono “Virtue Of The Vicious” uno di questi.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Se si potesse, l’episodio sarebbe da Bless meno meno, proprio perché viene interrotta la discontinuità temporale presentata. Potrebbe quindi apparire come un po’ fuori contesto, non venendo immediatamente assimilata. La fattura dell’episodio però non può non farlo spiccare rispetto agli altri, già positivamente valutati.
Front Toward Enemy 1×09 | ND milioni – ND rating |
Virtue Of The Vicious 1×10 | ND milioni – ND rating |
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Approda in RecenSerie nel tardo 2013 per giustificare la visione di uno spropositato numero di (inutili) serie iniziate a seguire senza criterio. Alla fine il motivo per cui recensisce è solo una sorta di mania del controllo. Continua a chiedersi se quando avrà una famiglia continuerà a occuparsi di questa pratica. Continua a chiedersi se avrà mai una famiglia occupandosi di questa pratica.
Gli piace Doctor Who.
Io guardo questa serie, come tutte, un episodio ogni tanto, non a cadenza settimanale ma quasi, e secondo questa logica è fottutamente geniale il modo in cui è stato raccontato è montato. Chapeau.