Marvel’s The Punisher 2×06 – NakazatTEMPO DI LETTURA 5 min

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“When I was a boy, I saw a man walked into the woods at the end of a shotgun much like this. This man had abused another man’s daughter. I was maybe 12 years old, but my father made me come to see… to understand justice. That day, that man’s blood still red in the snow, I vowed to never be the man at the other end of the gun. My father wanted me to learn about justice. Instead, I learn about power.”

Marvel’s The Punisher continua imperterrito il suo cammino tra una scazzottata, una sparatoria e altro. Bisogna dire che queste ultime due puntate hanno mantenuto un ritmo sempre più frenetico concentrandosi sulla storyline principale che è stata abbastanza sviscerata, anche se rimangono alcuni punti decisamente ambigui che rischiano di far crollare una trama che finora era stata pressoché perfetta (almeno fino alla 2×03).
Tanto per cominciare ci sono fin troppe scene “di raccordo” che sembrano avere il solo scopo di rallentare la trama al fine di raggiungere i tanto agognati (dagli autori) 50 minuti. Sono queste le scene di puro dialogo che possono essere certamente suggestive, ma poco aggiungono alla trama orizzontale e corrono il rischio di far sembrare Marvel’s The Punisher una specie di “soap-opera action”. Protagonista indiscussa di queste è il personaggio di Amy (Giorgia Wigham), new entry stagionale cha fatica ancora a trovare un suo perché all’interno della storia. Se il suo ruolo è centrale per quanto riguarda l’agire del protagonista (bello anche lo strano rapporto padre-figlia che si sta creando tra lei e Frank), è senza dubbio vero che i dialoghi tra i due appaiono fin troppo inverosimili, così come la prima parte iniziale che appare come staccata dal resto della narrazione, quasi un “divertissement degli autori” che alla fine però risulta un bel buco di sceneggiatura in quanto sono fin troppo velocizzate tutte le mosse che portano da quella scena fino alla resa di conti finale con la malavita russa (che peraltro sa tanto di cliché stra-abusato).
Oltretutto è proprio l’evoluzione caratteriale del personaggio-Amy a destare più di un sospetto. Partita come badass acida e stronza, ci ha messo relativamente poche puntate ad avere fiducia nel protagonista e nei suoi metodi, così come passa facilmente dal superare la paura di puntare una pistola agli scrupoli morali nell’usarla. Sicuramente il percorso di formazione di Amy sarà oggetto dei restanti episodi (che non sono pochi) per cui ci sarà tutto il tempo affinché possa trovare un suo perché all’interno della trama, cosa che però al momento manca.
Non è solo Amy però il problema: anche i due veterani dello show Madani e Curtis sembrano soffrire del suo stesso problema. Entrambi i character appartengono alla seconda storyline stagionale, quella riguardante il problema Billy Russo. Ed entrambi, pur essendo i personaggi più colpiti dalle sue azioni, sono gli stessi che sembrano voler rallentarne apposta la cattura con i loro dubbi morali (o semplicemente la paura di diventare come lui). La scena con la reunion del trio Castle-Madani-Curtis viene accolta come salvifica in quanto può dare spunto a un vero e proprio team-up che può risvoltare completamente le cose per come si sono viste finora. Anche perché, se sul versante dei “buoni” c’è questo atteggiamento statico, al contrario dal punto di vista dei “villain” ci si muove eccome, e ancora una volta sono proprio questi a rubare la scena ai protagonisti.
A partire dal solito uomo-in-nero (Pilgrim), interpretato dal solito eccellente Josh Stewart, il cui minutaggio viene sempre più sacrificato ma nonostante questo riesce comunque a incidere con il suo carisma e il mistero che aleggia intorno alla sua figura. L’episodio segna inoltre una svolta per quanto riguarda il percorso di formazione del personaggio di Mosaico (Billy Russo, un altrettanto eccellente Ben Barnes) che qui dà libero sfogo alla sua indole criminale dopo che questa si era assopita a seguito dell’amnesia. Non si sa ancora quando (e se) Russo riuscirà a riacquistare la memoria, ma è indubbio che la bravata fatta insieme ai “compagni di merende” del bar è l’inizio per un’attività criminale “full time”. Allo stesso modo il suo tormentato e contorto rapporto con la dottoressa Durant raggiunge finalmente quel punto catartico che lo spettatore già si prefigurava e che attendeva da un pezzo (e che dà finalmente un background e un significato anche al personaggio stesso della Durant).
Il culmine dell’episodio lo si ha con la scena dell’interrogatorio al mafioso russo Poloznev. Non solo, infatti, si tratta di un passaggio fondamentale per capire i retroscena dei coniugi Schultz (Annette O’Toole e Corbin Bernsen) e i loro complotti, ma è anche un momento di alta regia. Si parte, infatti, da lontano con un ampia panoramica fatta con piano sequenza dal porto fino ad arrivare a un intenso campo e controcampo di primi piani all’interno di un claustrofobico magazzino abbandonato, il tutto mentre il mafioso spiega, con un lungo monologo, tutta la sua storia e i suoi conflitti interiori. Scena interessante dal punto di vista registico, ma il problema è che viene inserita in un contesto che appare sempre troppo forzato e contraddittorio all’indole degli stessi personaggi. Nel finale poi il suddetto personaggio di Poloznev viene barbaramente liquidato, il che è un peccato perché volendo poteva offrire ancora molto alla serie.
“Nakazat” si rivela dunque un bell’affresco in superficie che però dietro nasconde troppe forzature di fondo. Il classico “tutto fumo e niente arrosto” insomma, un episodio di raccordo per cui bisognerà aspettare la prossima puntata per capirne effettivamente il valore e gli sviluppi narrativi.
In attesa di una “scossa” da parte degli autori rimane comunque uno Slap.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Scena interrogatorio a Poloznev
  • Svolta criminale di Billy Russo
  • Team up Madani-Castle-Curtis?
  • Corso di autodifesa by Frank Castle
  • Morte di Poloznev (era un bel personaggio!)
  • Lunghe e un po’ forzate le scene con Amy
  • Curtis e Madani indugiano troppo!
  • Momenti puramente soapish
  • Episodio forse un po’ troppo dipendente dal precedente

 

Una puntata con qualche spunto registico interessante, ma con una trama veramente troppo debole per essere apprezzata. Abbastanza buone le storylines riguardanti i villains, male invece quelle riguardanti i “buoni”. Se non altro lo spettatore ha imparato come disarmare qualcuno armato di pistola!

 

One-Eyed Jacks 2×05 ND milioni – ND rating
Nakazat 2×06 ND milioni – ND rating

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Laureato presso l'Università di Bologna in "Cinema, televisione e produzioni multimediali". Nella vita scrive e recensisce riguardo ogni cosa che gli capita guidato dalle sue numerose personalità multiple tra cui un innocuo amico immaginario chiamato Tyler Durden!

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