“It’s my fault. I guess I’m old fashioned. If it’d been a man those assholes were goin’ after, I’ll tell you what, I would’ve bought a beer, would’ve sat back, I would’ve watched the show. But see, they… they came after you. A little girl.”
La seconda stagione di Marvel’s The Punisher è partita in maniera alquanto raffazzonata, ma non è detto che, almeno questa volta, non rappresenti un bene. Questa stagione finora sta lasciando indietro (volutamente) alcuni piccoli dettagli che, alla lunga, potrebbero diventare però dei bei buchi di sceneggiatura. Non è infatti ancora completamente chiaro perché Frank/Pete si debba dannare così tanto per quella che è, a tutti gli effetti, una sconosciuta (Rachel, ammesso che sia il suo vero nome), per di più in preda continue crisi tardo-adolescenziali che dopo un po’ risultano odiose e hanno il solo effetto di volerla vedere morta il prima possibile. L’idea che Frank avesse bisogno di un nuovo scopo è stata introdotta nella season premiere ma servirebbe qualcosa di più, anche se coerentemente con il mood del personaggio e della serie stessa, arrivati a questa seconda puntata, si è già ormai dentro il vivo dell’azione e non si può più tornare indietro.
La spiegazione sopra-riportata dell’agire di Frank appare dunque come un modo abbastanza ingenuo di voler accantonare ogni domanda al riguardo e procedere speditamente con la trama. D’altro canto, se si accetta questa cosa, la puntata risulta comunque molto scorrevole ed action. Per una volta, dunque, si può soprassedere e godersi un episodio dove i vari cliché del genere thriller-action la fanno da padrone in una maniera splendida. A cominciare dallo squallido motel con annessa custode “simpaticissima” (quasi quanto la gag dei soldi) fino ad arrivare ai nuovi villain, in particolare il misterioso Uomo in nero di cui ancora non si sa niente ma che è già riuscito (con un minutaggio relativamente breve) ad entrare già nel cuore dello spettatore. Il suo fare misterioso, e allo stesso tempo manipolatore, e i suoi dialoghi melliflui riescono infatti a imprimersi con forza nella mente di chi guarda lo show. In più l’attore Josh Stewart ci mette molto del suo con una mimica e una gestualità molto ben studiate e gestite in maniera chirurgica.
A proposito di personaggi (e di chirurgia), la puntata segna il ritorno di alcune “vecchie conoscenze” della prima stagione. Uno su tutti Billy Russo che riesce a lasciare la sua traccia indelebile nello show, vuoi per il suo nuovo outfit (che prefigura già il personaggio di Mosaico), vuoi per la scelta di Steve Lightfoot di puntare tutto sull’amnesia che ribalta completamente il suo ruolo all’interno della storia. Il flashback della prima stagione è sicuramente il punto più alto di tutto l’episodio, sia per la regia impeccabile con cui il teschio di Punisher emerge in tutto il suo splendore, sia per quello che rappresenta a livello di trama. È ovvio, infatti, che da qui in poi una delle assi portanti di questa seconda stagione sarà stabilire se Russo stia mentendo o no sulla sua condizione. Se è vero che ha dimenticato tutto quello che è successo precedentemente, allora saranno casini anche per Frank, che passerà da “giustiziere” a “carnefice” con gravi conseguenze sulla sua fedina penale, appena riabilitata. Se invece (come si presuppone) l’amnesia è l’ennesimo inganno di Russo per togliersi dai guai giudiziari, allora sarà interessante vedere come si evolverà il suo piano per vendicarsi di Frank. E in entrambi i casi sarà interessante vedere anche come reagiranno i personaggi che ruotano attorno alla sua storyline.
Insieme a Russo, infatti, torna anche l’agente Madani, in tutte le sue espressioni monotematiche e la sua “sprizzante simpatia”. E insieme a lei il nuovo personaggio della dottoressa Dumont (Floriana Lima), altro character discutibile di cui al momento non si comprende bene se c’è o ci fa la funzione e i cui scontri con Madani non aiutano a renderla credibile nel suo ruolo. È evidente che l’intera storyline riguardante Madani abbia ancora parecchi difetti che dovranno necessariamente essere raddrizzati entro la fine della stagione o si rischia una ridondanza inutile e dannosa per lo show. Show che, come già detto, procede speditamente con un buon ritmo che non annoia e il cliffhanger finale lascia quel minimo di tensione necessaria per indurre lo spettatore a skippare i titoli di coda e a procedere nella visione.
In attesa, dunque, di capire cosa ne sarà del povero Frank (nel frattempo di nuovo in cella, tanto per cambiare) si può tranquillamente affermare che, ancora una volta, Marvel’s The Punisher sia riuscita nel tentativo di avere l’attenzione dello spettatore.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Roadhouse Blues 2×01 | ND milioni – ND rating |
Fight Or Flight 2×02 | ND milioni – ND rating |
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Laureato presso l'Università di Bologna in "Cinema, televisione e produzioni multimediali". Nella vita scrive e recensisce riguardo ogni cosa che gli capita guidato dalle sue numerose personalità multiple tra cui un innocuo amico immaginario chiamato Tyler Durden!