Pur potendo scrivere subito la recensione della premiere ho deciso di aspettare perchè, a giudicare dai titoli degli episodi, forse era meglio dare un giudizio complessivo al ritorno di Men At Work, ed il tempo mi ha dato ragione. La serie, come quasi tutte le sit-com, è stata quasi sempre esente da una trama orizzontale
portante e quindi sorprende constatare come Breckin Meyer abbia deciso di prendere il toro per le corna decidendo di iniziare la nuova stagione prendendo di petto Neal e la sua situazione sentimentale.
Il nerd del gruppo lo abbiamo conosciuto da accasato con Amy e, come spesso accade in un gruppo di soli amici single, quello fidanzato non fa le stesse cose perchè ha altre “priorità” o leggi non scritte dettate dagli sguardi minacciosi della propria ragazza. Anche, ma non solo per questo motivo, Neal non ha mai attecchito molto sul pubblico (e sul sottoscritto) risultando spesso vittima di scherno da parte degli altri tre compagni di lavoro pur di risultare simpatico e pur di rientrare nelle dinamiche sociali del quartetto. Meyer però ha deciso di movimentare le cose e quindi nel giro di soli due episodi lo vediamo passare da quella fase di eccitazione mista ad ansia che precede la proposta di matrimonio al suo nuovo status quo di single, visto il “no” ricevuto alla proposta.
Alla fine di “Pre-Posal” già mi immaginavo una stagione incentrata sui preparativi del matrimonio tra Neal ed Amy, cosa che comunque sarebbe stato un passo avanti in termini di trama orizzontale visti i precedenti (stagione 1: “analisi” della rottura tra Milo e Lisa; stagione 2: non pervenuta) ed invece, con sommo piacere e sorpresa, vengo smentito dall’addio di quest’ultima e dall’arrivo di una ventata di aria fresca pronta ad invadere la serie. Neal entra infatti a far parte del gruppo dei single e quindi, anche vista la goffaggine del personaggio, è più che probabile che ci sarà un percorso di “formazione” così come è accaduto con Milo nella prima stagione.
Al solito non mancano le battute e le situazioni tipiche a cui ci ha abituato Men At Work, così come non mancano le guest star già note ai fan (J.K. Simmons è sempre un gradito ospite nei panni di P.J.) e quelle nuove destinate ad una breve incursione (Lance Bass che interpreta sè stesso, cioè uno degli ‘N Sync). Se si vuol trovare un difetto questa è l’eccessiva indifferenza data alla rottura di Neal che viene fatta passare come un evento qualsiasi quando in realtà è importante per l’ecosistema della serie stessa. Ovviamente questo è un difetto se si è pignoli, alla fine questa è una sit-com e va presa per quello che è.
- Evoluzione a sorpresa per Neal ed Amy
- Saluto di bentornato fatto con le barbe
- Proposta di matrimonio al ritmo degli ‘N Sync
- Troppa leggerezza nelle reazioni post rottura
Pre-Posal 3×01 | 1.33 milioni – 0.6 rating |
Post-Posal 3×02 | 1.52 milioni – 0.7 rating |
VOTO EMMY 3×01
VOTO EMMY 3×02
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Fondatore di Recenserie sin dalla sua fondazione, si dice che la sua età sia compresa tra i 29 ed i 39 anni. È una figura losca che va in giro con la maschera dei Bloody Beetroots, non crede nella democrazia, odia Instagram, non tollera le virgole fuori posto e adora il prosciutto crudo ed il grana. Spesso vomita quando è ubriaco.